sabato 27 ottobre 2012

Il campionato più bello del mondo: Riflessioni su una Roma brasiliana


 D’ incanto tutti cominciarono a prendere estrema confidenza con la sfera di cuoio. La Roma di Nils Liedholm, che neanche poche stagioni prima era solo la Rometta del campionato, squadra con basso profilo di ambizioni, improvvisamente ma non inaspettatamente era diventata la maggiore antagonista della Juventus vincitutto. Un po’ tutti i romanisti cominciarono a giocare un futbol bailado alla brasiliana, complici Falcao e Toninho Cerezo, sbarcati nella Capitale per glorificare la squadra giallorossa, al di là di Bruno Conti, nato a Nettuno in provincia de Roma, ma che praticamente giocava come i brasiliani o forse anche meglio. Falcao aveva giocato in maniera fantastica con l’Internacional de Porto Alegre ed era uno dei maggiori alfieri della Selecao brasiliana, al pari di Toninho Cerezo, che invece aveva difeso lungamente i colori dell’Atletico Mineiro, squadra del popolo del Minas Geraìs.  Di contorno la Roma poteva comunque servirsi di campioni autentici del calibro di Agostino Di Bartolomei, Roberto Pruzzo, Sebino Nela, Franco Tancredi, Carletto Ancelotti, Ciccio Graziani e tanti altri. La Roma vinse il tricolor nel 1982/83 e nella stagione successiva giunse fino alla finalissima della Coppa dei Campioni, persa proprio all’Olimpico contro il Liverpool ai rigori. Una squadra fantastica, resa da grande da due grandi calciatori stranieri. Falcao era definito non a caso “il Divino”. Nel nostro campionato attualmente giocatori di questo calibro non esistono più.

 Nelle immagini la Roma il 18 marzo dell’84 liquida all’Olimpico per 4-1 l’Udinese di altri due fantastici brasiliani quali Zico ed Edinho. Brillante ed eccezionale il calcio italiano degli Anni Ottanta, al quale in molti e non a caso sono per forza di cose affezionati.

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