di Antonio Vespasiano (giornalista di Calcio2000)
Camerun 1982, tra i pali Thomas N'Kono |
Stella polare
dell’irrequieto, folkloristico e imprevedibile movimento calcistico africano è
sempre stata la nazionale del Camerun. Nonostante la sfilza di grandi giocatori
che, soprattutto nell’era del calcio globalizzato, hanno invaso i migliori
campionati europei e le diverse scuole calcistiche salite agli onori delle
cronache in virtù di successi e consensi raccolti non solo nei tornei giovanili,
ma anche nelle kermesse internazionali di maggior prestigio, i “Leoni Indomabili”,
a partire dal 1982, anno della loro prima apparizione sul palcoscenico di un
Mondiale, hanno sempre saputo mantenere inalterato fascino e leadership nel
vasto e colorato continente africano, facendo così breccia nei cuori degli
sportivi di tutto il mondo. Le ottime performance sciorinate e i risultati di
conseguenza ottenuti hanno permesso al Camerun di guadagnarsi una solidissima
reputazione non solo in ambito continentale, dove la rappresentativa
camerunense è storicamente riconosciuta come la regina del calcio africano, ma
anche a livello internazionale. L’influenza dei giocatori che hanno giocato in
Europa è stata determinante nel fare da collante tra la spensieratezza tipica
di un calcio poco avvezzo alle pressioni mediatiche e l’innata fisicità di
interpreti a cui non fanno difetto notevoli doti tecniche.
Il calcio in Camerun è
indiscutibilmente lo sport nazionale, mezzo per farsi largo politicamente ed
economicamente, collettore di entusiasmi e consensi, di denaro e speranze, di
sogni e trionfi. Proprio questi ultimi sono il miglior biglietto da visita
della Nazionale camerunense. Ben sei le partecipazioni alla fasi finale di un
Mondiale: dal 1982 (quando i vari N’Kono, Tokoto, Abenga riuscirono a sdoganare
il calcio africano, troppo spesso bistrattato dagli addetti ai lavori, chiudendo
il girone da imbattuti e venendo eliminati solo a causa della differenza reti
favorevole all’Italia), al 2010, passando per le “notte magiche” di Italia ’90,
rimaste impresse per le imprese di Milla & Co., che erano valse per la
prima volta nella storia di una compagine africana i quarti di finale di un
Mondiale. Quattro, invece, sono i trionfi in Coppa d’Africa (1984, 1988, 2000,
2002), senza contare l’alloro più prestigioso di tutti, quella medaglia d’Oro
Olimpica strappata nel 2000 alla Spagna di Xavi e Puyol dopo la lotteria dei
rigori. Commovente poi il secondo posto alla Confederations Cup del 2003 in
memoria di Foé, morto per un arresto cardiaco proprio durante quella
manifestazione. Se non fosse per una cronica disorganizzazione ai vertici della
federazione e i soliti guai legati ai compensi economici (clamoroso fu
l’ammutinamento nella sconfitta per 6-1 con la Russia ad Usa ’94) il Camerun
potrebbe davvero ambire ad più alti traguardi, perché da quelle parti il calcio
lo sanno giocare eccome.
