lunedì 17 marzo 2014

Ultras e rivalità in Romania, la tradizione ed il nuovo che avanza


Dinamo-Steaua
 Nonostante un serbatoio calcistico ancora in grado di sfornare talenti ed anche di indubbio valore, la Romania anche questa volta mancherà alla rassegna iridata in programma in Brasile, mentre nel paese sotto il profilo calcistico ed economico si continua ad assistere a mutamenti importanti. Investitori che arrivano dall’estero, insieme anche a tecnici e calciatori. Il retaggio storico del calcio rumeno si è in parte snaturato, con club nuovi ed in ascesa che hanno soppiantato una parte di quelli storici, mentre continuano allo stesso modo a resistere le tradizioni con le sue rivalità. Il movimento ultras rumeno continua a recitare un ruolo importante all’interno del calcio nazionale. In tal caso il calcio rumeno continua a riconoscersi, e non potrebbe essere diversamente, intorno al grande dualismo composto dalla Steaua e dalla Dinamo, le squadre che detengono il maggior numero di titoli e di tifosi nella storia del calcio nazionale.

Marele Derbi. Lo chiamano Marele Derby, cioè il Derby Eterno, tra le due maggiori compagini del calcio nazionale. Del resto la Steaua ha vinto 24 Scudetti contro i 18 della Dinamo ed entrambe recitavano una parte di assoluto prestigio e potere anche al tempo del regime comunista, ereditandone poi di conseguenze nel tempo tutto il blasone. Del resto la Steaua era la squadra dell’Esercito e poi legata anche alla famigerata famiglia Ceausescu, talmente odiata in tutta la Romania per i suoi soprusi e le sue violenze che gli stessi tifosi della Steaua hanno tentato storicamente di distaccarsene, mentre la Dinamo era la squadra del Ministero dell’Interno, e quindi della polizia. I favori politici da loro goduti portarono le due squadre ad essere in eterna competizione per il titolo nazionale, ma anche in quella di accaparrarsi i migliori talenti sparsi nel paese. Steaua e Dinamo quasi sempre riuscivano a dotarsi degli organici migliori e a godere di favori arbitrali e federali, anche se non poche furono le intrusioni nell’albo d’oro di altre squadre. Ionel Danciulescu è uno dei tanti ad aver giocato su entrambi i versanti del Marele Derby, detenendo sia il primo dei derby giocati che di gol segnati, ben 13 insieme a Florea Voinea, che però aveva giocato sempre per la Steaua tra gli Anni Sessanta e Settanta. Nonostante la rivalità accesissima diversi giocatori hanno indossato tutte e due le maglie, anche gente importante come Bostina, Bordeanu, Bumbescu, Cristea, Dobos, Ilie, Moraru, Catalin e Hildan Munteanu, Popescu, Stelea, Vladoiu. Il primo a passare da una parte all’altra della capitale fu Titi Popescu nel 1953, che aveva esordito nella Dinamo per poi accasarsi per poche partite nella Steaua. Danciulescu è anche colui che ha segnato più gol nella storia del calcio locale, anche più di Dudu Georgescu, due volte Scarpa d’Oro negli Anni Settanta, e di Rodion Camataru, che invece un’altra Scarpa d’Oro la vinse negli Anni Ottanta.

La coppa di Ceausescu. L’influenza dei suddetti Ceausescu non rimase comunque mai troppo estranea neanche al mondo del calcio. Negli Anni Ottanta del resto la Steaua schierò la squadra più forte mai vista in Romania. Certo che i rossoblu non aveva gli ultras al seguito, il pubblico era costituito prevalentemente da gente legata all’emisfero dell’Esercito, ma la passione ed il calore intorno al club erano ugualmente alti. Qualcosa di particolare accadde comunque nella stagione del 1987/88, in cui la Steaua dominò in campionato proprio ai danni della Dinamo. La Steaua vinse il campionato con un solo punto di vantaggio ai danni dei cugini della Dinamo, rimanendo oltretutto imbattuti per tutto il campionato. Ma qualcosa di più increscioso accadde nella finale di Coppa di Romania. Sul risultato di 1-1 (vantaggio di Lacatus e pareggio di un giovanissimo Raducioiu) venne annullato al 90’ un gol alla Steaua siglato da Balint. L’arbitro Petrescu ne rileva un fuorigioco. Di conseguenza quella della Steaua si rifiutarono di proseguire a giocare ed in tutta risposta quelli della Dinamo si presero il trofeo. Accadde di tutto, con botte tra i giocatori e dirigenti ed invasione di campo del pubblico con incidenti di ogni tipo. La cosa più eclatante è che il giorno dopo Ceausescu convalidò quel gol annullato alla Steaua, pretendendo l’assegnazione a loro anche della coppa nazionale. E così fu, anche se dopo qualche anno con la caduta del regime quella coppa vinta dalla Steaua fu riconsegnata.


