L'esultanza di Pittoni dopo il gol |
Vincendo la gara di andata per 2-0, gol di Alejandro Silva e Pittoni, l'Olimpia Asunciòn mette una seria ipoteca sulla vittoria della Copa Libertadores. Ma quelli dell'Atletico mineiro non ci stanno e sanno di avere la tifoseria più "argentina" del Brasile. Intanto l'Olimpia è un club blasonato ed il successo è il suo mestiere. Così come ci racconta Vincenzo Paliotto dalle pagine di Clàsicos. Derby e rivalità in America Latina. Urbone Publishing.
L’Olimpia
Asunciòn è stato fondato il 25 luglio del 1902 ed è la squadra più antica del
paese. Tra i suoi fondatori figurano numerosi paraguayani in qualche modo
indottrinati da quell’olandese di nome Paats, che ha introdotto il gioco del
calcio nel paese. Il suo nome fu chiaramente preso in prestito dalla tradizione
sportiva greca e dalla sua Olimpia. I bianconeri rappresentano la squadra più
blasonata della nazione e tra le più vittoriose del Sudamerica e non a caso uno
dei suoi soprannomi preferiti è quello di Rey
de Copas, regina di coppe. Infatti, l’Olimpia, oltre ad aver vinto 39 volte
il campionato nazionale, conta nella sua bacheca anche 3 Copa Libertadores
(vinte nel 1979 contro il Boca Juniors, nel 1990 contro il Barcelona Guayaquil
e nel 2002 ai calci di rigore contro i sorprendenti brasiliani del Sao Caetano,
battuti a San Paolo del Brasile), 2 Recopa Sudamericana (nel 1991 e nel 2003),
1 Coppa Intercontinentale (nel 1979 ai danni del Malmo), 1 Supercoppa
Sudamericana (nel 1990) ed 1 Copa Interamericana (nel 1979). Oltretutto
l’Olimpia aveva già raggiunto la finale della Copa Libertadores nella prima
edizione della competizione nel 1960. Nella doppia finale si arrese per un solo
gol al grande Penarol (1-0 e 1-1). Dopo aver perso a Montevideo di misura,
l’Olimpia nello stadio al tempo denominato di Puerto Sajonia aveva subito
riequilibrato il punteggio con un gol di Recalde in un’atmosfera incredibile,
in cui 35.000 paraguayani incontenibili resero la vita difficile a quel Penarol
coraggioso, che con Cubilla a pochi minuti dal termine siglò il gol del
pareggio e della vittoria finale nella manifestazione.
I bianconeri disputano
le proprie gare interne all’Estadio Manuel Ferreira, capace di appena 15.000
posti e circondato da grandi alberi che lo rendono simile ad un bosco,
inaugurato nel 1964 con un’amichevole di lusso contro il Santos di Pelè.
Un’enorme folla di tifosi accorse nel nuovo stadio per vedere all’opera il grande
campione brasiliano, anche più di quelli che era l’effettiva capienza
dell’impianto, tanto da provocare il crollo di una tribuna con molti feriti. Lo
stesso Pelè si portò generosamente in soccorso dei tifosi paraguayani in una
partita che terminò sul 2-2. Per le gare più importanti di Copa Libertadores e
nei derby contro il Cerro Porteno l’Olimpia chiede opportunamente ospitalità al
più capiente Defensores del Chaco, che di posti ne conta ben 48.000. Hanno
vestito la maglia dell’Olimpia grandi campioni del calcio nazionale come Carlos
Alberto Kiese, Hugo Talavera (detto l’architetto), Villalba ed Aquino (il
goleador) trionfatori in Copa Libertadores nel ’79, oppure Samaniego e Amarilla
che invece nella medesima manifestazione primeggiarono nel 1990, ma altri
ancora come Romerito, Flaminio Silva e Hugo Ever Almeida, che vanta il primato
di essere il calciatore con il maggior numero di presenze in assoluto
contabilizzate in Copa Libertadores. Nato a Salto in Uruguay nel ’48, Almeida
esordì nel CA Cerro, ma quindi emigrò in Paraguay nel Guaranì. Ottenne
successivamente la cittadinanza paraguayana e difese per quasi venti anni i
pali dell’Olimpia, vincendo praticamente tutto quello che si poteva vincere. In
16 edizioni di Copa è sceso in campo 113 volte. E’ stato il primo portiere ad
andare in gol nella Libertadores. Successe nel 1984 su calcio di rigore in casa
dell’Estudiantes a La Plata. Almeida inaugurò una moda abbastanza fortunata dei
portieri-goleador in Copa Libertadores.
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