mercoledì 19 febbraio 2014

Coppa UEFA 1974/75: Vittoria del Borussia Moenchegladbach


 
Il supercannoniere Jupp Heynckes
Il calcio tedesco era rimasto clamorosamente a digiuno in tutte le edizioni sia della Coppa delle Fiere che della Coppa UEFA e soltanto nella edizione del 1972/73 una squadra della Bundesliga, nell’occasione il Borussia Moenchengladbach, era approdato alla doppia finale, peraltro battuta dal Liverpool. Nella seconda metà degli Anni Settanta il calcio tedesco visse un risorgimento clamoroso e le squadre di club teutoniche spesso dominarono nelle tre competizioni europee. Il Bayern Monaco si impose in Coppa dei Campioni per tre edizioni consecutive, mentre in Coppa UEFA finalmente si affermò proprio il Borussia Moenchengladbach. Peraltro i colts scalzarono dalla poltrona della Bundesliga lo stesso Bayern, dando vita ad uno spettacolare dualismo.

Rivelazione olandese. Tempi proficui, ad ogni modo, viveva anche il calcio olandese, non solo nei successi e nelle prodezze dell’Ajax e del Feyenoord, ma anche in quelle di un piccolo club il Twente Enschede, che stava raccogliendo delle soddisfazioni inimmaginabili. Tra l’altro il Twente era stato fondato soltanto nel 1965, ma nonostante la recente fondazione, aveva ben presto scalato le posizioni di successo in Olanda ed anche all’estero si faceva rispettare. Non a caso già nel ’73 era stato tra le semifinaliste della Coppa UEFA, battuto proprio dal Borussia. I biancorossi ebbero la possibilità di schierare un collettivo fantastico, dove emergeva il talento di gente come Zuidema, Palhpatz, Thijssen, Arnold Muhren e Jeuring. Nel primo turno il Twente con due pareggi eliminò il temibile Ipswich Town, andando ad imporre il 2-2 proprio a Portman Road. Quindi castigò l’RWDM Molenbeek e diede dimostrazione di forza assoluta contro il Dukla Praga. Dopo la sconfitta pesante per 3-1 in Cecoslovacchia, ad Enschede il Twente ribaltò il risultato con uno spettacolare 5-0, grazie ad una tripletta di Zuidema ed una doppietta di Notten. L’avventura continuò nei quarti a spese del Velez Mostar ed in semifinale ai danni della Juventus. I bianconeri riportarono un pesante passivo per 3-1 in Olanda, mentre a Torino le loro ambizioni furono messe a tacere da una spettacolare azione personale di Zuidema, che partendo da metà campo andò a trafiggere Zoff quasi indisturbato. Con queste credenziali il Twente approdò ad una doppia finale evidentemente comunque non facile contro il Borussia.


Orgoglio renano. Il calcio tedesco portò in semifinale, oltre il Borussia, anche il Colonia, a testimonianza delle crescita complessiva dei club teutonici a livello europeo. La formazione renana giocò un ottimo torneo, infrangendo i propri sogni solo di fronte al forte Borussia. Nel primo turno i bianchi maramaldeggiarono contro i finlandesi del KPV Kokkola, ma già al secondo turno dovettero ricorrere ai tempi supplementari per eliminare la Dinamo Bucarest. Nel terzo turno e nei quarti di finale il Colonia impressionò per la sua forza casalinga, con cui si sbarazzò del Partizan Belgrado (5-1) e dell’ FC Amsterdam (5-0). La sfortuna della squadra di Lohr ed Overath fu quella di incappare poi in semifinale nella furia del Borussia, vittorioso già nella gara di andata per 3-1 a Colonia. Un peccato, in quanto il Colonia si sarebbe rivelato una squadra con grandi tradizioni europee, anche se non avrebbe mai centrato un successo pieno.


