giovedì 9 agosto 2012

1979-80: Eintracht Francoforte


 Fondato nel lontano 1899, l’Eintracht Francoforte è sempre appartenuto all’aristocrazia del calcio tedesco, sebbene il suo palmarès fosse poco fornito di trofei importanti al pari di quelli delle altre grandi del calcio teutonico. Tuttavia, l’Eintracht è stata la prima squadra tedesca a raggiungere una finale di coppa europea nel 1960, venendo battuto però con un pesante 7-3 dal grande Real Madrid, in tempi in cui i tedeschi a livello di club contavano ben poco nel Vecchio Continente. Tuttavia, i rossoneri di Francoforte registrarono un sussulto notevole nel 1980 con la conquista a sorpresa della Coppa UEFA, ai danni del più quotato e blasonato Borussia Moenchengladbach.

 In verità quella della stagione del 1979/80 fu un’edizione fortunatissima della Coppa UEFA per il calcio tedesco, che portò in semifinale ben 4 rappresentanti della Bundesliga, mentre la quinta, il Kaiserslautern, fu eliminata nei quarti in un altro derby dal Bayern Monaco. Le 4 formazioni della Bundesliga che approdarono in semifinale furono l’Eintracht, il Bayern Monaco, il Borussia e lo Stoccarda. Questi ultimi furono con un po’ di fortuna i protagonisti del torneo, eliminando in ordine il Torino, la Dinamo Dresda, il Grasshoppers ed il Lokomotiv Sofia, prima di arrendersi in semifinale al Borussia. Lo Stoccarda, in effetti, nella stagione precedente aveva perso il titolo nazionale per un solo punto in favore dell’Amburgo di Kevin Keegan. Grossi rimpianti poteva nutrire proprio il Torino, eliminato al Comunale proprio al 120’ da un gol di Olichler. La rivelazione dello Stoccarda rispondeva, comunque, al nome del giovane talento Hansi Muller, che si sarebbe anche aggiudicato il Bravo, premio al miglior giovane europeo nelle coppe continentali.

Rosso bavarese. Tra i maggiori accreditati al successo finale in UEFA vi era sicuramente il Bayern Monaco, che stava leggermente risorgendo in patria, dopo le grandi stagioni degli Anni Settanta. I bavaresi, guidati dall’estro di Rummenigge e Breitner, eliminarono nei primi turni il Bohemians Praga e l’AGF Aarhus, mentre al terzo turno riuscirono a spuntarla sulla terribile Stella Rossa di Belgrado. Per 2-0 si imposero i tedeschi all’Olympiastadion, mentre per 3-2 furono superati nell’immenso Maracanà belgradese. Nei quarti, invece, fu estromesso il Kaiserslautern senza troppi appelli, mentre in semifinale il Bayern fu bloccato dall’Eintracht, incassando addirittura un pesante passivo. Ad ogni modo, i bavaresi si rifecero con il titolo nazionale, vincendolo dopo 6 anni e con 2 punti di vantaggio in classifica sull’Amburgo.

Il solito Borussia. Il Borussia Moenchegladbach, dal suo canto, visse la sua solita e imponente cavalcata europea, a cui aveva abituato i propri tifosi negli anni. Nel primo turno non si registrarono patemi contro i norvegesi del Viking Stavanger, ma già al secondo turno i colts compirono una prima impresa ai danni dell’Inter. I milanesi, infatti, avevano strappato un promettente 1-1 esterno, propiziato di gol di Hannes ed Altobelli e parevano aver la meglio anche San Siro. L’irriducibile Borussia, dopo esser stato due volte in svantaggio, però, la spuntò per 3-2 nei supplementari con doppietta di Harald Nickel e gol di Ringels. Quindi, fu piegata anche l’ostica Universistatea Craiova, mentre nei quarti il Saint Etienne di Michel Platini fu letteralmente raso al suolo. In Francia i verts furono battuti per 4-1 e per 2-0 persero anche in Germania. In semifinale, invece, il Borussia nella gara di andata perse per 2-1 a Stoccarda, ma si impose al ritorno per 2-0 con gol del giovane astro nascente Lothar Matthaus e di Schaefer, raggiungendo così la meritata doppia finale.

