L'estremo boliviano Perez esce con successo sui piedi del tigre Gareca |
di Vincenzo
Paliotto
I grandi sconfitti dell’ultima stagione, cioè
quelli del Boca Juniors, saliranno fino agli oltre 2.500 metri di altezza di
Cochabamba per debuttare nella nuova edizione della Copa Libertadores. Una
trasferta boliviana per gli argentini che non evoca buoni precedenti in casa
dello Jorge Wilstermann, formazione nata nel 1949 per compiacere la compagnia
aerea boliviana, a cui da sempre fa omaggio, beneficiando del soprannome de el aviador. Gli zeneises infatti debuttarono all’Estadio Felix Capriles anche nella
edizione del 1982, riportando un’inopinata sconfitta. I gialloblu infatti vennero
sconfitti sulle alture boliviane dinanzi a 17.000 spettatori impazziti di
gioia. Al 38’ Miguel Bengolea, difensore, risolse quel match di fronte ad un
importante numero di campioni. Il Boca Juniors, infatti, scese in campo con i
vari Hugo Gatti, Ruggeri, Mouzo, Scotta, Brindisi, el tigre Gareca, Krasouski. E’ vero che mancava Diego Armando
Maradona, che proprio da qualche settimana aveva accettato le lusinghe
milionarie del Barcellona, ma quel Boca rimaneva comunque una squadra molto
dotata tecnicamente. Quella vittoria però servì a poco anche allo stesso Jorge
Wilstermann, che non riuscì comunque a qualificarsi, anzi la vittoria finale
del girone andò al River Plate, eterno rivale del Boca. Più che altro i
boliviani sin dalla prima partita mortificarono le buone intenzioni degli zeneises. Per al cronaca lo Jorge
Wilstermann ottenne anche un 2-2 a Buenos Aires, in una Bombonera deserta ed in
una partita che non aveva significati di classifica. I boliviani non riuscirono
a ripetere il traguardo delle semifinali
ottenuto un anno prima con un certo Jairzinho in squadra. Ma rimase quella
contro il Boca una vittoria di assoluto prestigio. Lo Jorge Wilstermann inoltre
è la prima squadra boliviana ad essere iscritta alla Copa nell’edizione del
1960.
Nessun commento:
Posta un commento