domenica 28 agosto 2011

Sciopera solo chi lavora!

da laCavese.it

Sebbene non esista alcun principio giuridico che preveda meno diritti per chi ha più soldi, sarebbero bastati un pizzico di buonsenso e di rispetto nei confronti delle migliaia di tifosi italiani, per evitare una delle più grandi figuracce che l'Italia pallonara abbia mai collezionato.

Il campionato di serie A, per la prima volta nella sua storia, ha slittato il calcio d'inizio (solo nel 96 si saltò una gara a campionato già in corso) per via della mancata firma sull'accordo collettivo da parte della Lega Calcio e la gente, giustamente, fatica a comprenderne le ragioni. Al centro della guerra fra i poveri ricchi del calcio nostrano, il pagamento del così detto "contributo di solidarietà" (nuova imposta introdotta dal governo) che a detta dell'AIC (Associazione Italiana Calciatori), spetterebbe ai club di appartenenza che a loro volta, rifiutano non solo questa imposizione ma anche, cosa ancor più grave, la mediazione dei vertici della FIGC. Un sistema completamente nel pallone. una questione ingigantita ed esasperata come se da essa dipendesse il futuro del movimento calcistico italiano che dimenticando questioni ben più importanti, come quella degli stadi o dei bilanci (sempre più esplosiva), fa il verso a milioni di Italiani tifosi e non, che davvero sudano la maglia tutti i giorni per cercare almeno di "pareggiare" i conti.
Il calcio è della gente… Forse, ma di sicuro non qui in Italia dove le caste hanno da tempo abbandonato la realtà del vivere quotidiano, quella fatta di rinunce e incredibili sacrifici e che magari relega sogni e aspirazioni  proprio dietro ad un pallone.
Volete scioperare? Benissimo, andate a lavorare.

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