martedì 26 luglio 2011

Miti e curiosità della Scarpa d'Oro- 3a parte


Le imprese di Fernando Gomes e Marco Van Basten. Nel 1981/82 la Scarpa d’Oro prese la via dell’Olanda per la seconda volta. Infatti, il trofeo fu ad appannaggio del giovane attaccante dell’Ajax Wim Kieft, che realizzò 32 gol nelle 34 partite di campionato. Tra l’altro il biondo Kieft precedette il connazionale Kist e l’argentino del Tours , già del Monaco, Delio Onnis, fermi a 29 reti. Come Scarpa di Bronzo si mise in luce il danese dell’OB Odense Allan Hansen con 28 centri, in una carriera personale che non registrò più acuti di un certo rilievo. Kieft venne un po’ snobbato dai grandi club nonostante la sua affermazione internazionale e passò successivamente al Pisa, prima di finire al Torino e di ritrovare poi una squadra di un certo livello nel PSV Eindhoven, con cui vinse anche una Coppa dei Campioni.

 Tuttavia, dopo dieci lunghi anni un altro calciatore portoghese tornò a trionfare nella Scarpa d’Oro. Il bomber scelto questa volta non indossava la maglia del Benfica, ma bensì quella degli acerrimi rivali del Porto. Fernando Gomes, bomber di razza, siglò 36 reti, precedendo l’olandese del Feyenoord Peter Houtman a 30 ed il greco dell’Olympiakos del Pireo Nikos Anastopoulos a 29. Gomes si rivelò uno dei più prolifici marcatori della storia del calcio lusitano. Raccolse le maggiori soddisfazioni con il club di Oporto, ad eccezione di una breve parentesi nella Liga spagnola con la maglia dello Sporting Gijon, con cui fallì clamorosamente. Spese, quindi, gli ultimi spiccioli della carriera nello Sporting Lisbona. Gomes vinse per 6 volte la classifica dei marcatori in Portogallo e con il suo Porto fece incetta di trofei anche in campo internazionale con la vittoria della Coppa dei Campioni, della Coppa Intercontinentale e della Supercoppa Europea.

 Il calcio inglese dovette, invece, aspettare la stagione del 1983/84 per trovare un suo esponente nell’albo d’oro della Scarpa d’Oro. L’impresa riuscì al prolifico gallese del Liverpool Ian Rush, autore di ben 32 gol con la maglia dei reds. Al secondo posto si classificò con 28 centri l’astro nascente Marco Van Basten dell’Ajax con 28 ed al terzo il belga del Seraing Nico Claesen con 27. Rush nel 1987/88 tentò anche l’avventura nel calcio italiano fallendo in maniera clamorosa. Impresa che invece si rivelò alla portata di Van Basten, che fece faville nel Milan prima di accusare un infortunio che mise fine alla sua carriera. Ian Rush si aggiudicò la Scarpa d’Oro nell’unica occasione in cui vinse il titolo di capocannoniere della Premier League. Dopo Eusebio, Gerd Muller e Dudu Georgescu il lusitano Fernando Gomes divenne il quarto giocatore a vincere per due volte la Scarpa d’Oro. Nel 1984/85 ben 39 reti gli valsero il secondo titolo europeo, sempre indossando la casacca del Porto. Al secondo posto si classificò il nordirlandese del Linfield Belfast Martin McGaughey con 34 gol ed al terzo lo slavo del Nantes Vahid Halilhodzic con 28 centri. Nel 1985/86, invece, giunse il meritato trionfo per l’olandese dell’Ajax Marco Van Basten, autore di 37 gol, uno in più del sovietico Oleg Protassov, che difendeva in quella stagione i colori del Dnepr Dneprpetrovsk, prima di passare alla Dinamo Kiev. Mentre al terzo posto si classificarono appaiati l’austriaco Poster dell’Austria Vienna ed il turco Tanju Colak del Samsunspor con 33 gol. Marco Van Basten con quella Scarpa d’Oro iniziò una luminosa carriera in campo internazionale.

Gli ultimi soldi dell’Adidas. La stagione del 1986/87 passò alla storia della Scarpa d’Oro come la beffa di Rodion Camataru, che si aggiudicò in un primo momento il trofeo, poi ritiratogli dopo che France Football scoprì che le ultime gare del campionato rumeno erano state addomesticate per favorire la caterve di reti del centravanti della Dinamo Bucarest. La Scarpa d’Oro, quindi, fu successivamente assegnata all’austriaco dell’Austria Vienna Anton Polster, autore comunque di 39 gol. L’austriaco militò quindi anche nel Torino e nel Siviglia. Attualmente è il leader del gruppo rock austriaco Achtung Liebe, che spesso primeggia nelle classifiche musicali del paese. Nel 1988, invece, la Scarpa d’Oro premiò l’esplosione del centravanti turco Tanju Colak, che nel frattempo era andato a vestire la maglia del prestigioso Galatasaray, vincitore del campionato nazionale. Colak staccò il danese del Servette Eriksen a 33 gol e lo scozzese del Dundee Tommy Coyne a 31. Il calciatore confermò la propria vena realizzativi anche in campo internazionale. Nel 1989, invece, si registrò un’affermazione alquanto strana in favore di Dorin Mateut della Dinamo Bucarest, neanche attaccante proprio di ruolo, che però realizzò ben 43 gol. I gol provenienti dal campionato rumeno lasciavano sempre una certa perplessità dopo la vicenda-Camataru. Del resto al secondo posto si insediò l’altro rumeno Marcel Coras con 36 reti del Victoria Bucarest, mentre al terzo si classificò il brasiliano Baltazar dell’Atletico Madrid con 35 centri. Nella stagione del 1989/90, invece, la Scarpa d’Oro per la prima volta registrò un successo in coabitazione, condiviso da due nomi eccellenti del calcio internazionale come quelli del messicano del Real Madrid Hugo Sanchez e del bulgaro del Vitocha Sofia Hristo Stoichkov. Entrambi realizzarono 38 gol, ma Hugo Sanchez era al culmine di una carriera favolosa soprattutto con le maglie di Atletico e Real Madrid, mentre Stoichkov avrebbe spiccato il volo da Sofia per fare le fortune del Barcelona. Al terzo posto si piazzò l’austriaco dell’Admira Wacker Gerard Rodax con 35 gol. Sanchez vinse comunque per 5 volte il titolo di pichichi della Liga spagnola. Nel 1991 chiuse la prima parte dell’albo d’oro del trofeo il macedone della Stella Rossa di Belgrado Darko Pancev con 34 gol, tre in più del redivivo turco Tanju Colak, passato in quella stagione a difendere i colori del Fenerbache, l’altra grande di Istanbul.

Le sfortune di Ally McCoist. Non proprio fortunato nella sua carriera fu lo scozzese dei Rangers Glasgow che avrebbe potuto vincere due edizioni consecutive della Scarpa d’Oro nel 1992 e 1993 dall’alto dei suoi 34 gol a stagione. Ma proprio qualche settimana prima della premiazione l’Adidas ritirò la sua sponsorizzazione e McCoist non fu mai ufficialmente premiato, con la sua affermazione che rimase valida soltanto per le cifre. Il cannoniere scozzese si mise in luce nel St.Johnstone Perth, prima di mettersi alla guida dell’attacco dei Rangers e vivere una parentesi di carriera in Inghilterra nel Sunderland.

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