giovedì 14 luglio 2011

I “sinistri” di Santiago Bernabeu

La Liga spagnola edizione 1974/75 effettivamente riservò una conclusione abbastanza inattesa, che sconfessò nettamente i favori del pronostico di inizio stagione. Infatti, il Real Madrid riuscì a sfilare dalle mani degli eterni odiati rivali del Barcellona il titolo di Campione di Spagna, che peraltro mancava in maniera preoccupante da tre stagioni dal ricchissimo palmarès dei madridisti. Il Barca aveva una netta connotazione olandese con Rinus Michels in panchina e Johann Cruyff e Johann Neeskens a dettare il gioco in mezzo al campo. Anche se nonostante tutto i blaugrana non riproponevano i dettami del calcio totale tanto in voga in quegli anni, pur potendo contare sui suoi interpreti originali. Il Barca non giocava ne tantomeno imitava l’Ajax pluricampione d’Europa o l’Olanda Vice Campione del Mondo. La Liga del ’74 era stata vinta in maniera netta, staccando gli inseguitori dell’Atletico Madrid di ben 10 lunghezze, soprattutto grazie alle prodezze del Profeta del gol.
 Il trionfo del Real, ad ogni modo, sopraggiunse in maniera quasi inattesa e sorprendente, non tanto per il livello tecnico della squadra, comunque ben dotata come organico, ma in quanto la formazione fu assemblata in poco tempo da un nuovo tecnico, lo slavo Miljan Milijanic, che aveva pilotato con efficacia la sua nazionale alla Coppa del Mondo del ’74 in Germania. Anzi le merengues si aggiudicarono anche la Copa del Generalissimo (la Coppa di Spagna in pratica, manifestazione che negli anni del franchismo rigorosamente non si chiamava più Copa del Rey), superando in finale i cugini dell’Atletico ai calci di rigore, grazie alla splendida serata del loro portiere Miguel Angel. Ma il Real aveva compiuto il vero capolavoro nel secondo turno della coppa nazionale. Infatti, dopo aver perso per 4-0 alle Canarie contro il Las Palmas, riuscì nella remuntada imponendosi al Chamartin per 5-0. La Liga oltretutto non ebbe storia, in quanto il Real Madrid inflisse un mortificante distacco alla più diretta inseguitrice, la Real Saragozza lontana ben 12 lunghezze. Il Barca, invece, arrivò soltanto terzo con enorme ritardo.
 Si rivelò sintomatico comunque il fatto o quantomeno curioso che il Real Madrid di Santiago Bernabeu, squadra tradizionalmente sostenuta da Francisco Franco e per questo storicamente opposta al Barcellona, che invece da sempre era contraria al regime dittatoriale, fosse portato a quel duplice successo da due uomini di sinistra: l’allenatore serbo Milijanic, che aveva combattuto per i comunisti nella sua Jugoslavia, ed il tedesco Paul Breitner, non a caso detto il “maoista”, che ha per il suo credo politico e la sua forte personalità era entrato in contrasto con l’altro grande asso del calcio tedesco Franz Beckenbauer.  Santaigo Bernabeu aveva combattuto nelle file franchiste nella Guerra Civile Spagnola e proprio dal Generale Franco era stato insediato alla presidenza del Real nel ’43, poltrona che mantenne per 35 anni fino alla sua morte nel ’78. Oltretutto un contributo decisivo alla causa madridista lo diede un altro tedesco quale Gunther Netzer, che faceva faville nel centrocampo del Borussia Moenchengladbach, inesauribile rivale del Bayern Monaco in Bundesliga ed altra antagonista proprio di Beckenbauer. Milijanic si rivelò, ad ogni modo, tecnico competente e capace di vincere a Madrid due titoli ed una coppa nazionale, dopo i numerosi trionfi raccolti alla guida della Stella Rossa di Belgrado. Milijanic consegnò a Breitner le chiavi del centrocampo, cosa che si rivelò una mossa vincente, quindi assemblò la squadra tra giovani emergenti, Camacho, Del Bosque, Santillana, e calciatori di grande esperienza come Arancio, Velasquez, Grosso, Pirri ed Aguilar. I gol furono garantiti dalla bocca da fuoco argentina Roberto Martinez.
 Restò nella storia, comunque, questo doblete realizzato dal Real Madrid, club storicamente di destra, con il grande contributo di Milijanic e Breitner, due uomini che si riconoscevano senza mezzi termini nelle idee di sinistra.

Vincenzo Paliotto

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