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venerdì 5 giugno 2015

Juventus, storie e maledizioni della Coppa dei Campioni


Juventus-Ajax 1973
di Vincenzo Paliotto

 Tra corsi e ricorsi storici quella dell’Olympiastadion di Berlino rischia di essere per la Juventus la notte più lunga. In otto occasioni nella sua lunga e prestigiosa storia la squadra bianconera è giunta alla finale del massimo trofeo continentale, ma soltanto in due circostanze i torinesi sono riusciti a levare al cielo il trofeo da tutti più ambito. Nella finale in terra tedesca la Juventus si trova di fronte un grande avversario, pensando anche al destino nelle sue precedenti sfide.

 I bianconeri approdarono per la prima volta alla finale della coppa dalle grandi orecchie nel 1973, al culmine di una cavalcata importante, che vide la Juve prevalere anche nei confronti dello scomodo Derby County, il cui allenatore Brian Clough recriminò non poco nei confronti della terna arbitrale. Il sogno bianconero poi nella finale di Belgrado si spense dopo appena  4’. Di fronte ad un gran numero di tifosi italiani Johnny Rep spense le ambizioni bianconere al primo assalto con un beffardo colpo di testa.

Juventus-Amburgo 1983
 L’amarezza non venne cancellata nemmeno dieci anni più tardi, forse dalla Juventus più bella di sempre, con in campo 6 campioni del mondo, più l’ausilio di Platini (molto più elegante come giocatore che nei panni di Presidente dell’UEFA) e di Zibì Boniek, il polacco che amava segnare i gol in notturna. Anche in questo caso il sogno si spense dopo pochi minuti. L’amburghese Magath trafisse Zoff al 9’ con un tiro dalla lunga distanza.

 Nel 1985, invece, arrivò il primo successo di marca bianconera, però nella finale più triste della storia del calcio. All’Heysel la Juventus battè il Liverpool con un calcio di rigore di Platini, ma nel prepartita c’erano stati 39 morti, travolti dalla furia degli hooligans.

Juventus-Ajax 1996
 Passarono undici anni e la Juventus vinse la sua prima Coppa dei Campioni. A Roma i bianconeri di Marcello Lippi si presero la rivincita sull’Ajax. Il successo finale arrivò dagli undici metri. Dopo l’1-1 fino ai tempi supplementari, i bianconeri la spuntarono nella lotteria dei calci di rigore.

 Anche in quel caso le fortune bianconere nella finale più importante si esaurirono presto. La squadra di Lippi perse, infatti, il titolo Nella stagione successiva proprio in finale. Il Borussia Dortmund, sulla carta nettamente inferiore nella qualità dell’organico, si impose per 3-1, sfruttando la sete di vendetta dell’ex-laziale Riedle e quindi la prodezza nel finale di Ricken. Inutile risultò un gran gol di Del Piero. Nella stagione successiva arrivò ancora una delusione. I bianconeri, infatti, persero in finale contro il Real Madrid di Panucci. Risultò decisivo il punto realizzato dal serbo Pedrag Mijatovic, che poi si accasò successivamente alla Fiorentina.

 La maledizione bianconera non si esaurì neanche nel 2003 in una finalissima tutta italiana. La Juventus in tal caso lasciò il passo al Milan di Carlo Ancelotti nei tiri dagli undici metri. All’Old Trafford di Manchester il vero eroe fu il portiere brasiliano Dida, abile ad ipnotizzare i giocatori juventini.

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