LA
FORMAZIONE DI SEMPRE
IL
RE LEONE
Il
miglior portiere della storia del Camerun probabilmente è il miglior portiere
del calcio africano in assoluto. La sua aura leggendaria, il carisma e le notevoli
doti tecniche, espresse soprattutto nel gioco tra i pali ne hanno fatto una
vera e propria icona nell’intero continente africano. THOMAS N’KONO è
certamente una figura cardine per il calcio in Camerun. Il suo grande
palcoscenico fu il Mondiale del 1982 dove blindò la porta dei “Leoni Indomabili”
fino al gol di Graziani. Riflessi felini e balzi prodigiosi gli valsero un
contratto con l’Espanyol dove giocò otto stagioni sfiorando la Coppa Uefa del
1988. Ha vinto per due volte (primo camerunense in assoluto) il Pallone d’Oro
Africano. Italia ’90 fu il suo secondo Mondiale, vissuto sempre da
protagonista. Un mito senza tempo. Come secondo scegliamo JOSEPH-ANTOINE BELL, rivale di N’Kono al quale ha
fatto da secondo ai Mondiali del 1982 e di fatto anche a quelli del ’90 dove,
pur partendo come titolare, dovette abdigare a causa del suo carattere e delle
sue idee politiche. In campo sapeva farsi valere, giocò diversi anni in Francia
vestendo anche la maglia dell’Olympique Marsiglia. Ha vinto da titolare le due
Coppa d’Africa del 1984 e del 1988, senza contare il riconoscimento dell’IFFHS quale
miglior portiere africano di sempre.
Terzino
destro il velocissimo LAUREN ETAME, esploso nel Maiorca di Cúper, con il quale raggiunse nel 1999 la finale di Coppa delle
Coppe. Ebbe la sua consacrazione nella Coppa d’Africa del 2000 vinta ai rigori
sulla Nigeria, dove fu eletto miglior giocatore della manifestazione. La svolta
della sua carriera fu il passaggio all’Arsenal, dove s’impose come terzino di
fascia destra, dopo i trascorsi a centrocampo. Vinse due Premier e due F.A. Cup,
venendo eletto nel 2004 nella top 11 della Premier League. Con la maglia del
Camerun vinse anche l’Oro Olimpico di Sideny 2000 (segnando tre gol) e la Coppa
d’Africa del 2002. Centrale difensivo EMMANUEL
KUNDE il miglior difensore camerunense di sempre e certamente uno dei più forti
nella storia del calcio africano. Filiforme nel fisico, elegante nella giocata,
ma allo stesso tempo risoluto e rude negli interventi. La sua interminabile
carriera lo ha visto titolare in ben sei Coppa d’Africa, due delle quali vinte.
Suo il rigore che piegò la favorita Nigeria nella Coppa d’Africa del 1988. Era
tra le colonne dei “Leoni Indomabili” al Mondiale del 1982 e pure a quelli del ’90,
dove, nonostante le sue 36 primavere, si tolse pure lo sfizio di segnare un gol
nel quarto di finale contro l’Inghilterra. Spese la migliore parte della sua
carriera in Camerun col Canon Yaoundé, con il quale vinse due Coppe dei Campioni
africane e quattro Campionati. Altra colonna nella storia della Nazionale del
Camerun è certamente RIGOBERT SONG, primatista assoluto di presenze con 137
racimolante nell’arco di ben diciassette anni. Ha giocato quattro Mondiali
(unico calciatore africano a vantare un simile primato) e vinto due Coppe
d’Africa (quella del 2000 grazie al suo rigore decisivo). Difensore, robusto,
energico, fortissimo di testa e nell’allungo. Col tempo ha saputo trarre
giovamento dell’esperienza rispetto alla fragilità caratteriale degli inizi. A
sinistra PIERRE WOME prorompente terzino a tutto campo. Fisico asciutto,
velocità impressionante. Capace di sgroppate lungo l’intera corsia e di un
sinistro potentissimo. In Nazionale è stato uno dei protagonisti del periodo
d’oro del Camerun. Alle Olimpiadi del 2000 realizzò il rigore decisivo nella
finale contro la Spagna. Due le Coppe d’Africa vinte così come due sono state
le sue partecipazioni ad un Mondiale. Peccato che, dopo aver dato tanto,
sovente il suo nome viene ricordato per l’errore dal dischetto che estromise il
Camerun dal Mondiale del 2006. In panchina come terzino destro (ma schierato
spesso anche a centrocampo) STEPHEN
TATAW, capitano dei “Leoni Indomabili” ad Italia ’90 quando si rivelarono al
Mondo battendo nella gara inaugurale l’Argentina di Maradona, diventando così
la “squadra simpatia” del torneo. Fu il primo calciatore africano a giocare nel
campionato giapponese. Tra i “Leoni Indomabili” del 1982 merita una citazione IBRAHIM
AOUDOU possente pilastro difensivo che due anni dopo contribuì alla vittoria
della prima Coppa d’Africa del Camerun. Centrale difensivo l’ultima speranza
del calcio camerunense, NICOLAS N’KOULOU, difensore tra i migliori prospetti
della Ligue 1 su cui hanno messo gli occhi diversi club europei nella speranza
che mantenga le promesse. In Nazionale ha già racimolato una buona dose di
esperienza, il futuro è il suo. A sinistra adattiamo MICHEL KAHAM terzino
destro del Camerun ai Mondiali del 1982, poco conosciuto all’estero ma in
Camerun un vero e proprio mito.
