lunedì 29 agosto 2011

Bellezze e ricchezze del campionato francese


Storicamente, e probabilmente anche legittimamente, nella penisola italiana abbiamo quasi sempre snobbato il calcio transalpino. Non dal punto di vista delle nazionali, dove peraltro i francesi hanno primeggiato in maniera netta tra il 1998 ed il 2000, vincendo tutto quello che potevano vincere dalla Coppa del Mondo alla Coppa Europa compresa la Confederations Cup, ma soprattutto sotto il profilo delle squadre di club e quindi in particolar modo del campionato nazionale. Mai avremmo auspicato al di qua delle Alpi che un giorno la Ligue 1, il massimo campionato francese, avesse superato in termini di bellezza e di competitività la nostra Serie A. Tant’è che scioperi ad oltranza o presunti tali a parte, il campionato francese al momento sembra garantire maggiori margini di spettacolarità e competitività rispetto a  quello italiano. Innanzitutto gli stadi transalpini sono quasi sempre pieni o quantomeno raggiungono medie spettatori più che interessanti.
Del resto il Mondiale passato a Parigi e dintorni nel 1998 ha lasciato qualcosa di concreto e tangibile: strutture perfettamente funzionali, moderne e che hanno favorito un ulteriore business legato al mondo del pallone. I francesi d’altra parte si sono rivelati lungimiranti anche dal punto di vista squisitamente tecnico e del materiale umano a disposizione, favorendo nettamente i vivai e le accademie calcistiche, sfornando talenti e campioncini in serie, capaci di farsi valere e farsi acquistare proprio in Italia, Inghilterra e Spagna. La ciliegina sulla torta, poi, è arrivata dagli investitori stranieri, i nuovi ricchi del pallone, non a torto rappresentati dagli arabi. Anzi in questo caso specifico dai qatarioti, che hanno investito in maniera massiccia nelle casse del Paris Saint Germain, uno dei club più prestigiosi di Francia. La Qatar Authority Investiment di Tamim Al Thani, infatti, ha consegnato un bel gruzzolo di petrodollari a Leonardo, ex-allenatore di Milan ed Inter e nuovo Ds dei parigini, che ha speso in maniera sapiente il suo budget, consegnando allenatore Antoine Kombuarè dei veri pezzi da novanta: il portiere italiano Sirigu, l’ex-romanista Menez, l’ex-juventino Sissoko e soprattutto l’argentino Javier Pastore. Pagato la modica cifra di 43 milioni di euro, il massimo in assoluto speso dal calcio francese per un solo giocatore nella storia.


 Dopo qualche perplessità iniziale, gli investimenti stanno dando i loro frutti e il PSG si sta avvicinando alla vetta del campionato. Ancora di più dopo la sonante vittoria di ieri al Municipal di Tolosa, dove i parigini, in svantaggio di una rete, si sono imposti per 3-1. Il sontuoso Pastore non ha segnato, ma ha fornito ai compagni tre splendidi assist. L’Italia calcistica ha così perso un altro suo fuoriclasse di assoluto valore, anzi molte volte discusso nel nostro campionato, che va a deliziare altre tifoserie così come fare l’impavido Eto’o. Il nostro calcio perde ancora colpi inesorabilmente. Anzi va ricordato che ieri a Tolosa lo stadio era pieno, nonostante la pay-tv, e c’erano moltissimi tifosi del PSG, tra l’altro anche storicamente facinorosi, ma perfettamente controllati nello stadio e fuori. Qui, infatti, dai cugini francesi, nostri vicini di casa, la Tessera del Tifoso non esiste e non esistono neanche certi ministri che, invece di interessarsi alla politica, parlano di calcio.

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