Si trattò di un pareggio a reti inviolate
scialbo e malinconico, come tutti quei risultati che non un nulla di fatto decretano
le mancate ambizioni delle due contendenti in campo. Tuttavia, gli australiani,
al loro esordio alla Coppa del Mondo, di quello 0-0 potevano essere anche fieri
in qualche modo, ma per il Cile invece segnava il definitivo fallimento della
spedizione iridata. Pareggiando, infatti, a Berlino il 22 giugno del 1974
Australia e Cile venivano entrambe escluse dalla seconda fase della rassegna
iridata, in favore delle più accreditate Germania Ovest e persino Germania Est.
Per gli andini quel pareggio rappresentò la conclusione amara di una storia
cominciata ancora peggio. La squadra sudamericana, infatti, arrivò in Germania
in virtù di uno spareggio mai giocato. I cileni, infatti, contendevano l’ultimo
posto disponibile per la World Cup nientemeno che all’URSS. Ma dopo lo 0-0 di
Mosca, i sovietici si rifiutarono di andare a Santiago del Cile, dove Augusto
Pinochet con l’aiuto dei nordamericani aveva sconfitto la democrazia di
Salvador Allende ed instaurato una dittatura militare, l’ennesima e sanguinosa
dell’America Latina. I sovietici si rifiutarono di andare a giocare in Cile per
protesta, anche perché i cileni e la FIFA, vergognosamente diremmo, pretesero
che quella partita si giocasse all’Estadio Nacional de Chile, dove fino a poche
settimane prima erano stati torturati ed uccise oltre 5.000 prigionieri
politici o presunti tali. La spedizione cilena per questo risultò già
contraddittoria e poco agevole, quasi che la nazionale roja gestita da Luìs
Alamòs si portasse dietro una responsabilità così grande e poco gradita. Anche perché
alcuni giocatori della stessa nazionale subirono gravi ritorsioni da parte del
regime. Carlos Caszely, detto il “rosso” per il suo credo politico, fu anche
convocato per il Mondiale, ma giocò malissimo e sotto tono. Anzi nella prima
partita contro la Germania Ovest fu anche espulso per un fallo di reazione ai
danni di Vogts. Se ne andò oltretutto a giocare in Spagna per evitare le
torture di Pinochet, ma da quel momento la sua esclusione dalla selezione
nazionale fu definitiva o quasi. Rientrò infatti a più riprese nel giro della
nazionale, più per volere del popolo che dei suoi stessi selezionatori.
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