Non
era mai stato troppo grande il Torino dopo il fantastico Scudetto conquistato nel
1976. Più volte i granata avevano arrancato quasi a ridosso della zona alta
della classifica, ma senza mai incidere più di tanto. Anche due finali di Coppa
Italia raggiunte nel 1980, 1981 e 1982 erano andate malamente perse al cospetto
della Roma (2 volte) e dell’Inter. Nell’estate dell’84, però, i granata
compirono qualche lecito sforzo in sede di calciomercato, portando a casa il
cartellino di Leo Junior, brasiliano dal piedino fatato strappato alle lusinghe
del Flamengo, come Zico. In molti si accorsero in ritardo che in effetti Junior
fu uno degli acquisti più importanti e prestigiosi del calcio italiano dalla riapertura
delle frontiere. Il brasiliano, che spesso si abbandonava in legittime lotte
contro il razzismo, dispensò numeri d’alta scuola ed alta intensità di manovra.
La sfida del Friuli all’altezza della quarta giornata fu decisa con arte carioca
ma piedi assolutamente di italici operai. Il mediano Galbiati infatti lanciò
con millimetrica precisione in profondità Aldo Serena, che realizzò uno dei suoi
rari ma bei gol di piede. Addirittura in morbido pallonetto a scavalcare Brini.
L’Udinese reagì ma gli mancava la spinta e l’estro di Zico ed il Toro legittimò
la vittoria esterna grazie all’ispirato Junior, che trovava come compagno nell’accoppiata
di stranieri dei granata l’austriaco Walter Schachner.
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