giovedì 3 maggio 2012

Sotto due Bandiere: Mauro Bellugi


di Vincenzo Paliotto

 Con cadenza quasi quotidiana lo vediamo apparire sul piccolo schermo e più precisamente sulle frequenze di Gold7TV come opinionista per la trasmissione DirettaStadio, dove si commentano appunto in tempo reale le partite del campionato italiano ma anche delle competizioni europee. Ma Mauro Bellugi, classe 1950 di Buonconvento, ha potuto vantare di una luminosa carriera sui campi di calcio, purtroppo conclusa prematuramente per i postumi di un infortunio, ma senza dubbio di notevole spessore. Bellugi in pratica si ritirò dall’attività agonistica a poco più di 31 anni, anche se nell’aspetto sembrava più vecchio dell’età che aveva e ciò indusse simpaticamente Elio e le storie tese a citarlo in un verso della canzone Urna in cui si diceva: “64, gli anni di Bellugi”, ma lo stopper era in realtà molto più giovane. Le sessantaquattro primavere le compirà infatti soltanto nel 2014.


 Debuttò nelle file dell’Inter nel ’69 al Meazza in un Inter-Palermo 2-1. Nella stagione successiva del 1970/71 vinse peraltro uno strepitoso Scudetto, pur non indossando sempre la maglia da titolare. Infatti, dal 1969 al 1974 il buon Mauro faticò ad affermarsi in nerazzurro, pur collezionando 90 presenze in campionato, senza tuttavia riuscire ad affermarsi definitivamente. Troppo pesanti risultavano in qualche caso le eredità dei grandi difensori nerazzurri come Picchi, Guarnieri e Burgnich. E Milano non portò propriamente fortuna ad un calciatore dalle grandi potenzialità. Nel ’72 giocò anche la finale di Coppa dei Campioni di fronte all’Ajax perdendola, ma se la cavò fin troppo bene contro i mostri sacri Cruyff e Piet Keizer.

 Ad ogni modo, dal ’74 al ’79 si accasò al Bologna, quasi svenduto dall’Inter, ma proprio in rossoblu Bellugi trovò la sua forma e l’affermazione migliore, proponendosi come il miglior stopper del calcio italiano. Infatti, il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Enzo Bearzot lo portò in Argentina ai Mondiali del ’78 nelle vesti di titolare in una squadra quasi tutta juventina, ad eccezione dello stesso Bellugi, del fiorentino Antognoni e del vicentino Pablito Rossi. Non a caso le sue presenze in azzurro furono ben 32 nel corso della sua carriera. Vi aveva debuttato il 7 ottobre del ’72 in un match che l’Italia aveva vinto largamente per 4-0 in Lussemburgo.

 Quindi, nell’estate del ’79 Bellugi decise di accasarsi all’ambizioso Napoli, anche se la sua parentesi azzurra durò lo spazio di una sola stagione con 26 presenze all’attivo in campionato.  Il Napoli naufragò malamente in campionato e lo stopper ex-bolognese non tenne fede alle aspettative di Ferlaino, che lo cedette nel successivo calciomercato alla neopromossa Pistoiese. Purtroppo quel Napoli deluse ampiamente le attese e lo stesso Bellugi non riuscì a tenere alto il livello di rendimento che lo aveva sempre contraddistinto. Quella con gli arancioni di Pistoia peraltro fu la sua ultima stagione della sua carriera agonistica. I postumi di un infortunio lo costrinsero al ritiro anticipato.

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