Il Goteborg del 1982 |
Dopo i
successi incontrastati raccolti dai maggiori paesi calcistici della Vecchia
Europa, la stagione del 1981/82 registrò nell’Albo d’Oro della Coppa UEFA una
novità assoluta. Infatti, vinse il titolo continentale come sorpresa assoluta
la compagine svedese dell’ IFK Goteborg, mai assurta prima agli onori della
cronaca europea. Fondato nel 1904, il Goteborg si era affermato molte volte nel
campionato svedese, ma nelle coppe europee non aveva mai fatto registrare
qualcosa di trascendentale. Del resto lo stesso calcio svedese una sola volta
nella sua storia aveva portato un proprio club ad una finale europea: nel 1979
con il Malmoe che approdò alla finale della Coppa dei Campioni e battuto dal
Nottingham Forest. La pochezza dei risultai a livello di club andava motivata
soprattutto con il fatto che il calcio svedese rimaneva ancora legato ad uno
stato dilettantistico, con i migliori talenti che cercavano fortune in altri
campionati. Per questo in pochi avrebbero effettivamente scommesso sul
Goteborg.
Il giovane Eriksson. I
blavitt, così soprannominati quelli del Goteborg, tuttavia si affidarono ad un
giovane tecnico di Torsby quale Sven Goran Eriksson che conferì alla squadra un
gioco brillante ed allo stesso tempo redditizio. L’avventura degli svedesi
iniziò nella vicina Finlandia sul campo dell’Haka Valkeakoski, dove i blavitt
prevalsero per 3-2. Il successo al ritorno fu ben più netto con un largo 4-0. Già
al secondo turno, però, gli scandinavi trovarono molte difficoltà per aver
ragione dello Sturm Graz. 2-2
in Austria e sofferto 3-2 a Goteborg con gol di Tommy
Holmgren, Nilsson e Fredriksson. Al terzo turno gli uomini di Eriksson
rivelarono tutta la loro solidità estromettendo gli ostici rumeni della Dinamo
Bucarest, battuti 3-1 all’Ullevi di Goteborg e di misura a domicilio, con gol
ancora di Nilsson, vera bocca da fuoco della squadra. Un’altra grossa impresa
si registrò, comunque, nei quarti di fronte all’ostico Valencia, rinforzato
dall’austriaco Welzl e dal danese Arnesen. Proprio quest’ultimo realizzò una
doppietta sul terreno di casa, impattata però dai gol di Corneliusson e
Nilsson. All’Ullevi neanche gli spagnoli la spuntarono e Tomy Holmgren e
l’implacabile Fredriksson dal dischetto fissarono il punteggio sul 2-0 finale.
Gli uomini di Eriksson sembravano spesso irriducibili e si rivelarono tali in
semifinale anche al cospetto del Kaiserslautern. Infatti, i tedeschi in casa
non andarono oltre l’1-1 con gol di Hofeditz e Corneliusson. A Goteborg una
gara tiratissima, invece, si risolse dopo i supplementari. Reti di Tommy Holmgren
e Geye e gol decisivo su calcio di rigore nei supplementari del solito Stig
Fredriksson. L’IFK Goteborg, tra la sorpresa generale, approdò alla doppia
finale contro il quotato Amburgo.
La stella di Nilsson. Il vero
trascinatore de Goteborg, che avrebbe vinto il suo primo trofeo europeo
rimanendo imbattuto, si riconosceva senza ombra di dubbio nel centravanti
Torbjorn Nilsson, che con 9 reti risultava anche il capocannoniere del torneo.
Cresciuto nei dilettanti del Jonsderes, passò al Goteborg nel ’75 e, dopo una
fugace esperienza per nulla redditizia nel PSV Eindhoven, si propose come
inarrestabile bomber del Goteborg. Dopo la performance europea passò in forza
per un paio di stagioni proprio a quel Kaiserslautern che lo aveva scoperto
protagonista. Tornò quindi al Goteborg, dove chiuse la carriera di
professionista. Nel 1982 con la sua squadra centrò il tris vincendo lo
scudetto, la Coppa
di Svezia e la Coppa UEFA.
La forza del Kaiserslautern. Eliminare
il Kaiserslautern per il Goteborg era stata effettivamente un’impresa, in
quanto i tedeschi si erano comportati benissimo fino alle semifinali,
addirittura vincendo in casa con punteggi larghi contro solidi avversari. Dopo
aver eliminato l’Akademik Sofia, nel secondo turno in casa superò per 4-0 lo
Spartak Mosca ed al terzo per 4-1 il Lokeren guidato da un certo Gregosz Lato.
