di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo)
Sul finire degli Anni 70 (era precisamente il
22 gennaio del ’78 al Del Duca contro il Modena) l’ascolano Giovanni Roccotelli
la importò in maniera quasi arcaica sulla platea del calcio italiano. La rabona (giocata estrosa tipicamente
sudamericana) fu invece divinizzata da Maradona e a velocità accelerata il 2
marzo del 1986 in un San Paolo, come sempre gremito, che lo applaudì come fosse
un nuovo miracolo di San Gennaro. Il malcapitato ospite di turno, in tal caso
il Torino di Gigi Radice, era passato troppo presto in vantaggio al 14’ con
Pedro Mariani, ma era stato raggiunto un minuto più tardi da un’autorete di Giacomo
Ferri. Quindi, in un vertiginoso succedersi di emozioni al 16’ Maradona
completò l’opera nel giorno del Signore. Discese sul versante di destra
fronteggiato da Corradini, quindi arrestò la sua corsa improvvisamente e
roteando il magico sinistro dietro il piede destro fermo operò un cross
millimetrico sulla testa del bacio dalla sorte Gigino Caffarelli che depositò
il pallone alle spalle di Copparoni. Un nuovo miracolo era successo a
Fuorigrotta. Il Napoli giocò meglio ancora e Bagni completò il tabellino dei
marcatori al 50’. Il Torino, in verità con molto onore, fu rispedito a casa
piegato da un netto 3-1.
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