Diego Lopez calciatore |
Per motivi parzialmente diversi il Torino ed
il Cagliari figurano tra le squadre più blasonate, ma anche tra le più genuine
del calcio italiano. I granata sono indissolubilmente legati al mito del Grande
Torino e non solo, invece i rossoblu sardi all’intramontabile leggenda di Gigi
Riva e all’unico Scudetto isolano della nostra storia calcistica. Alla vigilia
dello scontro di domenica Torino e Cagliari convivono comunque con umori
diversi, anzi diametralmente opposti. Il Toro torna sorprendentemente a
respirare l’aria buona e senza angosce dell’alta classifica dopo il trionfale
sacco di Bergamo, mentre il Cagliari ristagna in ultima posizione, immalinconito
dalla rabbia di Cellino e dalla sua fama di divoratore di allenatore e dalla
desolazione dell’Is Arenas, che con i dovuti termini di paragone rispecchia la
pesante e drammatica vicenda dell’Alcoa.
Tuttavia,
quella del prossimo turno sarà senza dubbio una bella sfida, anche perchè il Cagliari
si affida a due nuovi allenatori, peraltro entrambi ex della casacca rossoblu.
E cioè Ivo Pulga e l’uruguagio Diego Lopez, con oltre 10 anni di militanza in Sardegna
e con oltre 300 presenze sulle spalle. Lopez arrivò in Italia nel ’98 dal Racing
Santander, dopo essere cresciuto nel River Plate di Montevideo. Esordì con
Ventura in panchina, che per ironia della sorte domenica ritroverà sempre in
panchina ma da avversario al Comunale di Torino. Con la sua nazionale, la mitica
Celeste, vinse anche la Copa America del 1995.
Nel 1970 il Cagliari riportò a Torino contro i
granata un successo epocale. Si era all’altezza dell’ultima giornata ed il Cagliari
già da due domeniche era matematicamente Campione d’Italia. Ma quel giorno
nonostante tutto i sardi onorarono comunque quell’impegno, imponendosi con un
irriverente 4-0 sterno, nel segno di Domenghini, Bobo Gori e Gigi riva, che
griffò la sua prestazione con una doppietta. Del resto Gigi Riva era uno che la
buttava sempre dentro, in qualsiasi partita o manifestazione. Rombo di Tuono,
come lo battezzò Brera, era semplicemente il più forte di tutti. Nel ’70 era
probabilmente dietro soltanto a Pelè.
Nessun commento:
Posta un commento