 La Dinamo è nata nel 1948 ed è detta la squadra dei red dogs, i cani rossi, soprannome affibbiato alla squadra tra gli Anni sessanta e Settanta, al tempo della militanza nel club di Radu e Ion Nunweiler. Un cane figura anche nel logo del club ed in senso dispregiativo è detta la “squadra dei cani” soprattutto per identificarne il senso di appartenenza con la polizia. Nel 1995 al seguito della squadra sono nati i Dracula ed i Red Pantelimon, seguiti nel 1996 dalla Nuova Guardia.  Gli ultras si erano stabiliti quindi nella North End del loro piccolo Stadionul Dinamo, mentre dal 2000, anno della tragica scomparsa in un incidente stradale del giocatore Catalin Haldan, la curva divenne la Peluza Catalin Haldan, in onore del suo giocatore. La rivalità molto alta nei confronti della Steaua portò i supporters della Dinamo nel 1997 addirittura ad incendiare un settore del Ghencea, lo stadio degli eterni rivali.  I tifosi della Dinamo provengono soprattutto dall’area Nord Ovest della città e sono secondo i sondaggi la seconda squadra più amata del paese. La prima infatti è la Steaua, che domina un po’ in tutta la Romania soprattutto in virtù di quel successo in Coppa dei Campioni ottenuto nel 1986 a sorpresa contro il Barcellona. Unico trionfo peraltro di una squadra rumena in campo internazionale. Nel 1995 al seguito della Steaua nacque il primo gruppo ultras di Bucarest, l’Armata Ultra, preceduto in tutto il paese soltanto dal Commando Viola Ultra Curva Sud del Politechnica Timisoara. La parte maggiore della tifoseria si trova intorno all’area del Ghencea, stadio del club, nei pressi anche del fiume Dambovita.


I ferrovieri. La rivalità per quelli della Steaua è alquanto alta anche nei confronti di un altro club di Bucarest e cioè quello del Rapid, squadra nel 1923 intorno alla Grivita, cioè l’associazione dei ferrovieri. Il Rapid ha vinto 3 volte il titolo (l’ultima nel 2003) e ben 13 Coppe di Romania, ma non usufruì mai dei vantaggi del regime comunista, anzi forse ne subì maggiormente le angherie di Steaua e Dinamo. Nel 1940 raggiunse inutilmente la finale della Mitropa Cup, che non potè mai disputare per l’avvento del secondo conflitto bellico. Si rifece vincendo la Coppa dei Balcani nel 1964 e nel 1966, ma troppo poco rispetto ai rimpianti del 2006. Stagione in cui i ferrovieri arrivarono fino ai quarti di finale della Coppa UEFA ed eliminati per ironia della sorte in maniera discussa proprio dalla Steaua. Si registrarono molti scontri tra le opposte tifoserie anche in quella occasione, anche in virtù dell’antico odio nei confronti dei club aristocratici di Bucarest. Del resto quelli del Rapid nutrono una vecchia amicizia con i sostenitori della Politechinca Timisoara, proprio perché entrambe rivendicano le antiche angherie dei dirigenti del regime nei loro confronti. Tuttavia, secondo la tradizione del club e dei suoi tifosi la maggiore rivalità che vede in lizza il Rapid è quella nei confronti del Petrolul Ploiesti. I granata giocano al Valentin Stanescu, in memoria del miglior allenatore nella storia del club. La rivalità con il Petrolul è nata soprattutto in occasione delle tante sfide che le due squadre sostennero per anni soprattutto in Seconda Divisione. Oltretutto gli ultras del Petrolul organizzano forse le migliori coreografie nel paese. I gialloblu hanno una storia abbastanza particolare, in quanto nacquero nel 1924 come Juventus Bucarest e giocavano nella capitale, vincendo anche diversi titoli. Nel ’52 però traslocarono a Ploiesti, forse più per motivi politici che logistici. Nel ’64 arrivò ai quarti di finale della Coppa delle Fiere, mentre nel ’66 vinse uno storico titolo nazionale. All’inizio del 2014 il Petrolul ha ingaggiato anche Adrian Mutu, tra i migliori giocatori nella storia del calcio nazionale, attirato anche dai nuovi soldi tedeschi dello sponsor della Opel. A sua volta il Petrolul ha implicato la partenza da Ploiesti dell’Astra, club che nel 1998 ottenne in passaggio in prima divisione. Diversi scontri caratterizzarono i derby con i bianconeri sorti nel 1934 e che quindi giocavano in città prima dello stesso Petrolul. Il nuovo proprietario Ioan Nicolae ne predispose il trasferimento a Giurgiu nel settembre del 2012. Con il 4° posto nel 2013 ha ottenuto il suo miglior piazzamento nella storia.


