lunedì 25 luglio 2011

Il profeta del gol



Il profeta del gol è il titolo di un famoso film che uscì nelle sale cinematografiche nel 1976, scritto e diretto dalla voce inconfondibile e  gracchiante di Sandro Ciotti ed impreziosito dal suo talento giornalistico ricco e fluente e mai banale. La pellicola narra in termini entusiastici della carriera del grande giocatore olandese Johann Cruyff, fuoriclasse che esplose sul finire degli Anni Sessanta che si poteva definire l’uomo nuovo del calcio mondiale. Perché se di Maradona e Pelè si può dire che siano stati i migliori in assoluto, Cruyff è stato senza dubbio il maggior talento mai espresso dal calcio europeo e soprattutto simbolo ed immagine di un calcio nuovo ed un costume di vita innovativo. Oltretutto Johann Cruyff fu la maggiore espressione di quel calcio totale professato dall’Ajax e dalla Nazionale Olandese che strabiliò la scena mondiale. Il virgulto, nato ad Amsetrdam il 25 aprile del 1947, impressionò per le sue sfavillanti doti atletiche unite ad un talento tecnico fuori dal comune. Del resto in quanti di noi di quella generazione degli Anni Settanta avremmo voluto giocare al calcio come Cruyff!

 Dotato di grande rapidità nella corsa e nelle giocate, Il Tulipano volante, altro azzeccato soprannome, era quasi inarrestabile in progressione, lucido ed ubriacante nei dribbling, ma anche freddo ed estremamente efficace in zona-gol. Il giocatore che indossava quasi sempre una maglia con il numero 14, che divenne famoso in tutto il mondo, spese la sua carriera soprattutto tra l’Ajax, la squadra in cui era cresciuto, ed il Barcelona, che lo acquistò a peso d’oro, prima di emigrare nel soccer statunitense con Los Angeles Aztecs e Washington Diplomats per poi tornare ad Amsterdam e chiudere la carriera con gli arcirivali di sempre del Feyenoord. In carriera dominò con l’Ajax il panorama europeo vincendo tre volte la Coppa dei Campioni, ma lasciò un ricordo indelebile anche nel Barca. Oltretutto diffuse il nuovo verbo calcistico con la sua fantastica Olanda, partecipando alla Coppa del Mondo del 1974, dove arrivò in finale sconfitta dai padroni di casa, ma uscendo come vincitore morale della rassegna iridata. In Germania Cruyff realizzò gol di pregevole fattura a Brasile, Argentina e Uruguay in compagnia degli ottimi Neeskens, Rep, Krol e Van Haneghem, costituendo una squadra leggendaria.

 Cruyff e gli olandesi ebbero il merito di esprimere negli Anni Settanta un calcio nuovo e libero dagli schemi. Meno rigido e più fantasioso, espressione di un movimento giovanile evolutosi e più avanti con i tempi. Il talento olandese dominò le scene mondiali in quegli anni. La sua vita agonistica è costellata di successi: 5 scudetti olandesi, 3 Coppe dei Campioni, 1 Intercontinentale, 2 Supercoppe Europee, 1 Liga spagnola e 1 Copa del Rey ed 1 scudetto con il Feyenoord. Johann ha vinto anche per 3 volte il Pallone d’Ora Le suggestive immagini ne ripercorrono la sua brillante carriera ricca di gol e soddisfazioni. I gol e le giocate ne rendono l’idea di calciatore universale e senza limiti così come voleva essere l’espressione del calcio totale.

 Simpatico il rigore battuto in combinazione con il danese Jesper Olsen nel campionato olandese. Tocco laterale per il danese e nuovo cross al centro per Cruyff che insacca. Fu la prima volta che un rigore veniva battuto in questa maniera. (nella parte conclusiva del video).

 Cruyff rappresentò il mito di una generazione che voleva cambiare e che d’altra parte stava rapidamente cambiando e che modernizzò il calcio verso una direzione più atletica, veloce e coinvolgente, ma senza mutare le regole del gioco, anzi appassionando ancora di più i tifosi. Ad ogni modo, nonostante la sua popolarità e la sua riconosciuta venialità, Cruyff rimase un personaggio ed un campione essenzialmente vero, lontano dalle cronache rosa e dalle veline, che arrivava in ritiro quasi mai abbronzato dagli effetti delle lampade e con atteggiamento poco da divo, anche perché la vera star rimaneva sostanzialmente lui. Nel 1978 non partecipò ai Mondiali d’Argentina, idea condivisa dal tedesco maoista Paul Breitner, per protestare contro la dittatura militare che governava il paese sudamericano, instaurata da Jorge Rafael Videla.Con molta rabbia e nostalgia diremmo che nel calcio attuale ci manca un altro Cruyff.

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