Un post effettivamente un po' lunghetto per ricordarmi di un fantastico Ipswich Town, squadra inglese che vinse la Coppa UEFA nel 1981. Ero piccolo ma ne ricordo quella maglia blu che mi affascinava tanto e poi c'era Paul Mariner
Dopo il successo del Liverpool del 1975/76
ai danni del Bruges, il calcio inglese era rimasto all’asciutto in Coppa UEFA
per ben cinque stagioni, evento non proprio consueto ed edificante per le
rappresentanti del calcio d’oltremanica. Tuttavia, nell’edizione del 1980/81
salì meritatamente agli onori della cronaca l’Ipswich Town, compagine che si
stava ritagliando uno spazio importante nell’aristocrazia del calcio inglese.
In effetti l’Ipswich poteva contare su un solo titolo di Campione d’Inghilterra
vinto nel 1962, tra l’altro da neopromossa in massima divisione, quindi per
diversi anni aveva vissuto nell’anonimato, anche con qualche puntata in Seconda
Divisione. Ad ogni modo, nel 1978 l’Ipswich Town trionfò in FA Cup battendo a Wembley
di misura l’Arsenal e nel 1980 sfiorò il titolo di campione d’Inghilterra,
giungendo terzo alle spalle del Liverpool e del Manchester United. I blu si
presentavano, comunque, come una formazione temibilissima con l’apporto di
gente come John Wark, Alan Brazil, Terry Butcher, Paul Mariner e gli olandesi
Arnold Murhen e Frans Thijssen. Anche se grossi meriti dell’exploit
dell’Ipswich Town andavano ascritti all’allenatore Bobby Robson, che aveva
costruito una precisa macchina da guerra.
Delusione
inglese. Le
altre rappresentanti del calcio inglese, comunque, furono alquanto deludenti e
sia il Manchester United che il Wolverhampoton Wanderers uscirono di scena al
primo turno. I red devils furono estromessi dai polacchi del Widzew Lodz, che
impattarono 1-1 all’Old Trafford e quindi a reti inviolate in casa, mentre i
wolves incapparono in un 3-1 sul terreno del PSV Eindhoven, riequilibrato
soltanto con un successo di misura a Londra.
In
verità gli stessi detentori dell’Eintracht Francopforte risultarono poco
brillanti nel corso di questa edizione della coppa. Dopo aver eliminato lo
Shaktar Donetz e l’Utrecht, patirono la vena di una sorprendente squadra
transalpina come il Sochaux. Dopo il 4-2 a favore sul terreno di casa, l’Eintracht si
vide superato per 2-0 in
Francia da una doppietta di Patrick Revelli, che dopo i fasti al Saint Etienne,
stava ora facendo molto bene con i gialloblù.
Un
bel Colonia. Una
formazione che si fece apprezzare per il suo bel gioco e i suoi bei risultati
europei fu senza dubbio il Colonia. La compagine tedesca poteva contare su un
organico eccellente con Schumacher, Littbarski, Bonhof e Dieter Muller e superò
il primo turno senza eccessivi patemi contro gli islandesi dell’IA Akranes. Al
secondo turno, però, il Colonia firmò un’impresa esaltante opposto al
Barcelona. I catalani nel match di andata si imposero in trasferta con gol di
Quini, ipotecando la qualificazione. Tuttavia, i bianchi sbancarono
sorprendentemente il Camp Nou con un incredibile 4-0. Segnarono Strack, Engels,
Littbarski e Dieter Muller ed i blaugrana rimediarono una delle loro peggiori
debacle europee. Quindi, al terzo turno il Colonia la spuntò sullo Stoccarda,
dopo aver perso per 3-1 in
trasferta. Tra le mura amiche il Colonia si impose per 4-1 dopo i tempi supplementari
con gol di Muller, doppietta di Strack e gol dell’inglese Tony Woodcock,
sbarcato dal Nottingham Forest. Nei quarti i renani giocarono un altro doppio
confronto memorabile contro i belgi dello Standard Liegi,vincendo il match
casalingo con un rocambolesco 3-2 con gol di Muller, Bonhof e Littbarski, a cui
risposero Graf e Vandersmissen. Il Colonia quindi centrò la qualificazione,
impattando a reti inviolate sul campo dello Standard. Chiuse la marcia dei
caproni soltanto un irresistibile Ipswich Town.
L’impressionante
marcia dell’Ipswich. Ad
ogni modo, l’Ipswich Town iniziò il proprio cammino europeo contro i
malcapitati greci dell’Aris Salonicco. La squadra di Robson costruiva le
proprie fortune in campionato ed in Europa proprio sul rettangolo di casa di
Portman Road. Alla prima uscita europea stagionale l’Ipswich inflisse un
pesante 5-1 all’Aris, propiziato da una quaterna di Wark e da un gol di
Mariner. Dopo aver incassato una sconfitta per 3-1 in Grecia, i blu si
ripeterono in casa contro i ceki del Bohemians Praga con un largo 3-0, con gol
di Wark, doppietta, e Beattie. Anche in questo caso nel retour-match l’Ipswich
fu superato per 2-0 a
Praga, ma al terzo turno la macchina da gol inglese travolse la temibile
compagine polacca del Widzew Lodz per ben 5-0. Wark siglò ancora una tripletta,
accompagnato dai gol di Brazil e Mariner. Anche i polacchi poi si imposero in
casa di misura, ma la qualificazione era oramai compromessa. Nei quarti la
stessa sorte toccò al Saint Etienne di Platini, battuto anche a domicilio per
4-1 e quindi a Portman Road per 3-1. I verts rimediarono una figuraccia.
