D’ incanto tutti cominciarono a prendere
estrema confidenza con la sfera di cuoio. La Roma di Nils Liedholm, che neanche
poche stagioni prima era solo la Rometta del campionato, squadra con basso
profilo di ambizioni, improvvisamente ma non inaspettatamente era diventata la
maggiore antagonista della Juventus vincitutto. Un po’ tutti i romanisti
cominciarono a giocare un futbol bailado
alla brasiliana, complici Falcao e Toninho Cerezo, sbarcati nella Capitale per
glorificare la squadra giallorossa, al di là di Bruno Conti, nato a Nettuno in
provincia de Roma, ma che praticamente giocava come i brasiliani o forse anche
meglio. Falcao aveva giocato in maniera fantastica con l’Internacional de Porto
Alegre ed era uno dei maggiori alfieri della Selecao brasiliana, al pari di
Toninho Cerezo, che invece aveva difeso lungamente i colori dell’Atletico
Mineiro, squadra del popolo del Minas Geraìs. Di contorno la Roma poteva comunque servirsi
di campioni autentici del calibro di Agostino Di Bartolomei, Roberto Pruzzo,
Sebino Nela, Franco Tancredi, Carletto Ancelotti, Ciccio Graziani e tanti
altri. La Roma vinse il tricolor nel 1982/83 e nella stagione successiva giunse
fino alla finalissima della Coppa dei Campioni, persa proprio all’Olimpico
contro il Liverpool ai rigori. Una squadra fantastica, resa da grande da due
grandi calciatori stranieri. Falcao era definito non a caso “il Divino”. Nel
nostro campionato attualmente giocatori di questo calibro non esistono più.
Nelle immagini la Roma il 18 marzo dell’84
liquida all’Olimpico per 4-1 l’Udinese di altri due fantastici brasiliani quali
Zico ed Edinho. Brillante ed eccezionale il calcio italiano degli Anni Ottanta,
al quale in molti e non a caso sono per forza di cose affezionati.
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