lunedì 28 novembre 2011

Quando il calcio fa male


Gary Speed con la maglia del Newcastle United
"Tutti sapevano che Gary Speed era un gentleman", ha detto Michael Owen, fuoriclasse del Manchester United e del calcio inglese, ma il Regno Unito è sconvolto dalle notizie arrivate ieri mattina da Hungtigton, dove nella sua casa è stato trovato impiccato il corpo di Gary Speed, il Commissario Tecnico della Nazionale del Galles. Aveva 42 anni Speed ed era stato un calciatore di grandissimo successo con le maglie di Leeds United, Everton, Newcastle United, Bolton e Sheffield United ed aveva vestito in 85 occasioni, con 7 gol, la maglia del Galles, il suo paese. In Premier League aveva del resto collezionato oltre 500 presenze e nel ’92 aveva vinto il titolo nazionale con i bianchi del Leeds United.
 La sua è un suicidio che sorprende e che l momento non trova valide spiegazioni. La polizia pare che non abbia riscontrato indizi particolari che possano far pensare a qualcosa di diverso da un suicidio.
 Nel mondo del calcio purtroppo quello di Speed non è il primo suicidio. Nel 2009 si tolse, infatti, la vita Robert Enke, portiere dell’Hannover e della nazionale tedesca, caduto in depressione dopo la perdita di un figlio. Un caso analogo nell’ottobre del ’97 aveva indotto nel gesto disperato Ramiro Castillo, capitano della nazionale boliviana. Il 3 maggio del 1998, invece, si uccise in un garage a Londra Justin Fashanu. Era stato il primo calciatore a dichiarare pubblicamente di essere gay. Fu ripudiato dal mondo del calcio ed anche dalla comunità nera britannica e soprattutto dal famoso fratello John, attaccante di prestigio del Wimbledon e reso famoso in Italia da Mai dire gol. Si tolse la vita in seguito ad accuse di stupro su un 17enne americano mai acclarate. Aveva giocato nel Norwich City, nel Nottingham Forest e nel Notts County ed in mote altre squadre.
 Il caso più vicino al nostro paese è quello di Agostino Di Bartolomei, morto suicida il 30 maggio del 1994 a San Marco di Castellabate nel Cilento. Era stato il capitano di una grande Roma. Tentativo che fortunatamente nel 2006 non riuscì allo juventino Pessotto.
 Il suicidio di Speed arriva a pochi giorni di distanza da quello sventato di Babak Rafati, un arbitro della Bundesliga che si era tagliato le vene prima di Mainz-Colonia, e prodigiosamente messo in salvo.

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