venerdì 21 giugno 2013

Brasile, proteste contro il governo e la FIFA

Joseph Blatter, fuck you (foto Repubblica)
 Non sempre il calcio rappresenta l'oppio dei popoli, così come disse qualcuno e così come nella società moderna vorrebbe qualcuno. Neanche per un paese in cui il calcio rappresenta una vera e propria ragione di vita come il Brasile. Non ci lascino ingannare gli spalti sempre pieni nel corso di queste gare della Confederations Cup  e l'entusiasmo genuino e spettacolare dei brasiliani per la loro Selecao del nuovo profeta Neymar. In queste ore il Brasile ha vissuto al più grande e massiccia manifestazione popolare nel corso di una kermesse calcistica che ha indotto il Premier del paese sudamericano Dilma Rousseff ha convocare un'assemblea parlamentare per lo stato di emergenza.
 In tutte le maggiori città del paese sono esplose manifestazioni popolari abbastanza violente che hanno avuto il comune denominatore di protestare contro i tanti soldi spesi per le infrastrutture della Coppa del Mondo di calcio del 2014 e per le Olimpaidi del 2016, mentre buona parte del paese versa in condizioni economiche critiche senza scuole ed ospedali soprattutto. Si è registrato anche un morto purtroppo tra i manifestanti a Ribeirao Preto, cittadina dello stato paulista, e le forze dell'ordine hanno usato massicciamente i gas lacrimogeni.
Il Che c'è
 I disordini hanno regsitrato una vasta eco in tutto il paese, ma non solo. La Rousseff si è resa probabilmente conto che le proteste non riguardano un gruppo sparuto di esagitati. Per la prima volta una grande manifestazione calcistica viene usata come cassa di risonanza per mettere in evidenza il malcontento di un popolo. Incredulo Franza Beckenbauer, il grande Kaiser,: "Mi sembra strano, perchè i brasiliani amano il calcio....". Una volta il Kaiser era senza dubbio un grande battitore libero ed un grande giocatore, attualmente invece i suoi interventi sono decisamente fuori tempo. Il calcio è un'altra cosa ed anche il Brasile non è solo calcio.

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