Ipswich Town-Real Madrid |
Storie di squadre britanniche nelle
competizioni europee
di Vincenzo Paliotto
Non aveva alcuna esperienza europea l’Ipswich
Town e forse il suo nome era poco noto persino all’interno dei confini inglesi.
Tuttavia, nel 1962 i tractor boys
vinsero un campionato nazionale miracoloso, trionfando addirittura nei panni
della neopromossa. Quel successo ovviamente valse all’Ipswich Town il debutto
nelle coppe europee, attraverso l’ambito palcoscenico della Coppa dei
Campioni. Il sorteggio risultò benevolo
con l’abbinamento nel primo turno ai maltesi del Floriana, compagine che di
certo non avrebbe creato grossi grattacapi- Il 18 settembre del 1962 la squadra
di Ramsey scese in campo con: Bailey, Malcolm, Compton, Baxter, Nelson,
Elsworthy, Stephenson, Moran, Crawford, Phillips e Backwood. L’Ipswich vinse
facile per 4-1 e quindi sette giorni più tardi travolse i malcapitati maltesi
per 10-0 di fronte agli oltre 25.000 spettatori. Ray Crawford, dopo la
doppietta dell’andata, fece al parte del leone segnando ben 5 reti. Il secondo
turno della grande Coppa fu però meno agevole, con l’Ipswich Town che andò ad
incrociare le ambizioni del Milan di Nereo Rocco. A San Siro i blu persero per
3-0, compromettendo il loro cammino anche se tra le mura amiche riportarono un
successo di prestigio per 2-1. Dopo il vantaggio di Barison, replicarono ancora
Crawford e quindi Blackwood. Ma quell’avventura al momento finiva lì.
Lazio-Ipswich Town |
1973/74, la battaglia dell’Olimpico
L’Ipswich Town sarebbe poi ritornato sulla
ribalta europea non prima della stagione del 1973/74, attraverso la sua prima
partecipazione alla Coppa UEFA. Il 4° posto maturato in campionato portò i blu
a sfidare nel primo turno nientemeno che il Real Madrid, forse in quel periodo
un po’ lontano dai fasti di un tempo ma pur sempre il Real Madrid. A Portman
Road l’Ipswich prevalse di misura grazie ad un’autorete di Rubinan e quindi
guadagnò un prodigioso 0 a 0 al Bernabeu, sotto gli occhi degli ultimi
franchisti. Il secondo turno allo stesso modo risultò decisamente impegnativo
con l’Ipswich chiamato a passare il turno di fronte alla Lazio, squadra che
stava andando molto bene nel campionato italiano. Nella partita di andata
comunque la squadra inglese visse un’autentica serata di gloria, vincendo per
ben 4-0 e tutti i gol portavano la firma del fantastico Trevor Whymark. Una
vera impresa la sua, tanto che i tifosi romanista a Roma lo omaggiarono di un
premio speciale per aver fatto tanto male ai cugini laziali. Tutto questo,
però, surriscaldò eccessivamente gli animi in vista della gara di ritorno
all’Olimpico, anche perché quella laziale di quegli anni era uno squadra
decisamente dal carattere forte. Tant’è che comunque la Lazio si portò in
vantaggio di due reti dopo neppure mezz’ora, facendo così intravedere larghi
margini per una rimonta clamorosa. Gol di Garlaschelli e Chinaglia, prima che
salisse in cattedra il direttore di gara l’olandese Van der Kroft, che negò un
netto rigore ai romani per fallo di mani di Hunter proprio sulla linea di porta
dopo una rovesciata di Chinaglia. Ad ogni modo, il fischietto olandese completò
la sua opera, decretando un dubbio rigore agli ospiti, che, un altro olandese,
Viljoen trasformò al 70’. La Lazio segnò altre due volte con due rigori di
Chinaglia, ma la gara era nettamente sfuggita di mano al direttore di gara che
la portò a termine per evitare ulteriori invasioni di campo dei tifosi laziali.
