La scorsa settimana la Real Sociedad si imposta a Bilbao nel Derbi Vasco. Un estratto del racconto di questa rivalità dal libro Football Rivalries.
L’agguerrito
e sentito Derbi Vasco mette di fronte
i due maggiori club della regione dei Paesi Baschi, l’Atletico Bilbao, fondato
nel 1898, e la Real Sociedad, nata nel 1909. La rivalità nasce proprio con
l’affermazione, anche se un po’ in ritardo, del club biancoblu di San
Sebastian. Infatti, l’Athletic ha sempre fatto parte dell’aristocrazia del
calcio spagnolo, mentre la Real Sociedad si è ritagliata un posto di rilievo a
partire dagli Anni Settanta. Tuttavia, Atletico e Real vivono una rivalità alquanto
pacifica, anche se in più di un’occasione i rapporti tra i due club si sono
incrinati, in quanto entrambe le società vanno alla ricerca e cercano di
accaparrarsi i migliori talenti della prolifica cantera basca. Ma niente in confronto a fatti ben più
significativi, come quello del 1976 quando i capitani delle due squadre
Kortabarria per la Real ed Iribar dell’Athletic scesero in campo nel vecchio Atoxa di San Sebastian tenendo
insieme la Ikurrina, la bandiera
dell’identità basca per protestare in qualche modo contro i soprusi del regime
franchista. La squadra bilbaina vive ancora oggi una politica completamente
autarchica, ingaggiando esclusivamente calciatori baschi ed indossando una
divisa di gioco immacolata da qualsiasi sponsor. La Real Sociedad, invece, a
partire dagli Anni Ottanta si è votata all’esterofilia, dando spazio anche ai
calciatori stranieri. Il presidente della Real Sociedad di quel periodo, Inaki
Alkiza, infatti, prese una decisione storica e coraggiosa, aprendo le porte ai
calciatori stranieri. I primi a rompere questo secolare isolamento furono tre
britannici nell’estate del 1988: Aldridge, nazionale dell’Eire ed ex-bomber del
Liverpool, Richardson ed Atkinson.
All’inizio degli Anni Ottanta hanno vissuto il
loro momento migliore. La Real Sociedad vinse la Liga nel 1981 e 1982, mentre
l’Atletico Bilbao si aggiudicò il titolo nel 1983 e nel 1984, stagione in cui
vinse anche la Copa del Rey. I leones
dell’Atletico in realtà di titoli nazionali ne hanno vinti 8, con il corredo di
ben 17 Coppe del Re. Il palmarès della Real, invece, conta 2 scudetti e due
Coppe del Re, vinte nel 1909 e nel 1987. I bilbaini disputano le gare interne
nel vecchio ma affascinante San Mamès da sempre e non a caso definito come la Catedral, per la presenza di una
chiesa all’interno della sua struttura dove molti tifosi dell’Atletico vanno a
battezzare per un credo in parte religioso ed in parte calcistico i loro figli.
Dal 1993, invece, la Real Sociedad gioca le gare interne in un impianto nuovo
di zecca, l’Anoeta, che contiene oltre 32.000 posti. Pochi calciatori, invece,
hanno giocato sia per l’Athletic che per la Real, in tutto si calcola che siano
stati 13. Il primo fu nel 1947/48 Isidoro Urra, seguito poco dopo da Antonio
Aldonza, che traslocarono dalla Real Sociedad in direzione San Mamès. Ci
vollero poi poco più di tredici anni affinchè un altro giocatore si accasasse
con i più fieri rivali. Questa volta, però, Rafael Iriondo compì il percorso
inverso. Tuttavia, nelle Province Basche rappresentano motivo di grande
interesse soprattutto i vivai ed i migliori giovani delle cantera locali sono
contesi in modo astioso sia dagli osservatori di Bilbao che di San Sebastian.
Oltretutto l’Athletic Bilbao trova occasione di far maturare molti dei suoi
giovani nella formazione affiliata del Bilbao Athletic, ma anche nelle file del
Basconia, altro club di enorme tradizione controllato dai bilbaini, fondato nel
1913, con un trascorso anche nella cadetteria spagnola. La Real Sociedad,
invece, affida tale compito alla sua formazione B, che anche si fa rispettare
in Spagna.
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