Tuttavia, la vittoria clamorosa arrivò nei quarti contro il Real Madrid. Le
merengues si imposero per 3-1 al Bernabeu e si recarono al Fritz Walter Stadion
convinti di passare il turno. Il Kaiserslautern quella sera fu irresistibile e
spinto sulle corsie esterne da Briegel e Brehme infilò per cinque volte la
porta del Real. I gol portavano la firma di Funkel due volte, Eilenfeldt,
Bongartz e Geye. Il Real Madrid visse una notte da incubo, il Kaiserslautern
sperava in una finale purtroppo mai raggiunta.
L’Amburgo di Hrubesch. La
squadra favorita del torneo era comunque indicato nell’Amburgo del santone del
calcio europeo Ernst Happel. Gli anseatici nell’ 80 avevano perso in finale la Coppa dei Campioni contro il
Nottingham Forest, ma in Bundesliga stavano registrando ottime cose ed erano
alla ricerca della loro definitiva consacrazione. Tuttavia, il cammino
dell’Amburgo iniziò con un’inopinata sconfitta interna per mano degli olandesi
dell’Utrecht. Anche se nel retour-match i tedeschi si imposero con uno
straripante 6-3. Arrivò, quindi, anche una sconfitta a Bordeaux, seppur di
misura per 2-1. Poi salì in cattedra il centravanti della nazionale il panzer
Horst Hrubesch, che con una doppietta schiantò i francesi al Volkparkstadion.
Il bomber si confermò decisivo anche contro i temibili scozzesi dell’Aberdeen,
vittoriosi in casa per 3-2, con l’Amburgo tenuto a galla da una doppietta del
suo centravanti. Gli amburghesi regolarono poi la pratica scozzese con una
vittoria tra le mura amiche per 3-1. Ad impensierire lo formazione di Happel fu
inaspettatamente il sorprendente Neuchatel Xamax, squadra elvetica, battuta
soltanto per 3-2 ad Amburgo. In casa gli svizzeri però non riuscirono a
schiodare il risultato dallo 0-0.
In semifinale, quindi, l’Amburgo fece un sol boccone
degli slavi del Radnicki Nis, sorpresa del torneo. L’Amburgo perse di misura in
Jugoslavia per 2-1, ma in casa si rifece senza appello con il punteggio di 5-1,
aspettando la doppia finale. Nel frattempo sullo scenario nazionale l’Amburgo
si fregiava per lo seconda volta dello scudo della Bundesliga, precedendo in
classifica di tre lunghezze l’irriducibile Colonia.
Un grande Goteborg. Tuttavia,
nella doppia finale l’Amburgo di Happel partiva senza dubbio con i favori del
pronostico. Gli amburghesi avrebbero potuto aver la meglio del Goteborg del
giovane Eriksson, che però non aveva mai perso nella corso della Coppa.
Nella gara di andata all’Ullevi di Goteborg,
ad ogni modo, i blavitt si imposero di misura grazie ad un gol nel finale di
gara dell’infaticabile centrocampista Tord Holmgren. La situazione rimaneva
tuttavia ancora a vantaggio dell’Amburgo, che avrebbe potuto recuperare il passivo
al Volkparkstadion. L’undici di Eriksson si scoprì in effetti non proprio
sprovveduto. La rosa era composta completamente da calciatori svedesi, ad
eccezione del panchinaro norvegese Schiller, e quasi tutti i giocatori non
erano considerati dei professionisti. Tuttavia, si mise in luce l’elegante
libero Glenn Hysen, il biondo centrocampista Stromberg, il centravanti Dan
Corneliusson, più gli irriducibili Tord e Tommy Holmgren ed il capitano Stig
Fredriksson.
Quindici giorni più tardi ad Amburgo, comunque,
il Goteborg riservò una spiacevole sorpresa alla squadra teutonica, superata
largamente tra le mura amiche per 3-0. Aprì le marcature Corneliusson, quindi
raddoppiò il cannoniere del torneo Torbjorn Nilsson e nel finale Stig
Fredriksson dal dischetto realizzò il gol del clamoroso ed umiliante 3-0 che
consegnava senza appelli la Coppa UEFA
al Goteborg.
Un exploit non casuale. Infatti, molti
componenti di quella squadra sbarcarono a breve nei maggiori tornei
continentali: Stromberg e Corneliusson in Italia, Nilsson in Germania, Hysen in
Olanda, mentre Sven Goran Eriksson avrebbe intrapreso una grande carriera di
tecnico, portandolo in Portogallo, Italia ed Inghilterra.
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