La sua carriera a livello di club non fu
propriamente ricca di soddisfazioni. Luìs
Hernandez, detto El matador,
peregrinò fra varie squadre messicane: Cruz Azul, Queretaro, Monterrey, Necaxa,
UANL, America e Chiapas, ma senza mai raccogliere una consacrazione definitiva
e forse come in tanti si attendevano. I suoi anni migliori furono con la maglia
del Tigres UANL, realizzando 19 gol a stagione. Le sue esperienze all’estero
nel Boca Juniors e nei Los Angeles Galaxy si rivelarono in realtà fugaci.
Tuttavia, Hernandez, attaccante dotato di una inconfondibile chioma biona,
divenne un eroe nazionale per il Messico, in virtù delle sue enormi prestazioni
al servizio dei Tricolor. In 80
partite è andato in gol in 35 occasioni, segnando quasi sempre nelle partite
più importanti. Come in quella del 25 giugno del 1998 a Saint-Etienne contro l’Olanda,
alla Coppa del Mondo in Francia. Hernandez aveva già siglato una doppietta
nella gara inaugurale contro la Corea del Sud, ma contro gli orange era
fondamentale non perdere. La squadra di Lapuente
andò sotto di due gol, firmati da Cocu
e Ronald De Boer. Pelaez ad un
quarto d’ora dal termine accorciò le distanze, mentre Hernandez nel recupero
siglò il gol che fece impazzire il Messico. Un Messico che probabilmente andò
al di là delle sue stesse legittime aspettative. Quel pareggio ebbe il sapore
di un miracolo. Anche se mancò poco che un altro miracolo Luìs Hernandez lo
realizzasse anche a Montpellier contro la Germania nei quarti. Ancora l’attaccante
messicano segnò il vantaggio contro Koepke e soltanto nel finale Klinsmann e
Bierhoff ribaltarono il risultato.
Le performance di Hernandez furono comunque
molteplici anche in Copa America, nella Gold Cup centroamericana e nella
Confederations Cup del 1999, che il
Messico vinse incredibilmente battendo in finale per 4-3 il Brasile. Nella
classifica dei marcatori di ogni tempo con il Messico Hernandez è dietro al
primatista assoluto Borgetti e ad Hermosillo e Blanco.
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