I calciatori del Corinthians ricordano con il pugno chiuso verso il cielo il grande Socrates |
Il 4 dicembre del 2011
moriva prematuramente Socrates, giocatore simbolo del calcio brasiliano, ma
anche leader dello spogliatoio e personaggio spiccatamente di sinistra. Vincenzo
Paliotto ne traccia un breve profilo e quella che fu la leggendaria democrazia corinthiana
in un libro edito dalla Urbone Publishing e di prossima uscita Clàsicos.
Nei
titoli paulisti del 1982 e 1983 grande protagonista fu il doutor Socrates, che guidò il Corinthians a due successi
consecutivi. Fu quella la squadra caratterizzata dal movimento politico
denominato di Democracia Corinthiana
in quanto quattro giocatori del Timao fortemente politicizzati contribuirono a
crearla. Si trattava di Socrates,
Wladimir, Casagrande e Zenon. Il movimento introdusse nuovi sistemi di
contrattazione per i calciatori, nuove regole ed anche l’autogestione,
sdoganando da una rigida gerarchia a cui in certe occasioni erano soggetti gli
stessi giocatori. Socrates, amatissimo dal suo pubblico e con una sfortunata
parentesi italiana alle spalle nelle file della Fiorentina, caldeggiava chiare
idee comuniste ed aveva seguaci in tutto il Brasile ed era ovviamente il
maggior leader della Democracia
Corinthiana, che però concluse il suo momento di grazia intorno al 1984.
Nazionale brasiliano, intraprese come detto anche l’avventura italiana, ma
ritornò il Brasile dopo una sola anonima stagione in cui non riuscì ad
ambientarsi. Dopo la sua morte prematura nel 2011, il suo club gli ha dedicato
un busto per ricordarlo per sempre. Per celebrare il quinto titolo brasiliano
vinto dal Timao i suoi tifosi lo ricordarono così: “Es para usted, doctor, el Timòn es pentacampeòn”.
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