CUORE
MATTO
Centrocampo
dinamico e muscolare. Sul centro destra il tenace e polivalente GEREMI NJITAP. Moto perpetuo della mediana, dove
primeggiava per corsa e abnegazione. 116 le sue presenze in Nazionale ed un
curriculum di prim’ordine (due Coppe d’Africa e la Medaglia d’Oro a Sidney
2000). In Europa ha vestito maglie di club importanti come il Real Madrid e il
Chelsea vincendo Liga e Premier e contribuendo al successo dei Blancos in due
edizioni della Champions League. Perno del centrocampo l’indimenticato MARC-VIVIEN FOÉ centrocampista difensivo di
buona tecnica, bravo di testa ma soprattutto nel gioco di contenimento dove si ergeva
come una diga invalicabile. Vinse un Campionato francese col Lens (certamente
non un top club), attirando le attenzioni di Alex Fergusson salvo dover fare i
conti con un brutto infortunio ai legamenti del ginocchio. Determinante nel
doppio successo dei “Leoni Indomabili” alle Coppe d’Africa del 2000 e del 2002.
Il suo nome però è rimasto nella memoria degli sportivi di tutto il mondo per
la sua drammatica morte nella Confederations Cup del 2003. Torneo che i suoi
compagni chiusero con le lacrime agli occhi al secondo posto. Sul centro
sinistra ANDRÉ KANA-BIYIK centrocampista tuttofare del Camerun ad Italia ’90. Fratello
del centravanti François Omam-Biyik, che ne vendicò l’espulsione nella gara inaugurale del Mondiale italiano
contro l’Argentina segnando il definitivo 1-0. Lavoratore oscuro ma prezioso fu
tra gli eroi che dopo l’emozionante cavalcata al Mondiale italiano furono
acclamati da una folla in delirio al ritorno in Patria. Regista avanzato il
“Dottore” THÉOPHILE ABEGA, una delle primissime icone del calcio camerunense
nel mondo. Dopo i successi in patria col Canon Yaoundé, dove vinse due Coppe dei Campioni africane (’78 e ’80) si distinse al
Mondiale del 1982 salvo poi consacrarsi come uno dei migliori centrocampisti
africani di sempre quando con le sue giocate e la fascia di capitano al braccio
trascinò il Camerun nel primo successo internazionale della sua storia, la
Coppa d’Africa del 1984, anno in cui fu insignito anche del Pallone d’Oro
africano. In panchina le qualità di ALEXANDRE SONG centrocampista difensivo
esploso nell’Arsenal di Wenger, che ha saputo smussarne i difetti facendo di
lui un abile mediano, capace di rubare palloni e far ripartire l’azione grazie
ad un’ottima tecnica. Lo ha preso il Barcellona impiegandolo sovente come difensore
centrale. In Nazionale è uno dei giovani leoni sui quali il Camerun conta per
rinverdire i fasti di un tempo. Altro indimenticabile centrocampista è ÉMILE M’BOUH,
motorino instancabile del centrocampo del Camerun a Italia ’90. Basso, tozzo
eppure efficace nel suo inarrestabile dinamismo. Ha giocato due Mondiali mentre
la sua carriera rimbalzava da un continente all’altro. Menzione obbligatoria
