Fondato nel lontano 1899, l’Eintracht Francoforte è
sempre appartenuto all’aristocrazia del calcio tedesco, sebbene il suo palmarès
fosse poco fornito di trofei importanti al pari di quelli delle altre grandi
del calcio teutonico. Tuttavia, l’Eintracht è stata la prima squadra tedesca a
raggiungere una finale di coppa europea nel 1960, venendo battuto però con un
pesante 7-3 dal grande Real Madrid, in tempi in cui i tedeschi a livello di club
contavano ben poco nel Vecchio Continente. Tuttavia, i rossoneri di Francoforte
registrarono un sussulto notevole nel 1980 con la conquista a sorpresa della
Coppa UEFA, ai danni del più quotato e blasonato Borussia Moenchengladbach.
In
verità quella della stagione del 1979/80 fu un’edizione fortunatissima della
Coppa UEFA per il calcio tedesco, che portò in semifinale ben 4 rappresentanti
della Bundesliga, mentre la quinta, il Kaiserslautern, fu eliminata nei quarti
in un altro derby dal Bayern Monaco. Le 4 formazioni della Bundesliga che
approdarono in semifinale furono l’Eintracht, il Bayern Monaco, il Borussia e
lo Stoccarda. Questi ultimi furono con un po’ di fortuna i protagonisti del
torneo, eliminando in ordine il Torino, la Dinamo Dresda , il Grasshoppers
ed il Lokomotiv Sofia, prima di arrendersi in semifinale al Borussia. Lo Stoccarda,
in effetti, nella stagione precedente aveva perso il titolo nazionale per un
solo punto in favore dell’Amburgo di Kevin Keegan. Grossi rimpianti poteva
nutrire proprio il Torino, eliminato al Comunale proprio al 120’ da un gol di Olichler. La
rivelazione dello Stoccarda rispondeva, comunque, al nome del giovane talento
Hansi Muller, che si sarebbe anche aggiudicato il Bravo, premio al miglior
giovane europeo nelle coppe continentali.
Rosso
bavarese. Tra
i maggiori accreditati al successo finale in UEFA vi era sicuramente il Bayern
Monaco, che stava leggermente risorgendo in patria, dopo le grandi stagioni
degli Anni Settanta. I bavaresi, guidati dall’estro di Rummenigge e Breitner,
eliminarono nei primi turni il Bohemians Praga e l’AGF Aarhus, mentre al terzo
turno riuscirono a spuntarla sulla terribile Stella Rossa di Belgrado. Per 2-0
si imposero i tedeschi all’Olympiastadion, mentre per 3-2 furono superati
nell’immenso Maracanà belgradese. Nei quarti, invece, fu estromesso il
Kaiserslautern senza troppi appelli, mentre in semifinale il Bayern fu bloccato
dall’Eintracht, incassando addirittura un pesante passivo. Ad ogni modo, i
bavaresi si rifecero con il titolo nazionale, vincendolo dopo 6 anni e con 2
punti di vantaggio in classifica sull’Amburgo.
Il
solito Borussia. Il
Borussia Moenchegladbach, dal suo canto, visse la sua solita e imponente
cavalcata europea, a cui aveva abituato i propri tifosi negli anni. Nel primo
turno non si registrarono patemi contro i norvegesi del Viking Stavanger, ma
già al secondo turno i colts compirono una prima impresa ai danni dell’Inter. I
milanesi, infatti, avevano strappato un promettente 1-1 esterno, propiziato di
gol di Hannes ed Altobelli e parevano aver la meglio anche San Siro.
L’irriducibile Borussia, dopo esser stato due volte in svantaggio, però, la
spuntò per 3-2 nei supplementari con doppietta di Harald Nickel e gol di
Ringels. Quindi, fu piegata anche l’ostica Universistatea Craiova, mentre nei
quarti il Saint Etienne di Michel Platini fu letteralmente raso al suolo. In
Francia i verts furono battuti per 4-1 e per 2-0 persero anche in Germania. In
semifinale, invece, il Borussia nella gara di andata perse per 2-1 a Stoccarda, ma si impose al
ritorno per 2-0 con gol del giovane astro nascente Lothar Matthaus e di
Schaefer, raggiungendo così la meritata doppia finale.
L’Aquila
di Francoforte. Appassionante,
ad ogni modo, si rivelò il cammino dell’Eintarcht Francoforte, formazione che
aveva vinto una sola volta il campionato tedesco nel lontano 1959 e che in
Europa non godeva di considerevoli referenze. Tuttavia, i rossoneri alla metà
degli Anni Settanta in patria avevano guadagnato nuovamente considerazione,
raccogliendo due successivi consecutivi nel 1974 e 1975 in Coppa di Germania.
