di Vincenzo Paliotto
(tratto da Fan's Magazine)
Istanbul vive senza dubbio alcune delle
rivalità calcistiche più cruenti e vere di tutto il panorama sportivo internazionale.
Le sfide incrociate tra i tre principali club del Bosforo vale a dire
Fenerbahce, Galatasaray e Besiktas, ma anche di tutto il calcio turco, vivono
quotidianamente delle rivalità incrociate, il cui epilogo non è stato sempre a
lieto fine. Tuttavia, i fatti recenti relativi alla questione di Gezi Park e allo
spirito a dir poco autoritario del Premier turco Erdogan, hanno spinto le tre
tifoserie acerrime rivali da sempre ad unirsi nella protesta e a tenere testa
ai soprusi delle froze dell’ordine e alle intenzioni del governo di disperdere,
con metodi più o meno ortodossi, le masse del dissenso.
Alleanza ultras. A guidare quella che potrebbe essere
etichettata come una storica e santa alleanza delle tifoserie organizzate è il
maggior gruppo ultras del Besiktas, quello del Carsi, da sempre orientato su posizioni anarchiche e di sinistra,
pronto a calarsi nella lotta in quella che sono questioni extra-calcistiche. La
Turchia vive del resto una transizione economica e politica epocale, ma gli
orientamenti governativi di Erdogan non hanno lasciato inermi i turchi, decisi
a scendere in piazza per rivendicare diritti e per contrastare l’egemonia delle
forze di potere. Una protesta la cui scintilla si è innescata ad Istanbul a
Gezi Park, ma che poi si è trascinata inevitabilmente in tutto il paese sia per
i Giochi del Mediterraneo, ospitati da Mersin, città quasi al confine con la
Siria, che per il Mondiale FIFA Under
20, con ampi fischi e proteste nei
confronti di Joseph Blatter, il Presidente della massima organizzazione
calcistica internazionale e che di conseguenza presiede uno dei più grandi
business del mondo. Ayan Gyner, uno dei
capi della tifoseria bianconera (anche se in molti si ostinano a dire che la
tifoseria del Besiktas non ha capi), ha diffuso insieme ai Vamos Bien del Fenerbahce e agli UltrAslan del Galatsaray un comunicato in rete, raccoto poi
dall’Hurryet, uno dei maggior quotidiani del paese, per protestare contro il
governo.
Il Carsi. Il gruppo ultras del Carsi è nato nel 1982, un paio di anni
dopo il colpo di stato nel paese, e la sua funzione è stato quasi sin dal
principio quella di avere anche un contenuto politicizzato o quantomeno vicino
alle cause sociali, in un periodo in cui era proibita l’associazione partitica
e quella sindacale. Il nome deriva da un bazar nella zona in cui il club è stato
fondato nel 1903. La tifoseria del Besiktas è un crogiuolo di idee politiche:
dal sostegno per Atataurk, il padre della Repubblica Turca, a Che Guevara, la
cui effigie viene spesso rimarcata anche negli standardi e nelle sciarpe dei
tifosi. Il Besiktas vorrebbe identificarsi come la vera squadra del popolo,
rispetto alle superpotenze del Galatasaray e del Fenerbahce. Ma la storia dei
bianconeri di Istanbul non veste assolutamente i panni della comprimaria.
A capo della tifoseria del Besiktas c’è
comunque un turco-armeno, un certo Markaryan, la cui popolarità è salita ad
altezze vertiginose. Anche se in molti si chiedono come abbia fatto un armeno
ad affermarsi in un paese musulmano. Potenza del football e potenza di un
movimento ultras che dal calcio alla vita sociale riesce a manetenere
perfettamente la propria identità di fronte a tutto e a tutti.
Il club più vecchio di
Istanbul. Il Besiktas è
il club più vecchio della capitale. La sua data di fondazione precede anche i
cugini del Galta e del Fener. Oltretutto i bianconeri sono gli unici a
fregiarsi nel proprio logo sociale della bandiera turca. Gli fu concesso dopo
che la Nazionale turca in na sentita partita contro la Grecia nel ’52 schierò
tutti e gli undici calciatori appartenenti al Besiktas. Il club bianconero
gioca le gare interne nell’infuocato Inonou Stadium, capace di 32.000 posti, ed
ha vinto 13 Scudetti, 9 Coppe di Turchia ed 8 volte la Supercoppa. Nel 1991/92
ha vinto il campionato anzionale senza perdere neanche una partita, unica squadra
ad aver stabilito tale primato nel proprio torneo. Nelle coppe europee è giunto
come miglior risultato due volte ai quarti di finale: nel 1987 in Coppa dei
Campioni e nel 2003 in Coppa UEFA. Nel 1987 i ciprioti dell’Apoel Nicosia si
rifiutarno di affrontare il Besiktas in Coppa dei Campioni in conseguenza dei
fatti dell’invasione turca dell’isola del ’74, una cosa analogo era successa
nel ’59. In tal caso furono i greci dell’Olympiakos a non voler giocare contro
le Aquile di Istanbul. D’altronde la politica nella vita di quelli del Besiktas
ha una valenza a dir poco importante.
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