per GRÉGOIRE M’BIDA il primo giocatore camerunense a realizzare un gol nella
fase finale di un Campionato del Mondo. Segnandolo per giunta a Dino Zoff nel
discusso 1-1 con l’Italia al Mondiale del 1982, risultato che (dopo i due
precedenti 0-0 contro Perù e Polonia) permise al Camerun di diventare la
prima squadra africana ad uscire imbattuta da un Mondiale, facendo così nascere
il mitico appellativo di “Leoni Indomabili”. Tra i primissimi giocatori del
Camerun ad imporsi all’estero prima ancora che il fenomeno Camerun esplodesse
al Mondiale del 1982 c’era senza dubbio JEAN-PIERRE
TOKOTO, classica mezzala dai piedi buoni aveva fatto le fortune di Psg e
Bordeaux negli anni ’70. Al Mondiale spagnolo ci arrivò trentaquattenne, e
anche se il passo non era più quello di una volta le doti tecniche erano
immutate.
PASSATO E PRESENTE
La coppia d’attacco rappresenta il passato e il
presente del calcio camerunese, icone che il tempo difficilmente riuscirà a
scalfire, vuoi per le prodezze ed i trionfi sportivi, vuoi, soprattutto, per il
contributo dato alla causa dei “Leoni Indomabili”. Miglior giocatore di sempre
del Camerun e forse dell’intero continente africano SAMUEL ETO’O rappresenta il
calcio del Camerun oggi. Centravanti moderno, capace di ricoprire diversi
ruoli: dalla prima punta solitaria, all’esterno d’accatto in un tridente.
Letale in velocità così come in area di rigore, sgusciante nel dribbling grazie
ad una tecnica strepitosa. Protagonista in club di primo piano quali il
Barcellona e l’Inter dove ha segnato valanghe di gol vincendo praticamente di
tutto e andando a segno in due delle tre finali di Champions giocate e vinte.
In Nazionale dopo l’esordio a diciassette anni ha disputato tre Mondiali, vinto
due Coppe d’Africa e la medaglia d’Oro alle Olimpiadi del 2000. Con 52 reti è
il miglior marcatore di sempre dei “Leoni Indomabili”. Quattro volte pallone
d’Oro Africano, è senza dubbio alcuno uno dei migliori centravanti del Mondo. Agli
allori di Eto’o fa da contraltare la leggendaria figura di ROGER MILLA vero e
proprio emblema del calcio africano. Campione di classe purissima e longevità
straordinaria. Protagonista dei primi successi calcistici del Camerun, dai
Mondiali del 1982, alle due Coppe d’Africa vinte nel 1984 e nel 1988. Ai
Mondiali del ’90, quando aveva già trentotto anni, non avrebbe dovuto neppure
esserci e invece divenne l’eroe di un gruppo straordinario che trascinò a suon
di reti (4 in 5 presenze) fino ai quarti di finale entrando così nella Storia
del calcio. Quattro anni dopo, ad Usa ’94, all’età di 42 anni e 39 giorni
divenne il più vecchio marcatore di un Mondiale. Due volte Pallone d’Oro
Africano a distanza di quattordici anni l’una dall’altra (1976 e 1990) Un mito davvero
ineguagliabile. In panchina PATRICK MBOMA, centravanti di grande prestanza
fisica, buona tecnica e ottima velocità. Difficile da fermare in campo aperto.
