di Vincenzo Paliotto
Ci poteva essere un
nome algerino prima di quello di Zidane nella storia della Juventus, ma questa
incontro con la storia non avvenne per poco o quasi, o per le sfortune
agonistiche del campione in questione. Lakhdar Belloumi, meglio noto anche come
Le Magicien, era il vero fuoriclasse
del calcio algerino all’inizio degli Anni Ottanta, forse anche più del
talentuoso Rabah Madjer, meglio noto come il Tacco di Allah. Ma la sorte lo avrebbe tradito nel momento migliore
della sua carriera. Nato a Mascara, a nord-ovest di Algeri, era il vero
orgoglio della popolazione locale, che peraltro portò al successo nel
campionato nazionale del 1984, quando da sempre il massimo torneo del paese era
spesso o quasi sempre ad appannaggio delle compagini della capitale. Si spostò
poi nel corso della sua carriera anche ad Orano ed ad Algeri stessa, ma la sua
vita e la sua carriera agonistica erano legate ad un filo doppio ed
inscindibile con la sua città natale. Il titolo arrivò peraltro con una sola
lunghezza di vantaggio nei confronti dell’USM El Harrach e di due sul Jet
Tizi-Ouzu. Era oltretutto anche la stella indiscussa della nazionale algerina,
che nel 1982 conquistò la sua prima storica qualificazione alla Coppa del
Mondo, dove venne eliminata soltanto per la losca combine tra Austria e
Germania Ovest, dopo che gli stessi algerini avevano messo in riga i portenti
teutonici con i gol proprio di Belloumi e di Madjer. Aveva in precedenza
conquistato il 2° posto alla Coppa d’Africa del 1980. In nazionale avrebbe
totalizzato ben 100 presenze con 27 gol all’attivo. Il calcio giocato da Belloumi era
essenzialmente estroso, ricco di tecnica e di talento, dove abbondavano giocate
sopraffine, un fase di palleggio persino minuziosa ed estremamente tecnica ed
in cui primeggiavano le virtuose giocate con l’esterno del piede e con il colpo
di tacco. La sua classe venne premiata con il Pallone d’Oro africano del 1981,
uno tra i tanti riconoscimenti ricevuti in carriera. Secondo i bene informati,
tra gli inventori del blind pass,
cioè il passaggio come dire “no look”.
Il 5 febbraio del
1985, ad ogni modo, la Grande Juve di Michel Platini e Zibì Boniek tra gli
altri, scese nel gremitissimo Stadio 5 luglio 1962 di Algeri per un’amichevole
di cartello contro la nazionale algerina. La Juventus del Trap era detentrice
dello Scudetto ed aveva vinto la Coppa delle Coppe a Basilea ed ancora da poche
settimane si era fregiata della Supercoppa Europea, dopo aver battuto il
Liverpool. La trasferta nordafricana ovviamente riservava un lauto ingaggio da
parte della federazione algerina e quindi l’intento di sostenere buoni rapporti
con un movimento calcistico africano sempre più importante. Di certo la
Juventus non si attendeva di essere messa in seria difficoltà dalla nazionale
algerina, che vinse quell’incontro per 3-2 tra il tripudio anche giustificato
della sua gente. Aprì le marcature Maroc al 7’, ma Boniek impattò al 41’ e
quindi Prandelli firmò il gol del sorpasso al 54’. Lo stesso Belloumi ristabilì
la parità al 57’, prima che Meghichi all’80’ firmasse il definitivo punto del
3-1. La prestazione di Belloumi,
comunque, fu talmente esaltante che proprio la Juventus si mise sulle tracce
del numero 10 dell’Algeria, scoprendo al contempo che anche il Barcellona così
come il Paris Saint Germain avevano fatto richieste al fantasista del Mascara.
La Juve temeva che prima o poi Platini avesse accettato le laute richieste di
altri club, soprattutto stranieri, che ogni giorno pervenivano alla sede
bianconera e quel Belloumi, che veniva dal deserto del Nord Africa, poteva
essere il suo sostituto ideale.
Belloumi era, però,
impegnato a livello di club con il suo Mascara anche nella faticosa Coppa dei
Campioni d’Africa, che nei sedicesimi vedeva opposta la sua squadra agli ostici
libici dell’Itihad di Tripoli. In particolare i derby tra le formazioni
nordafricane da sempre sono molto combattuti dal punto di vista fisico ed
estremamente spigolosi dal punto di vista ambientale. Fu così che intorno al
20’ il difensore libico ed anche della nazionale Bani con un intervento rude e
scomposto attentò alla incolumità stessa del centrocampista algerino. Un
intervento durissimo che provocò la rottura della tibia destra di Belloumi. La
diagnosi al termine della partita fu impietosa, con Belloumi costretto a
rimanere lontano dal terreno di gioco per almeno 8 mesi. Il grave infortunio
allontanò dal suo nome le pretendenti, in particolare di quella Juventus che lo
avrebbe portato in Italia a far brillare la sua classe ed il suo talento.
Belloumi rinunciò a quel grande sogno e decise di servire quanto più a lungo
possibile la causa del suo Mascara, dove chiuse la carriera a 41 anni suonati
tra il tripudio della sua gente. Dispensò ancora numeri di alta classe fino al
ritiro definitivo dalle scene calcistiche. Per tutta l’Africa, che lo vide
giocare in ogni angolo del continente, rimarrà per sempre Le Magicien. Il Magico.
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