di Vincenzo Paliotto
Qualcosa di sicuro non era andato nel
verso giusto nel pomeriggio del signor Washington Mateo, arbitro della massima
divisione di calcio argentina. La giacchetta nera, infatti, aveva operato una
espulsione nel match in qualche modo combattuto, ma poi neanche tanto, e vinto
in maniera netta dall’Huracan sull’Estudiantes l’8 novembre del 1972. Quelli
del globito in estrema forma, con
Renè Houseman e l’inglès Carlos
Babington su tutti, avevano prevalso al Patricio Ducò per 5-1, contro un pincha
abbastanza in sordina. Mateo poi aveva mandato anzitempo a fare la doccia al
giovane Carlos Alberto De Marta (detto El
Sordo) ed aveva annotato sul suo taccuino che il calciatore dell’Estudiantes
era stato espulso per ingiurie e veementi proprio all’indirizzo dell’arbitro,
nel momento in cui la giacchetta nera sul punteggio di 2-0 aveva assegnato un
penalty all’Huracan. Una cosa che
risultò alquanto improbabile, in quanto De Marta era sordomuto dalla nascita!
Gli organismi federali dell’AFA, in seguito a sacrosanto ricorso, ridussero la
pena di squalifica nei confronti di De Marta ad una sola giornata. E non
sarebbe potuto essere diversamente, in quanto lo sfortunato calciatore quel
tipo di infrazione non avrebbe mai potuto commetterla.
Qualcosa di analogo accadde diversi anni più
tardi, più precisamente il 7 novembre del 1984 al Santiago Bernabeu. Giocavano
per il secondo turno della Coppa UEFA il Real Madrid contro il sorprendente
Rijeka di Fiume, che all’andata aveva prevalso con un poco rassicurante per i
madridisti 3-1. Ad ogni modo, il Real venne nell’occasione incredibilmente
aiutato dall’arbitro belga Roger Schoeters, che ad un quarto d’ora dal termine
espulse per doppia ammonizione Damir Desnica, attaccante degli ospiti. Si pensò
ad un primo momento ad una perdita di tempo del giocatore ospite, invece poi si
apprese che Desnica era stato espulso per offese reiterate all’arbitro. Una
decisione che mandò quelli del Rijeka su tutte le furie e che chiusero la
partita in 8 uomini. Desnica, infatti, era sordomuto dalla nascita e quelle
offese al direttore di gara, pur volendo, non poteva rivolgergliele. Il Real
poi in netta superiorità numerica vinse per 3-0 e si qualificò.
glia benfichista, la Coppa dei Campioni, gli scudetti, le
coppe e quei Palloni d’Oro e Scarpa d’Oro che tante volte aveva portato in
trionfo all’Estadio Da Luz. Ma tradire la sua gente così sarebbe stato troppo.
Il Benfica vinse poi anche quel campionato ed Eusebio continuò a giochicchiare,
persino nella seconda divisione lusitana, lì dove il suo Benfica non lo avrebbe
potuto incontrare.
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