lunedì 5 maggio 2014

Copa Libertadores 2014: L'anno del Bolivar


 
Dei quarti di finale inediti segneranno la prossima tappa della Copa Libertadores, che ha visto cadere prima nella fase a girone e poi in quella ad eliminazione diretta i nomi più blasonati che c’erano in lizza: Flamengo, Penarol e Nacional Montevideo, Gremio, Botafogo, Cerro Porteno e Velez Sarsfield. Persino i detentori dell’Atletico Mineiro, sorpresi dai colombiani del Nacional Medellìn. Addirittura in questi quarti delle 8 rimaste in lizza soltanto in 2 hanno vinto almeno una volta il trofeo: i brasiliani del Cruzeiro Belo Horizonte e i colombiani del Nacional Medellìn. Alcune sono protagoniste assolutamente inedite come le argentine Lanùs e Arsenal Sarandì oppure come i paraguyani del Nacional Asunciòn, club antico ma mai arrivato così lontano nel massimo torneo.

 Tra le outsider anche i boliviani del Bolìvar La Paz, club della capitale nato nel 1925, di estrema popolarità, che non a caso porta il nome di Simòn Bolìvar, il primo che si ribellò ai soprusi dei conquistadores europei.  Un libertador che fu precursore delle idee di Martì ed Ernesto Che Guevara. La scelta di un nome autoctono e non del classico anglosassone, così come da consuetudine per i club in quegli anni, fanno già capire lo spirito di identificazione del popolo con questa squadra. Nel 1986 il Bolìvar si era spinto fino alle semifinali della manifestazione, che erano però rappresentate da due giorni da tre squadre ciascuno, mentre nel 2004 hanno raggiunto la finale della Copa Sudamericana. Unica squadra della Bolivia ad aver raggiunto l’atto decisivo di una manifestazione della Conmebol. Dopo aver vinto di misura in casa (gol di Chiorazzo), il Bolìvar perse 2-0 alla Bombonera contro il Boca Junior, trascinato dai gol di Martìn Palermo e Carlitos Tevez. Il Bolìvar ha vinto ben 18 titoli nazionali a partire dal 1978, cioè da quando nel paese andino è stato introdotto il campionato professionistico ed una sola volta è precipitato in cadetteria: nel 1964, in quello che viene detto “El ano maldito”. Il Bolìvar ha una rivale storica per eccellenza ed è il The Strongest, l’altro club della capitale contro di cui disputa il clàsico paceno.  Entrambe si dividono l’Hernando Siles, lo stadio di 42.000 posti costruito nel 1931 nel quartiere di Miraflores, che con i suoi 3.600 lo fanno il secondo stadio più alto del mondo dopo quello di Potosì.

 C’è una fetta importante di Spagna, comunque, nei successi odierni del Bolìvar, che ha in organico ben tre calciatori spagnoli, più il tecnico Xabier Akzagorta, che allenò la nazionale boliviana ai Mondiali di USA ’94. Troavno spazio nelle file biancocelesti Edu Moya, Capdevilla e Juanmi Callejòn, il fratello gemello di Josè, attualmente punto di forza del Napoli. Anche Juanmi è cresciuto nella cantera madri dista, ma con meno fortune. Il bolivar lo ha pescato tra i greci del Levadiakos, ma in Copa Libertadores Callejòn ha già siglato 4 gol. Il basco Azkagorta, invece, è arrivato nel 2014, dopo essere stato al timone del Cile, con gli Yokohama Marinos in Giappone, a Guadalajara e di nuovo con la Bolivia.

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