martedì 10 marzo 2015

Esterophilia: Austria-Rapid Vienna del 1935


Austria Vienna
di Vincenzo Lacerenza (www.calciofuorimoda.blogspot.com)

Austria Vienna-Rapid Vienna 1-0 (Vienna, 24/09/1933, I. Liga austriaca, quarta giornata)


Austria Vienna: Billich, Graf, Nausch, Najemnik, Mock, Gall, Molzer, Stroh, Sindelar, Spechtl, Viertl. All: Josef Blum

Rapid Vienna: Raftl, Jestrab, Tauschek, F. Wagner, Smistik, Pesser, Ostermann, Kaburek, Bican, Binder, Vytlacil. All: Edi Bauer

Reti: Spechtl 35'

Terminata l'esperienza della 1. Klasse, torneo posto sotto l'egida della Niederösterreichischer Fussballverband, la più antica delle nove federazioni calcistiche regionali austriache, dal 1925 il massimo campionato nazionale cambia governance e denominazione: il ponte di comando passa alla Wiener Fußball-Verband, l'ente pallonaro operante nello stato federato di Vienna, mentre la dicitura "1 Classe" viene riposta in soffitta, in favore di una più moderna "1. Liga". Rinnovi e restyling che però non intaccano la formula: rimangono dodici le compagini che si battagliano lo scettro asutriaco in gare di andata e ritorno. A mutare sono soltanto i rapporti di forza: l'avvento dell'Admira Vienna interrompe il monopolio degli Hütteldorfer, capaci di spadroneggiare nella precedente manifestazione, laureandosi campioni nazionali in ben nove edizioni e lasciando soltanto le briciole alle rivali.
Sono gli anni del Wunderteam, la mirabolante selezione nazionale austriaca guidata da Hugo Meisl, una delle figure più innovative e carismatiche mai apparse sulla scena calcistica mondiale. A cinque anni dall'Anschluss, evento che calpesterà brutalmente l'identità e la coscienza di un intero popolo, nella stagione 1933-34, molti degli elementi di spicco del giocattolo perfetto plasmato e forgiato da Meisl, impreziosiscono le rose delle più blasonate compagini del Paese. Ad esporre le più nutrite e splendenti collezioni di gioielli sono il Rapid Vienna e l'Austria Vienna: se i Rapidler possono vantare un attacco atomico, in cui figurano autentiche leggende di questo sport come Franz "Bimbo" Binder e Josef Bican, due tra gli attaccanti più munifici di ogni epoca, i Veilchen non sono da meno, potendosi permettere il lusso e l'onore di avere una spina dorsale composta da personaggi del calibro di Walter Nausch, interditore di grande fama, nonchè indiscusso pilastro del Wunderteam, Hans Mock e Josef Stroh, interno di centrocampo dall'evidente propensione offensiva.
Proprio Stroh, costretto come i suoi compagni ad intrupparsi coattivamente con l'espressione calcistica del Terzo Reich, si era reso protagonista di un singolare episodio in tempi appena prossimi all'Anschluss: in una sessione d'allenamento, davanti ad un pubblico prevalentemente austriaco, aveva osato irridere Fritz Szepan, suo nuovo compagno di squadra, con una serie di palleggi irriverenti, quasi ad ostentare la superiorità tecnica del contingente austriaco. Il gesto suscitò il delirio dei tifosi austriaci presenti sugli spalti, mandando su tutte le furie lo stesso Szepan, che reagì insultando pesantemente il calciatore viennese, rimediando, così facendo, un'accorata dose di applausi dalla frangia teutonica del pubblico.
Tutto il peso dell'attacco era sorretto poi dalla spavalda eleganza di Matias "Cartavelina" Sindelar, il leggendario centravanti del Wunderteam che, ai tempi dell'Anschluss, si ribellò al Fuhrer, disertando la nazionale tedesca. Dopo un avvio di carriera all'Herta Vienna, aveva sciorinato tutta la propria classe cristallina tra le fila dei Veilchen e agli ordini di Meisl, prima di disconoscere la pantagruelica annessione nazista e, probabilmente, pagando con la vita il proprio coraggio-oltraggio un anno più tardi, quando con la sua compagna, Camilla Castagnola, fu rinvenuto privo di vita in circostanze poco chiare.
Nonostante potesse contare sulla tecnica sublime di un fuoriclasse come Cartavelina, l'Austria Vienna aveva vissuto un avvio di campionato a rilento, rimediando due sconfitte nelle prime tre gare del torneo. Ineccepibile invece era stato il ruollino di marcia mantenuto dai Grün-Weiße, partiti col vento in poppa e capaci di inanellare tre successi consecutivi. L'atteso esame di maturità, per testare le reali ambizioni dei biancoverdi, era rappresentato dalla sfida con gli acerrimi rivali dell'Austria Vienna.

Il 24 Settembre 1933, in un Prater in fervente ebollizione, va in scena il quarto atto della 1. Liga austriaca. Le stelle ci sono tutte, cosi come non mancano nemmeno le motivazioni: da un lato i Rapidler vogliosi di proseguire la propria cavalcata inarrestabile, dall'altra i Veilchen, bramosi di regalare un sorriso ai propri affezionatissimi tifosi. E ci riusciranno. La voglia di riscatto degli uomini di Josef Blum, novizio di tattiche e schemi passato dal campo alla panchina appena un anno prima, dopo aver chiuso la carriera agonistica nel First Vienna, non darà scampo ai biancoverdi, trafitti fatalmente da un lampo di Viktor Spechtl, cannoniere tra gli artefici della conquista della Mitropa Cup nel 1933, che in futuro migrerà in Francia, dove contribuirà alle cause di Le Havre, Lens (dove i suoi trenta centri nella stagione 36-37 saranno decisivi per la promozione dei sang et or) e Saint Etienne. Per i detentori della Mitropa Cup, soffiata l'anno prima all'Ambrosiana Inter in un'epica finale, sarà però una gioia effimera: i "Viola" termineranno il campionato al terzo posto, giungendo a sei lunghezze di distanza dall'Admira campione. Se in campionato vivranno l'ennesima stagione in sordina, continueranno invece ad entusiasmare sui palcoscenici continentali: voleranno nuovamente in finale di Mitropa Cup, dove sarà un'altra compagine italiana, il Bologna, ad impedire il bis agli austriaci. Ironia della sorte, i calciatori emiliani erano stati i giustizieri anche del Rapid Vienna, regolato ai quarti con un 7-5 aggregato, nonostante la clamorosa rimonta biancoverde del ritorno, mancata soltanto per due reti. Cosi come saranno due anche i punti che separarenno i biancoverdi dal titolo nazionale, quell'anno appannaggio dell'Admira.

 

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