di Vincenzo Lacerenza (www.calciofuorimoda.blogspot.com)
Rosenborg-Strømsgodset 3-2 (Trondheim, 12/06/1940, 1. divisjon, nona giornata)
Rosenborg: Fossen, Jennssen, Rønnes, Eggen, Hvidsand, Haagenrund, Christiansen, Tingstad, Sunde, Iversen, Kleveland
Marcatori: I. Petersen 7', Iversen 20', 51', 71', S. Petersen 55
Ripreso dopo la pausa bellica, con la rinnovata formula della Hovedserien, nel '61-62, per dare una cadenza annuale al torneo, la Norges Fotballforbund, il massimo ente pallonaro norvegese, da vita ad un torneo di transizione: sedici compagini, assemblate in unico girone, si affrontano in gare di andate e ritorno. Elementari i criteri d'assegnazione del titolo nazionale: non essendo previsti playoff in appendice alla stagione, chi durante l'arco del torneo, raggranella il maggior numero di punti, può fregiarsi dello scettro nazionale. Per portare a termine il maquillage però, non può mancare il consueto colpo di forbice: per riassestare gli equilibri in essere tra le varie categorie del calcio norvegese, eccezionalmente per questa stagione, saranno ben otto le squadre che scivoleranno in cadetteria. Poi, a partire dall'anno seguente, si renderanno visibili gli effetti della trasformazione. Che, sostanzialmente, potranno essere rintracciati in una struttura più snella: le due matricole, sommandosi alle otto restanti, andranno a delineare il quadro dei nuovi campionati. Sono proprio quelli gli anni in cui, il Rosenborg, sodalizio di Trondheim, fondato nel 1917 da una costola dell'Odd, inizia a cogliere i primi successi in patria: i Troillongan prima mettono in bacheca una Norgesmesterskapet, la coppa nazionale in salsa norvegese, conquistata, per ironia della sorte nel 1960, proprio ai danni dell'Odd, e poi, quattro anni più tardi, bissano quel trionfo, sbrigando in finale la pratica Sarsborg.
Se però da un lato i bianconeri fanno incetta di trofei, ampliando progressivamente il proprio palmares, in campionato, paradossalmente, vivono stagioni tribolate: addirittura nel trienno '63-66, i Troillongan, si dibattono, sommessamente, sui campi spelacchiati della seconda divisione. Ma è soltanto questione di tempo. La risalita dagli inferi è datata 1967: trascinati da giocatori del calibro di Haral Sunde, Nilse Arne Eggen, leader difensivo che in futurò diventerà l'allenatore più titolato del movimento calcistico norvegese, ma soprattutto da Odd Iversen, impavido e munifico centravanti anche della selezione scandinava, i bianconeri tornano a menare le danze in massima serie. E, al primo tentativo, centrano immediatamente il bersaglio grosso: grazie ad un Iversen sugli scudi, capocannoniere del torneo con diciassette centri all'attivo, i Troillongan festeggiano il primo titolo nazionale della propria storia. L'alloro patrio però, oltre alla gloria, comporta diversi oneri e responsabilità. Tra questi sicuramente quello di dover rappresentare il proprio paese sul palcoscenico continentale: in quanto campione di Norvegia infatti, tocca al Rosenborg, nella stagione '67-68, tenere alto l'onore del calcio norvegese. Ma, il ruolo di portabandiera, mal si confà ai ragazzi di Knut Naess: al primo turno sono gli austriaci dell'Rapid Vienna ad interrompere bruscamente il percorso europeo del Ballklub.
Che in campionato ingaggiano un duello all'ultimo sangue con il Lyn, avversario temibile determinato a frapporsi tra i bianconeri e il bis nazionale. Conduce un campionato di vertice anche lo Strømsgodset : il collettivo di Drammen, città ad una manciata di chilometri da Oslo, alla sua seconda comparsa in massima divisione, prova a dar filo da torcere all'elite pallonara norvegese, minando i rapporti di forza nelle alte sfere della graduatoria. Lo scontro diretto con i Troillongan è in programma alla nona giornata. Al redde rationem del Lerkendal Stadion, i bianconeri, arrivano dopo un avvio condizionato da due pesanti rovesci con concorrenti dirette per il titolo: anche se il filotto di quattro successi consecutivi, ha sensibilmente aggiustato le cose, le sconfitte patite nelle prime giornate con Viking e Lyn, hanno allontanato i bianconeri dalla vetta. Consapevoli di quanto di buono prodotto finora, i Godset, spensierati e senza particolari assilli di classifica, sono pronti a giocarsi le proprie carte in quello che ha tutte le sembianze di un esame di maturità. E, tra gli spalti ghiacciati di Trondheim, sono proprio i biancoblu a passare in vantaggio: autore del goal, al settimo minuto di gioco, è tale Ingar Pettersen, novantanove reti per lui con la maglia biancoblu, al quale ha votato l'intera carriera calcistica. Il blitz di Pettersen scuote dal torpore i padroni di casa. E soprattutto Iversen: il padre di Steffen, si carica i compagni sulle spalle, e, nel giro di mezzora, prima pareggia i conti e poi sigla il punto del sorpasso. Lo scatto d'orgoglio dei Troillongan, concretizzato dall'uno-due terrificante del prorpio uomo chiave, potrebbe destabilizzare chiunque. Non i biancoblu.
Che non si scompongono e, al '55, acciuffano il pari. Ad inchiodare nuovamente il risultato è Steinar Pettersen, fratello maggiore di Ingar. Adesso è ufficiale: per avere ragione dello Strømsgodset, occorre fare i conti con la famiglia Pettersen. Ma, questioni dinastiche a parte, la voglia di vittoria dei bianconeri è troppo forte: la tripletta personale di Iversen, manda in visibilio i quindicimila paganti assiepati sugli spalti e consegna tre punti preziosi al Ballklub. Non basteranno: il Lyn precederà d'un incollatura la banda di Naess, laurendosi campione di Norvegia per la seconda e finora ultima volta nella propria storia. Da archiviare con soddisfazione, sarà anche il torneo dello Strømsgodset: l'undici di Dramemn terminerà la stagione al quarto posto, alle spalle del Viking, andando ben oltre le più rosee aspettative.
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