La tradizione a Craoiva. Il fenomeno ultras è ben dipanato in tutto il paese, come a Craiova non lontano da Bucarest, dove dal 1948 gioca la Univeristatea Craoiva, squadra che ha vinto 4 volte lo Scudetto ed in 6 occasione la coppa nazionale, in tempi in cui vincere contro le squadre di Bucarest ed i rispettivi protettori era tutt’altro che facile. Dopo una storia di tutto rispetto, nel 2012 è stata costretta alla riaffiliazione dopo l’esclusione e costretta a ripartire dalla Liga II. E’ una squadra che vanta un larghissimo numero di tifosi, che hanno ripudiato la CSU Craiova, squadra nata per sostituirli ma senza successo. La rivalità maggiore è nei confronti della Dinamo Bucarest, che nel 1973 gli strappò un titolo con mezzi poco leciti. Ma sono rivali anche quelli della Steaua. Rivalità c’è anche nei confronti del Rapid, ma questi ultimi si rivelarono al loro fianco nel 2013 al tempo della paventata esclusione dell’Univeristatea dal calcio rumeno. Gli stessi sostenitori del Rapid boicottarono un match amichevole contro il CSU Craiova. Club di assoluto rispetto, nel 1983 la Univeristatea arrivò fino alle semifinali della Coppa UEFA, eliminato poi dal Benfica senza perdere per effetto di un gol subito in casa. Negli ultimi anni gli ultras del Craiova hanno trovato un’inedita alleanza con i tifosi del Napoli, soprattutto in occasione di una trasferta dei partenopei a Bucarest contro la Steaua. Anzi gli scontri provocati dagli ultras della Steaua furono alquanto cruenti. Così come era loro capitato nel 2006 in occasione di una partita interna contro gli irlandesi dello Shelbourne.

L’antichità di Timisoara-Arad. Nella parte occidentale del paese che si avvicina ai confini con l’Ungheria, invece, la maggiore rivalità vedeva in conflitto la Politechnica Timisoara e l’UTA Arad, compagini di grandi tradizioni, forse fin troppo. Infatti, il motivo di maggior astio tra i due club era quello per il primato della prima partita che si giocò nella storia in Romania. Primato che poi è stato attribuito a Timisoara. La Poli è stata rifondata nel 2012. Il club viola era da sempre opposto al regime ed aveva vinto due volte la Coppa di Romania. Quello dei club “defunti” nel calcio rumeno è diventato un problema alquanto serio. Squadre che perdono la propria affiliazione, lasciando vuoti importanti nel calcio nazionale per poi essere tra non poche difficoltà rifondate.

Cluj. Tuttavia, negli ultimi tempi il trasformismo del calcio rumeno ha portato alla ribalta club nuovi, arrivati in maniera persino impensabile al titolo nazionale come l’Unirea Urziceni, l’Otelul Galati oppure il Cluj. Il CFR Cluj, fondato nel 1907, ha vinto addirittura 3 Scudetti e 3 coppe negli ultimi anni, facendosi rispettare anche in Europa. L’italiano Andrea Mandorlini in panchina vi vinse qui anche un titolo. Trova, ad ogni modo, fieri avversari nei concittadini dell’Universitatea, nati nel 1919 all’Univeristà di Medicina, e che pure giocano in massima divisione. Rivalità abbastanza forte già negli Anni Venti. Nel 1924 un derby addirittura fu sospeso per i troppi incidenti. Nel 2005 dei giocatori del CFR furono feriti nell’albergo dove alloggiavano a Cluj-Napoca da sostenitori della “U”, mentre nel 2007 uno stesso supporter del CFR di appena 15 anni fu assassinato dai rivali cittadini.

 Il calcio rumeno vive una realtà al momento difficile, tra propositi di grandezza e cambiamenti fin troppo evidenti.

2 commenti:

  1. Bell'articolo, molto interessante! Lacatus me lo ricordo a Firenze... Fu purtroppo, una grande delusione. ;)

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  2. si in effetti Marius Lacatus in maglia viola non rispettò le premesse con le quali si era presentato. Molto bene invece fece a Brescia il grande George Hagi.

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