Borussia irresistibile. Il Borussia Moenchengladbach iniziò il proprio cammino in questa edizione della Coppa UEFA con un’inopinata sconfitta ad Innsbruck per 2-1 contro il Wacker. Insuccesso che non compromise comunque la qualificazione, in quanto nella gara di ritorno i colts si imposero per 3-0. Weisweiler aveva quadrato ancora meglio le forze della sua squadra. Dopo la partenza per Madrid, sponda Real, di Netzer, il Borussia si era riscattato con l’arrivo di Uli Stielike, eclettico giocatore capace di adattarsi sia nel ruolo di libero che a centrocampo e dotato inoltre di un grande temperamento. A centrocampo, invece, cresceva la verve agonistica e tattica di Rainer Bonhof, a cui non mancava neanche una notevole botta dalla distanza. Il reparto più pericoloso rimaneva, comunque, quello d’attacco, in cui emergeva prepotentemente ancora una volta la vena realizzativa di Jupp Heynckes, capocannoniere della manifestazione con 11 centri. Tuttavia, un’annata particolarmente positiva la visse da protagonista il furetto danese Allan Simonsen, autentica spina nel fianco delle difese avversarie, che spesso trovava un partner ideale nell’altro danese Henning Jensen. Entrambi costituivano gli unici tesserati stranieri a disposizione di Wesweiler. Simonsen fu acquistato neanche ventenne dal Vejle e si rivelò un investimento azzeccato, restando al Borussia per sette stagioni, prima di passare al Barcelona. Henning Jensen, invece, fu pescato nelle file del piccolo Norresundby e dopo diverse stagioni si trasferì al Real Madrid.

 Dopo la sconfitta di Innsbruck, comunque, il Borussia raggiunse la finale con una serie di ben 9 vittorie consecutive, alcune centrate con risultati terrificanti. Al secondo turno 1-0 e 5-2 esterno all’Olympique Lione, al terzo 4-2 esterno e 5-0 casalingo al Real Saragozza, quindi nei quarti 1-0 in casa del Banik Ostrava e 3-1 tra le mura amiche, infine in semifinale i colts espugnano di misura il terreno del Colonia e quindi si affermano sul 3-1 anche in casa.

 Oltretutto il Borussia trionfa magicamente anche in Bundesliga, mettendo alle corde il ricco e blasonato Bayern Monaco di Franz Bekenbauer, che pure in Europa sta facendo sfracelli.

Triplo Heynckes. Difficile non pensare che con queste credenziali il Borussia Moenchengladbach non si presentasse alla doppia finale con tutti i favori del pronostico. Ad ogni modo, nella prima finale che si giocò a Dusseldorf il 7 maggio di fronte a 42000 spettatori il Twente Enschede riuscì nell’impresa di mantenere inviolata la propria porta al cospetto di un’autentica macchina da gol. Weisweiler pagò a caro prezzo l’assenza di Heynckes e viceversa Simonsen e Jensen non riuscirono a battere l’estremo difensore olandese Gross. Il Borussia aveva giocato nel più capiente Rheinstadion per accontentare tutti quei tifosi che altrimenti non avrebbero potuto assistere alla partita nel piccolo Bokelbergstadion. Nella gara di ritorno del 21 maggio nel piccolo Diekeman di Enschede il Twente pensò di giocarsi importanti chances per la conquista della coppa. Davanti a 21000 spettatori la partita prese però subito una piega storta per gli olandesi. Al 2’, infatti, Simonsen sbloccò il risultato e al 9’ Heynckes aveva già raddoppiato. Il Twente fu incapace di reagire e nella ripresa il gioco del Borussia straripò con altri due gol di Heynckes al 50’ e al 60’, mentre al 76’ il difensore Epi Drost accorciò le distanze, prima che al 76’ Simonsen dagli undici metri siglasse il definitivo 5-1.

 La vittoria di Enschede netta e spumeggiante costituiva l’emblema di quella squadra fortissima ed eccezionale, che giocava sempre all’offensiva distribuendo spettacolo e bel gioco. Del resto il ciclo vincente del Borussia Moenchengladbach durò ancora per diverse stagioni sia in Bundesliga che in Europa.

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