Proprio nella successiva Coppa delle Coppe del 1976 l’Eintracht era giunto in
semifinale, eliminato poi dal West Ham. L’undici di Francoforte aveva trovato i
suoi trascinatori nel difensore austriaco Bruno Pezzey, prelevato dal Wacker
Innsbruck, e nella coppia di centrocampisti Bernd Holzenbein ed Jurgen
Grabowski, già Campioni del Mondo nel ’74 in Germania. Inoltre risultò
decisivo, ed allo stesso tempo novità assoluta, il sudcoreano Cha Bum Kun. In
quegli anni praticamente quasi nessun asiatico giocava in un campionato
europeo. Al primo turno proprio un gol di Cha Bum Kun consentì all’Eintracht di
pareggiare sul terreno dell’Aberdeen, che fu poi superato in Germania di misura
da una rete di Holzenbein. Al secondo turno l’Eintarcht incassò un secco 2-0 a Bucarest contro la forte
Dinamo, firmato dai gol di Augustin e Multescu. L’Eintracht compì la sua prima
grande impresa di questa stagione europea, ribaltando il risultato dopo i tempi
supplementari. Aprì le marcature Cha Bum Kun, raddoppiò Holzenbein e nei
supplementari risolse la contesa Bernd Nickel, fratello di Harald del Borussia.
Nel terzo turno, invece, gli olandesi del Feyenoord si sciolsero letteralmente
nella partita di andata al Waldstadion. 4 a 1 vinse l’Eintracht, con gol di Cha Bum
Kun, Bernd Nickel, Muller e Lotterman. A Rotterdam il Feyenoord raccolse
soltanto un inutile successo di misura. Nei quarti Holzenbein e soci si
sbarazzarono dei ceki dello Zbrojovka Brno già dalla gara di andata, vittoriosi
per 4-1, mentre nel ritorno contennero l’offensiva dei locali fino al 3-2 e
passando agevolmente il turno. In semifinale si presentò, dunque, l’ostacolo
del Bayern Monaco che si stava imponendo anche in Bundesliga. In casa il Bayern
vinse per 2-0 con di Dieter Hoeness e di Breitner su rigore, pensando di aver
chiuso la pratica e sognando un grande scontro in finale contro l’eterno nemico
Borussia. Il Waldstadion, invece, si confermò ancora una volta un teatro
europeo di grandi imprese. L’Eintracht, infatti, vinse per 5-1 dopo i tempi
supplementari, firmando una delle partite più belle in assoluto delle coppe
europee. Pezzey addirittura siglò una doppietta, così come l’attaccante Karger,
mentre il quinto gol fu ad opera di Lorant. Il Bayern firmò il punto della
bandiera con Dremmler. La Coppa UEFA
si presentò con una doppia finale inedita tra l’Eintracht Francoforte ed il
Borussia Moenchengladbach.
Sorpresa
finale. I
pronostici per la doppia finale volgevano in gran parte in favore del Borussia,
maggiormente avvezzo ai grandi appuntamenti europei, mentre l’Eintracht veniva
giustamente valutato come una pericolosa matricola. Ad ogni modo, già la gara
di andata a Moenchengladbach rivelò non poche, ma anzi decisive sorprese.
Infatti, l’Eintracht passò in vantaggio al 37’ con Karger ed i padroni di casa rimediarono
allo scadere del primo tempo con Kulik. Tuttavia, la carica degli uomini di
Rausch non si era esaurita e al 71’
Holzenbein con uno spettacolare colpo di testa in tuffo siglò ancora il
vantaggio dell’Eintracht. Il Borussia, comunque, ferito nell’orgoglio riuscì a
ribaltare il risultato, impattando al 77’ con Matthaus e quindi raccogliendo il punto
del vantaggio di misura a due minuti dal termine con lo stesso Kulik. Il
Borussia aveva vinto, ma il margine di vantaggio non conferiva grosse garanzie
per il successo finale. Infatti, nella gara di ritorno del 21 maggio al
Waldstadion il Borussia non visse una serata facile. La partita si mantenne in
un sostanziale equilibrio e Rausch ad un quarto d’ora dal termine inserì il giovane
diciannovenne Freddy Schaub al posto del centrocampista Jurgen Nachtweich.
Proprio il giovane Scahub all’ 81’ ,
dopo aver vinto due contrasti, si presentò solo al cospetto di Kneib,
battendolo e consegnando la coppa all’Eintarcht. La sconfitta rappresentò la
fine di un ciclo assoluto per il Borussia, mentre la vittoria dell’Eintacht
Francoforte rappresentò il giusto premio per la caparbietà e la convinzione nei
propri mezzi della squadra di Rausch.
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