festeggiano Veron, Almeyda e Simeone |
di
Vincenzo Paliotto
Diego Pablo Simeone, argentino di Buenos
Aires classe ’70, è attualmente allenatore di successo all’Atletico Madrid, ma
storicamente rappresenta il secondo delitto di mercato in casa interista degli
ultimi decenni. Il primo fu Roberto Carlos, sbolognato come un brocco da tal
RoyHodgson, prima di vincere tutto con il Real Madrid, ma Simeone fu mandato
via dai nerazzurri nell’estate del ’99, dopo due anni intensi, in cui
l’argentino contribuì alla vittoria in Coppa UEFA a Parigi contro la Lazio e al
raggiungimento del 2° posto in campionato alle spalle della Juventus e di
arbitraggi a dir poco scandalosi. Simeone andò via da Milano nel momento in cui
stava diventando un punto di riferimento epr i nerazzurri.
Ma lo storia del Cholo Simeone parte da ben
più lontano, da quando nel 1990 finì nelle pagine del famoso archivio di Romeo
Anconetani, prestigioso Presidente del Pisa ed il primo vero talent scount del
calcio italiano, un precursore per tutti gli operatori di mercato. Anconetani
scopriva talenti ovunque, in Italia e all’estero, pagandoli poco e rivendendoli
alle grandi squadre. Simeone fu prelevato dal VelezSarsfield, rimase due anni
al Pisa, prima di approdare al Siviglia e all’Atletico Madrid, dove visse il
suo grande amore calcistico, vincendo una Liga e una Copa del Rey da
protagonista. Così per 12 miliardi lo prende l’Inter nel ’96. Il feeling con la
tifoseria a San Siro fu ottimo, così come la sua grinta, ma un presunto litigio
con Ronaldo lo costrinse ad andare via.
Fu in questa occasione che fiutò il grande
affare Sergio Cragnotti per la Lazio. Simeone diventò un alfiere
imprescindibile per i biancocelesti ed il suo apporto per la conquista dello
Scudetto del 1999/2000 fu fondamentale. Il 1° aprile del 2000 decise lo scontro
diretto al cospetto della Juventus a Torino. Cross preciso e geometrico di
Veron ed inzuccata vincente del Cholo, che superò imparabilmente l’olandese
lungamente discusso Van derSar. La Lazio corsara di Torino ridusse lo scarto in
classifica dai bianconeri da 6 a 3 punti e proprio Simeone con quattro gol
decisivi nelle ultime giornate completò la rimonta i danni dei torinesi. La
Lazio vinse il secondo tricolore della sua storia e qualche settimana più tardi
realizzò il double con la Coppa Italia. L’Inter, che manifestava rimpianti per
la sua cessione, fu battuta ancora da un gol decisivo dell’argentino. Quella
romana era una squadra fortissima allestita con i soldi di Cragnotti: Nedved,
Veron, Mancini, Almeyda, Conceincao, Boksic, Stankovic, Mihajlovic, Salas e gli altri.
Ai biancocelesti non mancava nulla. L’allenatore era Sven Goran Eriksson, un
gran tecnico svedese. La Lazio portò via lo Scudetto alla Juve di Zidane. L’
esperienza laziale di Simeone si prolungò fino al 2003, diventando uno dei
calciatori più amati della Curva Nord per la sua garra ed il suo attaccamento ai colori. Colori che non si sbiandirono
neanche il 5 maggio del 2002. La Lazio battè l’Inter con lo Scudetto già in
tasca 4-2 a Roma. Segnò anche Simeone, che però non festeggiò il gol contro la
sua ex-squadra.
Simeone poi tornò nel suo Atletcio Madrid e
quindi chiuse la carriera agonistica in patria al Racing Avellaneda. Con
l’Academia biancoceleste iniziò anche ad allenare, poi passò all’Estudiantes,
al River Plate e al San Lorenzo de Almagro, prima dell’esperienza a Catania nel
2011. Ma ancora una volta il VicenteCalderòn divenne il tempio sacro delle sue
affermazioni. Con i colchoneros
vinse tutto in poco tempo, persino una storica Liga nel 2014, dopo un pareggio
al Camp Nou in casa del Barca. L’ultimo titolo dell’Atletico era arrivato
proprio grazie alle prodezze del Cholo, giocatore impagabile e dai gol
assolutamente decisivi.
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