Universitario Lima-Cienciano 2-0 (Lima, 06/05/1973, Torneo Descentralizado).
Marcatori: Calatayud, Bustos
Per Universitario Lima e Sportivo Cienciano, l'imperativo per la nuova stagione è solamente uno: voltare pagina. La stagione 1972, infatti, benchè esaltante e piena di emozioni, si risolve, per entrambe, con un nulla di fatto: mentre i Cremas vedono sollevare dai colleghi argentini dell'Independiente, sotto i propri occhi, la Coppa Libertadores, i Cusquenos, dopo un' imperiosa cavalcata in Coppa Perù, mancano l'affondo finale con il Colegio Nacional Iquitos, peraltro cenerentola del gironcino finale, favorendo il trionfo dello Sportivo Huracan. Non un dettaglio: oltre alla beffa di un titolo già pregustato e mai assaporato, la vittoria del torneo nazionale è la condizione necessaria e sufficiente affinchè la compagine di Cuzco possa presenziare, per la prima volta nella storia, al banchetto del Descentralizado. Ma, tuttavia, l'appuntamento con la storia non sarà rinviato.
Provvidenziale, a sovvertire il risultato del campo, liberando uno slot per i Burritos, ci penserà l'interventismo del governo. Sono infatti gli anni turbolenti e frenetici del governo rivoluzionario presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. Salito al potere nell'ottobre del 1968, con un azione golpista ai danni del presidente Fernando Belaundè Terry, l'ex lustrascarpe di Piura, imprime al paese una decisa sterzata nazional-progessista: ordina l'espropriazione della International Petroleum Company - nota compagnia petrolifera a stelle e striscie - proclamando il "giorno della dignità nazionale", mette il bavaglio alla liberta di stampa, requisendo quotidiani e televisori, ed infine, qualche anno più tardi, per completare la svolta indigenista, di cui si è fatto portabandiera, eleva il quechua al rango di lingua ufficiale.
Oltre agli accorgimenti e le misure in campo economico, politico e sociale, la giunta mista di militari e civili, non può lasciare intatto l'universo sportivo, con un particolare occhio di riguardo nei confronti del campionato di calcio. A beneficiare delle attenzioni e dei privilegi, offerti dal governo rivoluzionario, è proprio lo Sportivo Cienciano: in quanto rappresentante di Cuzco, centro culturale del paese e capitale al tempo degli Incas, il colletivo cusqueno, anche se sconfitto in finale di Coppa Perù, viene invitato a prender parte al Torneo Descentralizado. La formula della manifestazione, a differenza del meccanismo che regola le retrocessioni, è abbastanza semplice ed intuitiva: le diciotto concorrenti si sfidano in gare di andata e ritorno per un totale di trentaquattro incontri; poi, culminata la stagione regolare, le migliori sei compongono un girone all'italiana dal quale verrà decretato il campione nazionale, mentre le prime due classificate di questo ultimo raggruppamento, acquisiranno il diritto di partecipare alla Coppa Libertadores dell'anno successivo. Si parte e, nonostante la poca abitudine del Cienciano a calcare i palcoscenici nazionali, El Papà, altro apodo del club, non sfigura, dimostrando di meritare la wild card sul campo: la squadra entrata nelle grazie del generale, conduce una stagione tranquilla a metà classifica, lontana dalle posizioni nobili, ma distante anche dai marosi della zona retrocessione.
Nella primavera del '73, però, le questioni calcistiche passano in secondo piano. A destare preoccupazione, occupando le colonne dei principali quotidiani e polarizzando le notizie dei vari notiziari, sono le condizioni di salute del generale Alvarado: una gamba in gangrena, poi amputata, provoca un'aneurisma addominale che mette in serio pericolo la vita del massimo esponente politico peruviano.
Una sfida sulla carta senza storia: le Meringhe possono contare dalla loro di giocatori del calibro di Perchy "El Perro" Vilchez - ala sinistra prelevata dal Juan Aurich - e di Fernando "El Gato" Cuellar, che assieme a "El Gran Capitan" Hector Chumpitaz - considerato il più forte difensore ssudamericano di tutte le epoche, al pari di Nasazzi, Elias Figueroa e Passerella - Percy Rojas, uno che dispenserà mirabilie anche all'Independiente e Luiz Cruzado, avevano portato la "U" a sfiorare il clamoroso trionfo in Libertadores.
Nonostante i buoni propositi, però, i ragazzi scesi a Lima dalla città imperiale, andranno incontro ad una prevedibile sconfitta: a giustizarli sportivamente saranno Victor Calatayud, ribattezzato "La Punalada" dal giornalista Alfonso "Pocho" Rospigliosi, per via del suo particolare modo di giocare - e del "Porra" Miguel Bustos, centrocampista argentino dalle spiccate attitudini offensive che, tra le altre cose, aveva figurato tra i pricipali artefici del titolo argentino conquistato dal Rosario Central nel 1971. Vittoria preziosa per los Cremas, sconfitta quasi indolore per il Cienciano: i capitolini, raggranellando complessivamente quarantaquattro punti, voleranno al gruppo finale, mentre, la debacle di Lima, non inficierà più di tanto l'eccellente stagione dei burritos.
Catapultata nel gironcino finale, assieme a Sporting Cristal, Allianza Lima, Deportivo Municipal, Melgar e Defensor Lima, la "U" sarà costretta a rimanere a bocca asciutta: a trionfare sarà il Defensor Lima del leggendario portiere uruguagio, ma di origini italiane, Roque Gaston Maspoli. E, per gli uomini di Roberto Srarone, altra leggenda uruguagia quell'anno al traino di una compagine peruviana, non ci sarà pace nemmeno in ambito internazionale: Cerro Porteno, Olimpia Asuncion e Sporting Cristal ne sanciranno l'uscita di scena al primo turno. Per il Cienciano invece sono ancora anni felici, ma tutto è destinato a mutare nel rapido volgere di qualche anno. Cosi come il paese, sempre tumultuosamente, vivrà dei fragorosi sussulti: prima il generale Francisco Morales Bermudez si servirà del Tacnazo per destituire Alvarado, avviando così la seconda fase del governo rivoluzionario e poi, la vigilia di Natale del '77, lo stesso Alvarado spirerà in un letto d'ospedale, vinto dalla propria cagionevole salute. E nello stesso anno, il 1977, la cronaca nera tornerà a prevalere sul fatto sportivo. Protagonista proprio il Cienciano. Tutto succede durante una trasferta per andare a disputare una gara di Coppa Perù: un guasto al tubo di scappamento di uno dei tre torpedoni che trasportano la squadra, genera alcune esalazioni di monossido di carbonio. Inodore, incolore e insapore, il gas velenoso risale il bus: rischia di intossicare quattro giocatori, per l'esattezza Vasquez, Delgado, Naccha e Cervantes, salvati poi dalla prontezza di spirito del fisioterapista Anto, il quale, fiutato il pericolo, sveglia tutti e somministra le prime cure ai calciatori ancora tremebondi, riuscendo cosi a salvargli miracolosamente la vita.
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