L’Aquila di Francoforte. Appassionante, ad ogni modo, si rivelò il cammino dell’Eintarcht Francoforte, formazione che aveva vinto una sola volta il campionato tedesco nel lontano 1959 e che in Europa non godeva di considerevoli referenze. Tuttavia, i rossoneri alla metà degli Anni Settanta in patria avevano guadagnato nuovamente considerazione, raccogliendo due successivi consecutivi nel 1974 e 1975 in Coppa di Germania. Proprio nella successiva Coppa delle Coppe del 1976 l’Eintracht era giunto in semifinale, eliminato poi dal West Ham. L’undici di Francoforte aveva trovato i suoi trascinatori nel difensore austriaco Bruno Pezzey, prelevato dal Wacker Innsbruck, e nella coppia di centrocampisti Bernd Holzenbein ed Jurgen Grabowski, già Campioni del Mondo nel ’74 in Germania. Inoltre risultò decisivo, ed allo stesso tempo novità assoluta, il sudcoreano Cha Bum Kun. In quegli anni praticamente quasi nessun asiatico giocava in un campionato europeo. Al primo turno proprio un gol di Cha Bum Kun consentì all’Eintracht di pareggiare sul terreno dell’Aberdeen, che fu poi superato in Germania di misura da una rete di Holzenbein. Al secondo turno l’Eintarcht incassò un secco 2-0 a Bucarest contro la forte Dinamo, firmato dai gol di Augustin e Multescu. L’Eintracht compì la sua prima grande impresa di questa stagione europea, ribaltando il risultato dopo i tempi supplementari. Aprì le marcature Cha Bum Kun, raddoppiò Holzenbein e nei supplementari risolse la contesa Bernd Nickel, fratello di Harald del Borussia. Nel terzo turno, invece, gli olandesi del Feyenoord si sciolsero letteralmente nella partita di andata al Waldstadion. 4 a 1 vinse l’Eintracht, con gol di Cha Bum Kun, Bernd Nickel, Muller e Lotterman. A Rotterdam il Feyenoord raccolse soltanto un inutile successo di misura. Nei quarti Holzenbein e soci si sbarazzarono dei ceki dello Zbrojovka Brno già dalla gara di andata, vittoriosi per 4-1, mentre nel ritorno contennero l’offensiva dei locali fino al 3-2 e passando agevolmente il turno. In semifinale si presentò, dunque, l’ostacolo del Bayern Monaco che si stava imponendo anche in Bundesliga. In casa il Bayern vinse per 2-0 con di Dieter Hoeness e di Breitner su rigore, pensando di aver chiuso la pratica e sognando un grande scontro in finale contro l’eterno nemico Borussia. Il Waldstadion, invece, si confermò ancora una volta un teatro europeo di grandi imprese. L’Eintracht, infatti, vinse per 5-1 dopo i tempi supplementari, firmando una delle partite più belle in assoluto delle coppe europee. Pezzey addirittura siglò una doppietta, così come l’attaccante Karger, mentre il quinto gol fu ad opera di Lorant. Il Bayern firmò il punto della bandiera con Dremmler. La Coppa UEFA si presentò con una doppia finale inedita tra l’Eintracht Francoforte ed il Borussia Moenchengladbach.  

Sorpresa finale. I pronostici per la doppia finale volgevano in gran parte in favore del Borussia, maggiormente avvezzo ai grandi appuntamenti europei, mentre l’Eintracht veniva giustamente valutato come una pericolosa matricola. Ad ogni modo, già la gara di andata a Moenchengladbach rivelò non poche, ma anzi decisive sorprese. Infatti, l’Eintracht passò in vantaggio al 37’ con Karger ed i padroni di casa rimediarono allo scadere del primo tempo con Kulik. Tuttavia, la carica degli uomini di Rausch non si era esaurita e al 71’ Holzenbein con uno spettacolare colpo di testa in tuffo siglò ancora il vantaggio dell’Eintracht. Il Borussia, comunque, ferito nell’orgoglio riuscì a ribaltare il risultato, impattando al 77’ con Matthaus e quindi raccogliendo il punto del vantaggio di misura a due minuti dal termine con lo stesso Kulik. Il Borussia aveva vinto, ma il margine di vantaggio non conferiva grosse garanzie per il successo finale. Infatti, nella gara di ritorno del 21 maggio al Waldstadion il Borussia non visse una serata facile. La partita si mantenne in un sostanziale equilibrio e Rausch ad un quarto d’ora dal termine inserì il giovane diciannovenne Freddy Schaub al posto del centrocampista Jurgen Nachtweich. Proprio il giovane Scahub all’ 81’, dopo aver vinto due contrasti, si presentò solo al cospetto di Kneib, battendolo e consegnando la coppa all’Eintarcht. La sconfitta rappresentò la fine di un ciclo assoluto per il Borussia, mentre la vittoria dell’Eintacht Francoforte rappresentò il giusto premio per la caparbietà e la convinzione nei propri mezzi della squadra di Rausch.

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