lunedì 16 gennaio 2012

EuroStory- Italia 1968

 L’eliminazione patita dalla Nazionale Italiana ai Mondiali d’Inghilterra per mano della Corea del Nord, che qualcuno in maniera provocatoria e superficiale avevano battezzato come “una squadra di ridolini”, pesava come un macigno nel morale del calcio azzurro. Oltretutto in un periodo storico in cui l’amor patrio e l’attaccamento alla maglia conservavano un fattore ancora determinante rispetto a quello attuale. L’Italia aveva bisogno di rinascere dal punto di vista sportivo d in particolar modo calcistico. Non si potevano più tollerare figuracce come quella rimediata a Middlesbrough, dove gli azzurri furono messi in ginocchio da un impavido dentista nordcoreano dal nome quasi impronunciabile di Pak Doo Ik. Soltanto molti anni più tardi venimmo a sapere che questo calciatore di professione non era dentista ma tipografo dell’esercito del paese.


 Nel frattempo la Coppa Europa stava accrescendo velocemente il proprio prestigio ed alla sua terza edizione si iscrissero tutte o quasi le federazioni affiliate all’organismo calcistico del Vecchio Continente o almeno tutte le selezioni di maggiore tradizione. Per al prima volta fu varata una fase eliminatoria a gironi, che aumentò il numero di partite giocate ma anche le emozioni per ciascuna delle contendenti. Infatti, non mancarono clamorose sorprese, in quanto la Germania Ovest non riuscì a qualificarsi in un girone comprendente la forte ma giovane Jugoslavia e l’Albania. I teutonici furono bloccati proprio a Tirana sullo 0-0 dagli albanesi nel match decisivo. Anche l’Olanda che stava ancora approcciando e sperimentando il calcio totale uscì per mano dell’Ungheria, mentre la Spagna precedette la Cecoslovacchia. Un’altra sorpresa arrivò dal raggruppamento in cui giocava il Portogallo, terzo i Mondiali inglesi del ’66, ma sorpreso dall’emergente Bulgaria del talentuoso Georgi Asparoukov. I bulgari superarono a Sofia i lusitani con gol di Dermendzhiev.

 I quarti di finale proposero sfide affascinanti, in cui l’Inghilterra Campione del Mondo ebbe la meglio sulla Spagna, vincendo in rimonta una gara magistrale al Bernabeu. La Jugoslavia, invece, annientò la Francia rdicolizzandola per 5-1 a Belgrado, mentre l’URSS ribaltò il risultato di fronte agli ungheresi, che volevano in qualche modo vendicarsi dei soprusi politici dei sovietici. Non poche difficoltà paventò l’Italia affidata a Ferruccio Valcareggi. Dopo aver eliminato nel proprio girone Romania, Svizzera e Cipro, gli azzurri incapparono negli ostici bulgari. L’Italia limitò i danni a Sofia, perdendo per 3-2. Quindi, al San Paolo rifilò un secco 2-0 agli avversari dell’est con gol di Domenghini e Prati. L’uomo nuovo del calcio azzurro si chiamava Gigi Riva, bomber del Cagliari e poderoso trascinatore. Per il resto ci pensano i buoni uffici di Artemio Franchi, che convince i dirigenti dell’UEFA a far disputare la fase finale della Coppa Europa in Italia.

 La Dea bendata favorì spudoratamente gli azzurri. L’Italia in semifinale eliminò a Napoli l’URSS senza violare la porta di Pscescennikov. Il portiere sovietico che prese il posto di Jascin. Il lancio della monetina premiò gli azzurri, dopo che tempi regolamentari e supplementari erano terminato sull’ 0-0. Mentre a Firenze a sorpresa usciva di scena anche la maggior candidata alla vittoria finale. L’Inghilterra venne piegata da un gol di Dzajic. A dire il vero le fortune azzurre non conoscono tregua. La finalissima del torneo ha un epilogo inatteso ma favorevole agli italiani. All’Olimpico di Roma l’Italia guadagna in extremis un pareggio. Dopo il gol di Dzajic e diversi interventi provvidenziali di Zoff, impatta a sette minuti dalla fine Domenghini con una fortuita ciabattata su punizione dal limite. Si va al replay con l’Italia che ha un’altra testa ed in poco meno di mezz’ora liquida i pur bravi slavi. Il primo gol è di Riva (tra i migliori calciatori italiani di sempre) quindi raddoppio l’emergente Inastasi, catanese in forza al Varese ma che sta passando alla Juventus. Dopo trent’anni l’Italia porta a casa un trofeo importante. Il primo e per ora unico trofeo di Campione d’Europa. Il calcio italiano trionfa anche mentre si afferma il movimento studentesco giovanile. La società attua dei cambiamenti epocali, mentre l’Italia si riscatta nel calcio, dopo cocenti delusioni.

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