di Vincenzo
Paliotto
Con cadenza
quasi quotidiana lo vediamo apparire sul piccolo schermo e più precisamente
sulle frequenze di Gold7TV come
opinionista per la trasmissione DirettaStadio,
dove si commentano appunto in tempo reale le partite del campionato italiano ma
anche delle competizioni europee. Ma Mauro Bellugi, classe 1950 di
Buonconvento, ha potuto vantare di una luminosa carriera sui campi di calcio,
purtroppo conclusa prematuramente per i postumi di un infortunio, ma senza
dubbio di notevole spessore. Bellugi in pratica si ritirò dall’attività
agonistica a poco più di 31 anni, anche se nell’aspetto sembrava più vecchio
dell’età che aveva e ciò indusse simpaticamente Elio e le storie tese a citarlo in un verso della canzone Urna in cui si diceva: “64, gli anni di Bellugi”, ma lo stopper
era in realtà molto più giovane. Le sessantaquattro primavere le compirà
infatti soltanto nel 2014.
Debuttò
nelle file dell’Inter nel ’69 al Meazza in un Inter-Palermo 2-1. Nella stagione
successiva del 1970/71 vinse peraltro uno strepitoso Scudetto, pur non
indossando sempre la maglia da titolare. Infatti, dal 1969 al 1974 il buon
Mauro faticò ad affermarsi in nerazzurro, pur collezionando 90 presenze in
campionato, senza tuttavia riuscire ad affermarsi definitivamente. Troppo
pesanti risultavano in qualche caso le eredità dei grandi difensori nerazzurri
come Picchi, Guarnieri e Burgnich. E Milano non portò propriamente fortuna ad
un calciatore dalle grandi potenzialità. Nel ’72 giocò anche la finale di Coppa
dei Campioni di fronte all’Ajax perdendola, ma se la cavò fin troppo bene
contro i mostri sacri Cruyff e Piet Keizer.
Ad ogni
modo, dal ’74 al ’79 si accasò al Bologna, quasi svenduto dall’Inter, ma
proprio in rossoblu Bellugi trovò la sua forma e l’affermazione migliore,
proponendosi come il miglior stopper del calcio italiano. Infatti, il
Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Enzo Bearzot lo portò in Argentina
ai Mondiali del ’78 nelle vesti di titolare in una squadra quasi tutta
juventina, ad eccezione dello stesso Bellugi, del fiorentino Antognoni e del
vicentino Pablito Rossi. Non a caso le sue presenze in azzurro furono ben 32 nel
corso della sua carriera. Vi aveva debuttato il 7 ottobre del ’72 in un match
che l’Italia aveva vinto largamente per 4-0 in Lussemburgo.
Quindi,
nell’estate del ’79 Bellugi decise di accasarsi all’ambizioso Napoli, anche se
la sua parentesi azzurra durò lo spazio di una sola stagione con 26 presenze
all’attivo in campionato. Il Napoli
naufragò malamente in campionato e lo stopper ex-bolognese non tenne fede alle
aspettative di Ferlaino, che lo cedette nel successivo calciomercato alla
neopromossa Pistoiese. Purtroppo quel Napoli deluse ampiamente le attese e lo
stesso Bellugi non riuscì a tenere alto il livello di rendimento che lo aveva
sempre contraddistinto. Quella con gli arancioni di Pistoia peraltro fu la sua
ultima stagione della sua carriera agonistica. I postumi di un infortunio lo
costrinsero al ritiro anticipato.
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