Invernizzi piegato da Lo Bello |
di
Vincenzo Paliotto
Nel
1967 il giornalista e narratore per eccellenza Gianni Brera battezzò la sfida a
colpi di Scudetti e di veleni tra la Juventus e l’Inter come il Derby d’Italia, locuzione in realtà
contestata dal Milan tra il 1994 e il 2009, quando erano i rossoneri, dopo la
Juventus, a contare il maggior numero di titoli italiani vinti. Tuttavia, i
corsi e ricorsi della storia non privarono alla sfida tra Juventus ed Inter di
questo particolare e decoroso appellativo. Anche perché l’astio tra i
bianconeri ed i nerazzurri sarebbe diventato sempre più grande ed ingombrante
con il passare degli anni, crescendo in maniera esponenziale in nome dell’odio
reciproco. Soprattutto dopo le vicende di Calciopoli del 2006, che hanno
gettato ombre su alcuni Scudetti vinti dalla Juventus e consegnati d’ufficio
all’Inter e successivamente ancora una volta contestati dagli stessi
bianconeri. Una storia di intercettazioni e coinvolgimenti che hanno solamente
acuito il contrasto tra i due club e soprattutto gettato ulteriori ombre sulla
credibilità del calcio nostrano. Ad ogni modo, prima che le sfide si giocassero
poi nelle aule dei tribunali e a colpi di denunce e querele, la contesa era già
molto alta. Anche perché gli attriti all’esterno del rettangolo di gioco tra le
opposte fazioni non erano mai mancate. Come quanto insolitamente accadde nella
stagione del 1959/60: la Juventus si impose al Comunale di misura con rete del
solito John Charles al 28’, ma la tensione in campo si acuì per buona parte
dell’incontro fino ad arrivare ad un parapiglia generale. Nel corso del quale
l’interista Giovanni Invernizzi fu colpito al volto nientemeno che dall’arbitro
Concetto Lo Bello. Invernizzi poi continuò a giocare per l’intera durata
dell’incontro e soltanto al triplice fischio accusò un lieve malanno in seguito
a quella botta. L’Inter presentò reclamo, ma non servì a nulla. Nel 1961,
invece, la Juventus vinse lo Scudetto dopo una gara fatta ripetere per motivi
di ordine pubblico, che l’Inter in un primo momento aveva vinto sul campo di
misura a Torino, ma che nel replay se la erano aggiudicata gli juventini con un
largo 9-1 ai danni dell’Inter, che però aveva mandato in campo una squadra di
ragazzini in evidente segno di protesta. Non a caso il gol della bandiera dei
nerazzurri fu siglato da un giovane Sandrino Mazzola. L’Inter aveva vinto, come
detto, la prima partita sul campo per 1-0, poi il Giudice Sportivo gli aveva
assegnato addirittura la vittoria a tavolino, prima di decretare la ripetizione
dello stesso match. Vincendo quella partita, l’Inter avrebbe riaperto la lotta
per il titolo, che invece inevitabilmente fu ad appannaggio della Juve. Il
malcontento dei nerazzurri fu enorme tanto da costringere i vertici nerazzurri
a mandare in campo la formazione giovanile nel replay del match per una palese
e forse anche giustificata protesta. Quella rivalità tra bianconeri e
nerazzurri si era, comunque, infiammata ancora prima, anche in virtù del
blasone che le due squadre godevano nell’albo d’oro del campionato. Ma il 4
aprile del 1954 i torinesi avevano patito una solenne sconfitta a San Siro per
mano degli interisti.
Alfredo Foni |
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