Alla fine l’Ipswich Town perse 4-2 ma passò il turno, andando ad affrontare il
Twente Enschede, ostico avversario olandese di ben tutto rispetto. E la squadra
di Robson superò anche quell’ostacolo, questa volta senza aiuti esterni del
direttore di gara. Il doppio confronto al cospetto degli olandesi fece
conoscere al calcio inglese direttamente il talento di Frans Thjssen ed Arnold Muhren che poco più tardi
approderanno proprio all’Ipswich. Tuttavia, in quella stagione il cammino dei
biancoblu si arrestò in maniera forse un po’ inattesa all’altezza dei quarti di
finale di fronte alla Lokomotive Lipsia, la squadra della DDR capace di
ribaltare la situazione ai calci di rigore nella gara di ritorno casalinga. Il
calcio d’oltrecortina era comunque particolarmente temibile in quegli anni.
Il colpo gobbo di Happel
L’Ipswich Town ad ogni modo si qualificò per
la Coppa UEFA anche per la stagione successiva, ma questa volta fu proprio il
Twente a prendersi la rivincita a distanza di un anno. Gli olandesi ebbero
ragione con due pareggio e per la regola dei gol doppi segnati lontano da casa.
2-2 finì a Portman Road ed 1-1 ad Enschede. Sugli scudi il nordirlandese Billy
Hamilton, autore di due gol. Nel 75/76, invece, l’Ipswich Town registrò un
nuovo sussulto internazionale, eliminando al primo turno della Coppa UEFA il Feyenoord,
già vincitore in quegli anni di una Coppa dei Campioni e di una Coppa UEFA. La
squadra di Robson vinse prima 2-1 in Olanda e poi riportò un altro successo per
2-0 sul terreno amico. Una brutta sorpresa arrivò comunque nel turno successivo
al cospetto del forte Bruges di Happel. Non fu sufficiente il successo interno
per 3-0 aperto da un gol di Gates, in quanto al ritorno nelle Fiandre i
nerazzurri del Belgio capovolsero il punteggio con un eloquente 4-0.
La sindrome Barcellona
L’Ipswich Town ritornò poi sul palcoscenico
europeo nel 1977/78, ancora attraverso la Coppa UEFA e visse la non felice
esperienza di uscire fuori dall’Europa per due anni consecutivi per mano del
Barcellona, peraltro rinforzato da Cruyff. Comunque Trevor Whymark tornò
nuovamente a far parlare dei suoi gol in maniera trionfale, in quanto contro
gli svedesi un po’ malconci del Landskrona Bois segnò nuovamente una quaterna,
così come era accaduto contro la Lazio, e nello stesso match andò in gol per la
prima volta nche Paul Mariner, che Robson aveva fortemente voluto dal Plymouth
Argyle. Dopo aver eliminato anche il Las
Palmas, arrivò quindi l’ostacolo del Barcellona. I catalani furono sonoramente
sconfitti in Inghilterra per 3-0 (altro gol di Whymark), ma al Camp Nou il
Barca di Cruyff rimontò il punteggio parziale e completò la sua rimonta ancora
attraverso i rigori ancora una volta fatali ai britannici. Il copione fu più o
meno lo stesso nella stagione del 1978/79 con l’Ipswich impegnato però in Coppa
delle Coppe, dopo che a Wembley aveva battuto nella finale di FA Cup l’Arsenal,
gol di Roger Osborne. L’Ipswich eliminò in successione l’AZ 67 Alkmaar e
l’Innsbruck, sfruttando anche i gol dello scozzese John Wark, poi nei quarti
ancora l’ostacolo rappresentato dal Barca. A Portman Road vinsero i padroni di
casa con doppietta di Eric Gates, ma in Catalogna prevalse ancora il Barca con
il gol decisivo di Migueli.