L’unico avversario a tener testa all’Ipswich Town fu il Colonia di Schumacher,
che cedette di misura in Inghilterra ad un gol di Wark, per poi esser battuto
anche in casa da un colpo di testa di Butcher, che regalò all’Ipswich la
finalissima.
I
baffi di John Wark. Punto
di forza, comunque, della squadra di Bobby Robson risultò senza dubbio il
baffuto attaccante scozzese John Wark, capace di realizzare in tutto il torneo
ben 14 gol, cifra mai raggiunta da nessun altro giocatore in una sola edizione
della coppa. Wark aveva esordito diciottenne nell’Ipswich e vi rimase fino al
1984, quando passò al Liverpool. Tornò poi al suo amore per i blu dal ’91 al
’97. Un fantastico attaccante, autore di tantissimi gol in carriera. Passò alla
storia anche per la parte che interpretò nel film Fuga per la vittoria di John
Houston ed insieme a Pelè ed Ardiles.
La
forza dell’AZ 67. Le
novità migliori, comunque, erano proposte sempre in ogni caso dal calcio
olandese. E dopo il fenomeno del Twente Enschede, si segnalò quello dell’AZ 67,
giovane compagine della cittadina di Alkmaar, fondata appunto nel 1967. L’AZ
stava scrivendo pagine importanti del calcio orange e dopo la vittoria in Coppa
d’Olanda nel 1978, Kist e soci avrebbero vinto addirittura lo scudetto olandese
proprio nel 1981, costituendo l’unico caso di vittoria del titolo nazionale al
di fuori del triumvirato Ajax, Feyenoord e PSV. Dunque, un vero e proprio
evento storico. Gli olandesi avanzarono in scioltezza nei primi turni della
UEFA, manifestando un grande calcio d’attacco. Al primo turno sommersero di gol
i lussemburghesi del Red Boys Differdange, quindi nel secondo impartirono una
dura lezione al Levski Sofia, battuto per 5-0 ad Alkmaar, dopo l’1-1 in Bulgaria, e con lo stesso
punteggio persero gli slavi del Radnicki Nis, dopo un 2-2 in Jugoslavia. Tra i
marcatori si segnalava l’irresistibile Kees Kist, cresciuto nelle file
dell’Heerenveen, ma esploso in tutta la sua forza nell’AZ. Kist aveva vinto
anche la Scarpa
d’Oro nel 1979 come miglior realizzatore europeo. Tuttavia, gli olandesi
trovarono gli avversari più ostici nei quarti ed in semifinale contro il
Lokeren ed il Sochaux. Contro i francesi l’AZ pareggiò per 1-1 in trasferta con reti di
Genghini ed Arntz. Quindi, in casa prevalsero a fatica per 3-2, con il Sochaux
che aveva onorato oltre tutte le più rosee previsioni la sua stagione
continentale.
L’Ipswich
Town domina la finale. Nonostante l’AZ ’67 godesse di ottime referenze, la
doppia finale fu ad ogni modo ad appannaggio dell’Ipswich, che in maniera
particolare fece valere il fattore campo. In effetti le sorti della Coppa UEFA
si rivelarono già dalla gara di andata a Portman Road, dove la squadra di
Robson era solita mettere in chiara difficoltà gli avversari. Ed effettivamente
fu così anche contro gli olandesi di Alkmaar. Sbloccò il punteggio al 28’ il cannoniere John Wark su
calcio di rigore concesso dal tedesco Prokop per un fallo di mani di Hovenkamp,
che sulla linea di porta aveva ribattuto una conclusione di Mariner. Wark
freddamente superò Treytel. La ripresa si aprì con una improvvisa fiammata
degli inglesi, che raccolsero il raddoppio con un’incursione del centrocampista
con il vizio del gol Frans Thijssen, uno dei due olandesi della squadra.
Treytel respinse una prima conclusione di Thijssen, che poi sulla ribattuta
insaccò di testa. Il terzo gol arrivò al 56’ con Paul Mariner, irresistibile per i
difensori olandesi. L’AZ 67 provò, quindi, soltanto a contenere la furia
dell’Ipswich, anche se anche la gara di ritorno pareva abbastanza segnata. La
partita si giocò nel più capiente stadio di Amsterdam in un’altalena di gol. Al
6’ , però,
ancora Thijssen sbloccò il punteggio, agguantato subito al 9’ dall’austriaco Welzl. Al 27’ , quindi, Johnny Metgod
portò in vantaggio l’AZ, che fu rimontato a sua volta al 35’ da un pregevole gol in
acrobazia di Wark. Il tempo restante servì soltanto all’AZ 67 per ottenere una
vittoria platonica per 4-2, in
virtù dei gol di Tol al 43’
e di Jonker al 73’ .
Fu decisivo nella doppia finale la mancanza dell’apporto del bomber Kees Kist,
che non riuscì a fare breccia nella difesa degli inglesi. La doppia finale, ad
ogni modo, fu esaltante in quanto prolifica e contrassegnata dal bel gioco.
L’Ipswich Town alzò meritatamente al cielo la
Coppa UEFA , un successo tanto importante ma
isolato nella storia del club.
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