martedì 13 settembre 2011

Vecchi e nuovi re

di Vincenzo Paliotto

Pirlo con la maglia della Juventus
 La forzata astinenza dal grande calcio per più di qualche settimana prevista, in virtù di uno sciopero in parte azzardato e che ha fatto discutere e non poco, ha improvvisamente restituito ai tifosi di casa nostra un massimo campionato affascinante e godibile. Caterve di reti, partite combattute ed emozioni hanno caratterizzato la prima giornata (per il calendario era la seconda) del Campionato di Serie A, sollevando riflessioni e temi interessanti. Il Napoli di Mazzarri ha fatto capire di continuare sulla scia dello scorso anno così come l’inarrestabile Udinese, mentre Milan e Lazio hanno dato spettacolo.
 Ad entusiasmare è stata soprattutto la Juventus, però, nella bolgia del suo nuovo stadio ed ispirata da un Pirlo superlativo, secondo nel suo ruolo soltanto a Xavi ed Iniesta, ma probabilmente soltanto per motivi di anagrafica. Ha fatto riflettere in tal caso la cattiva gestione del cartellino del calciatore da parte del Milan. La classe di Pirlo è indiscutibile, l’età neanche tanto avanzata, 32, così come il suo attaccamento alla causa rossonera. Dopo essere stato ripudiato dall’Inter, non sono bastati dieci anni in rossonero per convincere i dirigenti milanisti. Con un Pirlo nel motore la Juventus, che non gioca le coppe, sembra avere un altro passo. E’ ancora presto per dirlo, ma gli juventini potrebbero lottare per lo Scudetto.
 Tuttavia, quella di Pirlo non è l’unica variante di una giornata comunque frenetica. La vera sorpresa del campionato è rappresentata dal Palermo che sconfigge l’Inter per 4-3 e del suo tecnico pro-tempore, o precario come egli stesso dice, Denis Mangia, catapultato in panchina quasi per caso:“Mi hanno detto tutti che sono un allenatore precario, un allenatore a tempo, una soluzione ponte io ho detto che andavo a giocarmela con l'Inter e poi avrei fatto le mie considerazioni. Continuo così". Dalla Primavera alla Serie A per qualcuno il passo potrebbe essere più breve del previsto. Come dire, la Serie A tra vecchi e nuovi re.

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