Ipswich Town 1981 |
1980/81, la grande vittoria in Coppa UEFA
Breve risultò anche l’esperienza europea della
Coppa UEFA del 1979/80 con l’Ipswich uscito di scena precocemente al secondo
turno per mano del Grasshoppers e senza subire sconfitte. Fu fatale il pareggio
per 1-1 riportato in casa. Nel 1980/81 comunque l’Ipswich Town visse la sua
stagione europea più importante con una cavalcata inarrestabile che arrivò fino
alla doppia finale, vinta in maniera netta contro i già noti dell’AZ 67
Alkmaar. Robson aveva terminato di costruire una squadra fantastica intorno ai
veterani Mick Mills ed Eric Gates, a cui si aggiunse il portiere Cooper,
arrivato in prestito nel ’74 dal Birmingham City e mai più andato via e quindi
dei talenti prodotti in casa quali Mc Call, Osman, John Wark, Brazil, Beattle
ed il gigantesco difensore Terry Butcher. Quindi Mariner era diventato un
imprescindibile punto di riferimento, mentre le chiavi del centrocampo
passarono in mano ai fenomenali Thijssen e Arnold Muhren. Nel primo turno l’Ipswich
town demolì per 5-1 l’Aris Salonicco con ben 4 gol di Wark ed 1 di Mariner.
Tuttavia, nella bolgia ellenica al ritorno l’Aris arrivò fino al 3-0, prima che
Gates segnasse il provvidenziale e decisivo gol che frenò l’esuberanza dei
greci. Al secondo turno risultò decisivo il fattore campo anche contro i ceki del
Bohemians Praga di Antonin Panenka.
Ancora due gol di Wark ed uno di Beattle per spegnere la rivelazione praghese,
che comunque in casa giunse fino ad un inutile 2-0. Una vera prova di forza
arrivò invece al terzo turno contro il Widzew Lodz di Boniek, che fu travolto
per 5-0 grazie ai gol di Brazil, Mariner e alla tripletta di John Wark, il
solito John Wark. In Polonia gli inglesi persero, ma appena per 1-0. Nei quarti
anche il Saint Etienne di Platini fu a sua volta maltrattato, anche più dei
polacchi. L’Ipswich Town vinse 4-1 in casa e quindi 3-1 anche in Francia con
altri due gol di Wark. La semifinale contro il Colonia invece rispecchiò
l’assoluto equilibrio tra le squadre in campo. In Inghilterra i biancoblu
vinsero di misura con gol di Wark e si ripeterono anche in Germania con rete
decisiva di Terry Butcher. La doppia finale poi confermò effettivamente la
forza di quella squadra, capace di vincere ed ipotecare il titolo in casa, dopo
un eloquente 3-0, propiziato da Wark, Thijssen e Mariner. Nel ritorno giocato
ad Amsterdam gli inglesi smorzarono i fervori di rivincita degli olandesi con i
gol di Thijssen e del solito Wark, che
realizzò 14 gol complessivi vincendo anche il titolo di capocantiere del
torneo. Era dai tempi di Altafini che un giocatore non segnava così tanto in
Europa.
Finidi
George e Sereni, gli ultimi fuochi
Quel grande successo europeo venne in qualche
modo vanificato nei due anni successivi, in quanto quella grande squadra che
aveva toccato il tetto europeo uscì per due volte al primo turno: nel 1981/82
per mano dell’Aberdeen e nel 1982/83 contro la Roma di Liedholm. Del resto
l’Ipswich Town si apprestò ad affrontare una parabola discendente della sua
storia ed infatti i tractor boys
tornarono a calcare i campi europei soltanto nel 2000/2001, affrontando subito
al primo turno la temibile Torpedo Mosca. L’Ipswich Town firmò una sua nuova
impresa europea, eliminando i russi. Dopo l’1-1 dell’andata, infatti la
formazione inglese la spuntò a Mosca con i gol del nigeriano Finidi George
(ex-Ajax) e di Stewart. Quindi l’Ipswich ebbe ragione anche degli svedesi
dell’Helsingborgs, prima di cedere di fronte alla forte Inter di Hector Cooper,
non prima di aver vinto almeno la gara di andata in casa con gol di Armstrong.
protagonisti tra gli altri in quella squadra furono sia Finidi George che il
portiere italiano Sereni, che risultarono gli acquisti più onerosi di sempre
nella storia del club. La storia europea del club si chiuse momentaneamente
nella stagione successiva ancora in Coppa UEFA di fronte al non irresistibile
Slovan Liberec, dopo aver eliminato i lussemburghesi dell’Avenir Beggen e il
Sartid Smederevo.
Altro grande articolo.Adoro il calcio inglese
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