di Vincenzo Lacerenza (www.calciofuorimoda.blogspot.com)
The Strongest: Aragon, Villegas, Quinteros, Illanes, Fontana, Arce, Ortega, Montano, Gimenez, Luna, Ayaviri. All: Moises Barack
Emelec: Baldriz, Fajardo, Capurro, Canga, Verduga, Russo, Ron, Mendoza, Lezcano, Carrion, Aviles. All: Guillermo Reinoso
Marcatori: Aviles 10', Quinteros 12', Gimenez 27', rig. Russo 35', Russo 47', Ortega 55', Luna 89'.
Arbitro: Alberto Tejada (PER)
Trionfatore dell'Apertura boliviana, dall'alto delle dieci vittorie e dei ventiquattro punti racimolati, e poi vincitore del titolo nazionale, conquistato nella finalissima con l'Oriente Petrolero, detentore del titolo di Clausura, il The Strongest si appresta a vivere l'avventura continentale. Come sempre, a determinare le rivali, sono criteri di natura geografica. Il gruppo designato è il primo: girone in cui vengono sistemate le compagini provenienti da Bolivia e Ecuador. Insieme a El Tigre, a rappresentare la Bolivia, ci sono anche i vicecampioni nazionali dell'Oriente Petrolero, mentre Emelec e Barcelona compongono la maestranza ecuatoriana. Si parte subito con i fuochi d'artificio. Il 14 Marzo, a La Paz, va in scena il derby. I Refineros sono in cerca di vendette. Vogliono dimenticare al più presto la rete di Quinteros, che li ha costretti a rinunciare alla corona nazionale. Non ci riusciranno. La sceneggiatura è identica a quella di dieci giorni prima: i gialloneri liquidano il sodalizio di Santa Cruz de la Sierra con un perentorio 2-0. E' la partenza ideale per gli uomini di Moises Barack, tecnico peruviano non nuovo ad imprese [1] (nel 1976 condusse l'Union Huaral, prima squadra al di fuori dell'agglomerato urbato di Lima, ad aggiundicarsi il titolo Descentralizado). Un buon viatico in vista delle decisive sfide con le compagini ecuadoregne. Che di lì a poco infiammeranno la lotta per la qualificazione. La prima è in programma una settimana più tardi. Si gioca nuovamente davanti al pubblico amico. Sulle alture della capitale boliviana è atteso l'Emelec, formazione da prendere con le pinze, allenata da Guillermo Reinoso.
Il Tigre de Achumani, sfavorito sulla carta, può comunque giocarsi, sul tavolo dell'incontro, alcune carte non convenzionali: i quasi quattromila metri d'altitudine dello stadio Hernando Siles, l'aria rarefatta e l'imprevebile decifrabilità delle traiettorie del pallone, che essi ne comportano, sono fattori che potrebbero stravolgere le gerachie tecniche della sfida. A confermarlo sono le statistiche. Qui infatti la Bolivia ha fatto registrare una serie di record, difficilmente replicabili se si fosse giocato da un'altra parte: all'Hernando Siles la Verde, nel 1963, ha conquistato la sua unica Copa America, e, sempre a queste altitudini, nel 1993, sarà la prima nazionale a battere il Brasile in una gara valida per le qualificazioni mondiali. In uno scenario del genere può succedere di tutto. Ma, le variabili impazzite delle ande boliviane, non sembrano intimorire gli ospiti. Che prima dello scoccare del quarto d'ora passano: Raul Aviles - leggenda del calcio ecuatoriano, tra i pochi ad aver assaporato entrambe le tonalità del caleidoscopio Astillero - sguscia sulla fascia, disorienta un paio d'avversari, converge e, con un mancino a giro, infila l'impietrito Aragon.
La riscossa del Gualdinegro non si fa attendere: due giri di lancette più tardi, l'argentino Gustavo Quinteros - per lui un futuro in patria tra le fila di San Lorenzo e Argentinos Juniors - ha già rimesso a posto le cose. Il pareggio però non rabbonisce i bollenti spiriti gialloneri. Che fiutano il momento di appannamento avversario, e, al 27', mettono la testa avanti: a firmare la rete del sorpasso è il paraguagio Julian Gimenez. Passata la bufera, los Electricos si riorganizzano. Poi sale in cattedra Carlos Gerardo Russo - difensore ex River Plate approdato quell'anno a Guayaquil - che prima riporta in equilibrio le sorti della gara, trasformando un calcio di rigore, e poi, in avvio di ripresa, eseguendo magistralmente una punizione dal limite, permette ai suoi di operare il controsorpasso. Nuovo scossone. Decisivo? Macchè. Si sale e si scende dall'altalena. Nuovo giro sulle montagne russe al 55', quando i gialloneri pervengono all'ennesimo pareggio: tutto merito di Mario Ortega, bravo ad impallinare un inerme Baldriz. Il nuovo equilibrio generato dalla rete di Ortega è come bromuro sulle pulsioni offensive delle due contendenti. In fondo, il risultato di parità, accontenta un po' tutti: i gialloneri, dopo la vittoria inaugurale con l'Oriente Petrolero, potrebbero vantare un'ottima media inglese, mentre, dal canto loro, i biancoazzurri, considerando le insidie della trasferta boliviana, non disdegnerebbero il secondo punto consecutivo, raccattato su altrettante gare disputate lontano da casa. Ma, si sa, fare calcoli, non è prassi sudamericana.
E, proprio mentre il pari appare inschiodabile dal tabellone, arriva la doccia gelata per gli ospiti: l'eroe della serata risponde al nome di Sergio Luna, capelluto attaccante argentino, lesto a piazzare la zampata decisiva. Tre punti preziosi per il Decano. Che si riveleranno fondamentali alla fine della fiera. In un finale al cardiopalma, deciso al fotofinish, sarà la miglior differenza reti nei confronti dei compatrioti dell'Oriente Petrolero, a catapultare i gialloneri nella fase ad eliminazione diretta. Raggiunta, nonostante l'avvio incerto, anche dall'Emelec, vincitore del gruppo 1. Entrambe però avranno vita breve nella competizione: fuori agli ottavi, per mano dei cileni dell'Universidad Catolica, i boliviani; giustiziati sportivamente ai quarti dal Barcelona Sc, dopo aver superato i peruviani dell'Union Huaral, los Electricos.
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