È stato uno dei senatori del Camerun con il quale ha realizzato 33 gol in 56
presenze. Pallone d’Oro Africano del 2000 anno in cui ha guidato la Nazionale
al successo nella Coppa d’Africa ma soprattutto nella vittoria al Torneo
Olimpico di Sidney (giocato da fuoriquota). Ha bissato il successo continentale
nel 2002 e giocato due Mondiali. Infine JEAN
MANGA-ONGUÉNÉ,
Pallone d’Oro Africano nel 1980, lo chiamavano “testina d’oro” per l’abilità
nel gioco aereo, ma aveva anche altre qualità. Tecnica raffinata, scatto
bruciante e fiuto del gol. Avrebbe dovuto essere uno delle stelle del Mondiale
del 1982 ma un l’infortunio al ginocchio gli troncò la carriera nel 1981.
RICAPITOLANDO
Ricapitolando, ecco la formazione camerunense di sempre:
Ricapitolando, ecco la formazione camerunense di sempre:
CAMERUN
(4-3-1-2): N’Kono; Lauren, Kunde,
Song,
Wome;
Geremi, Foé, Kana-Biyik;
Abega; Milla, Eto’o.
A Disp. Bell, Tataw, Aoudou, M’Bida, Tokoto, Mboma, Manga-Onguene.
Legami
di sangue di Antonio Vespasiano
La
storia del Camerun s’intreccia con quella della Francia in virtù del mandato
dell’allora Società delle Nazioni (l’attuale ONU) che in seguito alla sconfitta
della Germania nella Grande Guerra ne fece di fatto una colonia francese.
Status che il Camerun mantenne fino al 1960, anno della sua indipendenza. Il
legame con la Francia però è rimasto molto forte, tant’è vero che Parigi è
l’approdo principale del flusso migratorio camerunense in Europa. Considerato
poi che la Ligue 1 è storicamente il campionato che accoglie il maggior numero
di calciatori o aspiranti tali (e a tal proposito c’è da sottolineare l’enorme
tratta di giovani e ambiziosi giocatori africani da parte di sedicenti
procuratori senza scrupoli verso un sogno chiamato professionismo, salvo poi
abbandonarli - letteralmente - a loro stessi, dopo averne calpestato la dignità),
diventa lampante la spiegazione del perché tanti ragazzi, figli di camerunensi,
nascano fuori dai patri confini e debbano di fatto essere quasi
ri-naturalizzati. Esempi lampanti sono quelli di Sébastien Bassong, parigino di nascita che dopo l’esperienza nell’Under
21 francese ha scelto di vestire la maglia dei “Leoni Indomabili”. Oppure del
terzino del Tottenham Benoît Assou-Ekotto, anch’egli nato in Francia ma sempre
legato al Camerun, Nazionale che ha scelto di difendere (rifiutando le avances
delle rappresentative giovanili francesi) dichiarando: “Giocare per il Camerun per me è qualcosa di
naturale e normale. Non ho passione per la nazionale francese”. Stesso discorso
per l’ex Udinese, oggi al Granada, Allan Nyom, nato anch’egli in Francia, per lo sfortunato Jean-Joël
Perrier-Doumbé o per l’attaccante giramondo Joseph-Désiré Job, che vanta
con il Camerun oltre 50 presenze e ben due Mondiali, con l’acuto della vittoria
nella Coppa d’Africa del 2000. Curioso poi il caso di Jean-Armel Kana-Biyik. Nato e vissuto in Francia e con diverse
apparizioni nell’Under-21 transalpina, solo da poco ha scelto di vestire la
maglia dei “Leoni Indomabili” che il papà Andrè contribuì a far grande durante
il Mondiale del 1990. Natali tedeschi, invece, hanno l’esterno d’attacco del
Magonza Maxim Choupo-Moting, il quale dopo le esperienza nelle giovanili tedesche
ha optato per la Nazionale camerunense, venendo pure convocato per il Mondiale
del 2010 e il difensore Joël Matip, quest’ultimo indeciso fino alla fine se
vestire, come poi ha fatto, la maglia del Camerun o aspettare una chiamata da
parte della Germania, sempre attenta ai talenti di sangue misto.
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