venerdì 2 settembre 2011

L’Italia che sciopera ricomincia dalle Far Oer

di Vincenzo Paliotto

 Il metronomo Andrea Pirlo dal ritiro di Coverciano ha ammesso candidamente che forse questo sciopero con un po’ di buon senso si poteva evitare e che: “Le tasse le abbiamo sempre pagate e ne pagheremo anche delle altre se ce ne fosse bisogno”. Del resto lo stesso Commissario Tecnico Prandelli ha sentenziato come un clamoroso autogol questo sciopero. Meno male che si dovrebbe ripartire, però, perché nel frattempo mentre la Lega ed i calciatori trovano a fatica l’accordo, il Presidente del Cagliari Cellino tuona che Beretta se ne deve andare perché lui un posto di lavoro già ce l’ha. E’ infatti responsabile della comunicazione Unicredit, mica roba da poco. Il problema, però, è che Beretta ricopre un incarico in Lega ad interim, fino quando non gli trovano un sostituto adeguato. Un Presidente che insomma vada bene a tutti. Intanto da Montecitorio, sponda leghista, spunta qualcuno che scrive un emendamento che contiene più tasse per i calciatori e gli sportivi in generale che guadagnano tanto. Damiano Tommasi ha comunque tutte le intenzioni di rompere l’embargo e chiudere la trattativa.
 A fatica, dunque, il nostro calcio si accinge a ripartire, in attesa chissà di un altro polverone, mentre la Nazionale ricomincia la propria corsa verso la Coppa Europa dalle Isole Far Oer, dove affronterà l’undici locale in un match che addirittura potrebbe garantire la qualificazione. Prandelli si affida a Cassano e a Pepito Rossi, un mancato arrivo nel campionato italiano anche se più volte annunciato. L’Italia del pallone che sciopera dunque ricomincia dalle Far Oer, dove il calcio si gioca a ritmi puramente dilettantistici.

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