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giovedì 12 giugno 2014

FIFAWorldCup2014: No junta, Sì Chile


 Si trattò di un pareggio a reti inviolate scialbo e malinconico, come tutti quei risultati che non un nulla di fatto decretano le mancate ambizioni delle due contendenti in campo. Tuttavia, gli australiani, al loro esordio alla Coppa del Mondo, di quello 0-0 potevano essere anche fieri in qualche modo, ma per il Cile invece segnava il definitivo fallimento della spedizione iridata. Pareggiando, infatti, a Berlino il 22 giugno del 1974 Australia e Cile venivano entrambe escluse dalla seconda fase della rassegna iridata, in favore delle più accreditate Germania Ovest e persino Germania Est. Per gli andini quel pareggio rappresentò la conclusione amara di una storia cominciata ancora peggio. La squadra sudamericana, infatti, arrivò in Germania in virtù di uno spareggio mai giocato. I cileni, infatti, contendevano l’ultimo posto disponibile per la World Cup nientemeno che all’URSS. Ma dopo lo 0-0 di Mosca, i sovietici si rifiutarono di andare a Santiago del Cile, dove Augusto Pinochet con l’aiuto dei nordamericani aveva sconfitto la democrazia di Salvador Allende ed instaurato una dittatura militare, l’ennesima e sanguinosa dell’America Latina. I sovietici si rifiutarono di andare a giocare in Cile per protesta, anche perché i cileni e la FIFA, vergognosamente diremmo, pretesero che quella partita si giocasse all’Estadio Nacional de Chile, dove fino a poche settimane prima erano stati torturati ed uccise oltre 5.000 prigionieri politici o presunti tali. La spedizione cilena per questo risultò già contraddittoria e poco agevole, quasi che la nazionale roja gestita da Luìs Alamòs si portasse dietro una responsabilità così grande e poco gradita. Anche perché alcuni giocatori della stessa nazionale subirono gravi ritorsioni da parte del regime. Carlos Caszely, detto il “rosso” per il suo credo politico, fu anche convocato per il Mondiale, ma giocò malissimo e sotto tono. Anzi nella prima partita contro la Germania Ovest fu anche espulso per un fallo di reazione ai danni di Vogts. Se ne andò oltretutto a giocare in Spagna per evitare le torture di Pinochet, ma da quel momento la sua esclusione dalla selezione nazionale fu definitiva o quasi. Rientrò infatti a più riprese nel giro della nazionale, più per volere del popolo che dei suoi stessi selezionatori.

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