di Vincenzo Paliotto (testo riadattato dal volume Napoli Europeo, Urbone Publishing 2011)
Poco fortunato il Napoli nei suoi precedenti
europei contro le squadre belghe. Anderlecht e Standard Liegi passarono il
turno una volta a testa, ma grazie ad evidenti favori arbitrali.
Il gol di Bruscolotti all'Anderlecht |
L’Anderlecht e la
beffa Matthewson. In dirittura d’arrivo per la vittoria del
secondo trofeo continentale in ordine di importanza giungono, quindi, oltre al
sorprendente Napoli di Pesaola, anche gli spagnoli dell’Atletico Madrid, i
tedeschi dell’Amburgo ed i detentori del trofeo i belgi dell’Anderlecht.
Proprio questi ultimi vengono sorteggiati ad essere gli avversari del Napoli.
L’undici di Bruxelles non a torto si presenta come la squadra più temuta del
lotto delle semifinaliste. Nella stagione precedente ha conquistato la sua
prima Coppa delle Coppe, battendo in finale per 4-2 il West Ham, si è poi
aggiudicato la Supercoppa Europea
superando il Bayern Monaco, ha vinto quindi un’altra edizione della Coppa del
Belgio, ed è a caccia del bis europeo. La squadra si regge sull’apporto di
molti talenti e nazionali belgi quali Vercauteren, Coeck e Van der Elst, ma
soprattutto può contare sulla marcia in più determinata dalla classe pura di due
calciatori olandesi quali Arie Haan, ex-pilastro dell’Ajax, e Rob Rensenbrink,
tra i più talentuosi bomber nella storia del calcio europeo. Baluardo della
Grande Olanda del calcio totale, Rensenbrink a livello di club trova gloria e
fortuna in Belgio prima nel Bruges e poi nell’Anderlecht, dove viene ricoperto
di contratti sostanziosi.
Nonostante tutto e malgrado il momento non
felicissimo vissuto in campionato, il Napoli di Pesaola può permettersi di non
temere l’ostica squadra biancomalva di Bruxelles. L’Anderlecht in semifinale ha
estromesso il Southampton, squadra inglese che il Napoli ha battuto nettamente
nella Coppa di Lega Anglo-Italiana, ma probabilmente neanche questo è un
termine di paragone attendibile per una sfida che si preannuncia entusiasmante.
Il 6 aprile del 1977, in
un San Paolo gremito, il Napoli riesce ad aver ragione seppur di misura della
compagine belga. Gli azzurri costruiscono numerose azioni da gol, ma sbloccano
il punteggio soltanto all’ 81’
con uno degli idoli di Fuorigrotta ma senza dubbio il meno avvezzo ad un certo
tipo di prodezze. Infatti, a trafiggere Ruiter è Giuseppe Bruscolotti, detto
“palo ‘e fierr”, che sfodera una rasoiata in diagonale potente e precisa. Oltretutto il mastino napoletano
non ha concesso spazi ed opportunità al pericolosissimo Rensenbrink.
Per la trasferta in Belgio del successivo 20
aprile, nonostante lo svantaggio striminzito, il Napoli continua a godere di
buone credenziali per raggiungere la finale. Del resto l’attesa e l’importanza
della gara invitano la RAI
a trasmettere la diretta della partita. Anche se le insidie nascoste sul
piccolo terreno di gioco del Park Astrid non sono poche. Anche se la trappola
maggiore per il Napoli nei novanta minuti di gioco porta il nome dell’arbitro
inglese Rob Matthewson della sezione di Newcastle upon-Tyne. Non fosse altro
perché il fischietto inglese lavora come rappresentante di birra per il marchio
della Belle-Vue, main sponsor
dell’Anderlecht e di proprietà dello stesso club biancomalva. Non a caso
proprio lo sponsor Belle-Vue campeggia in bella vista sulla maglia
dell’Anderlecht in un’epoca nella quale in Italia le sponsorizzazioni sulle
maglie non sono state ancora introdotte. Insomma una di quelle “coincidenze”
atroci e quantomeno sospettose che mettono di malumore dirigenti e calciatori
del Napoli. Ma d’altra parte Matthewson non farà nulla per fugare i dubbi. Anzi
alimenta sospetti che con il passare dei minuti divengono più che reali.
Infatti, dopo pochi minuti di gioco Speggiorin trova il varco giusto che
permette al Napoli di passare che costringerebbe l’Anderlecht a segnare almeno
tre gol, ma Matthewson annulla per un fuorigioco che non c’è. L’attaccante
napoletano ha concluso a rete poi almeno dai venticinque metri! Gli azzurri si
scompongono e subiscono al 21’
il primo gol dei padroni di casa. Lo segna Thissen, sfruttando lo spazio
concessogli dai difensori del Napoli su un traversone proveniente dalla destra.
Il Napoli non è neanche fortunato della bolgia del Parc Astrid, in cui i tifosi
di casa sono assiepati praticamente quasi a ridosso della linea del fallo
laterale, infatti il centrocampista Ciccio Esposito coglie anche una traversa,
prima che al 57’
Van der Elst segni il gol della qualificazione per i padroni di casa.
Rensenbrink lavora un ottimo pallone sulla sinistra e lo scodella in mezzo
all’area quasi ad occhi chiusi. Sul secondo palo sopraggiunge Van der Elst, che
da pochi passi ribadisce in rete alle spalle di Carmignani senza grandi
difficoltà. Il Napoli si spegne nella serata in cui tutto gli gira storto a
Bruxelles.
Al termine del match ovviamente non mancano le
polemiche e le proteste alquanto evidenti dei napoletani. Tarcisio Burgnich,
esempio di correttezza in campo ed autore con l’Inter di tante battaglie
europee, al termine della gara getta a terra la fascia di capitano in segno di
rabbia e protesta, ma anche i commenti dei protagonisti nel dopo-gara non sono
da meno. A molti anni di distanza il Petisso Pesaola, allenatore di quel
Napoli, avrebbe dichiarato: “Nella mia
carriera di calciatore ed allenatore non ho mai subito una cosa simile come
quella sera a Bruxelles. Ci venne annullato un gol per un fuorigioco
inesistente. Speggiorin segnò dai 25 metri
e non c’era nessun calciatore del Napoli in area di rigore. Fummo
letteralmente derubati con grande rammarico, perché ci tenevo a portare il
Napoli in alto in Europa”.
Ha tutte le ragioni
del caso Pesaola in quelle sue dichiarazioni postume. Il Napoli raggiunge con
la semifinale di Coppa delle Coppe il miglior risultato della sua storia, anche
se all’orizzonte si intravedono tempi ancora migliori. A parziale consolazione,
comunque, l’Anderlecht non vincerà quella edizione della Coppa delle Coppe.
Infatti, in finale cede per 2-0 all’Amburgo.
Il gol di Riedl dello Standard al San Paolo |
Lo Standard Liegi ed un’altra
beffa arbitrale.
Nel secondo turno, invece, il Napoli incappa in un avversario a dir poco ostico
come i belgi dello Standard Liegi, compagine emergente del calcio fiammingo
oltretutto allenati dall’indigesto per il calcio italiano santone austriaco
Ernst Happel, che nel primo turno ha eliminato i nordirlandesi del Glenavon
Lurgan. Un avversario forte, ma che comunque si rivela non insormontabile per
un Napoli che in versione europea ha dimostrato una forma di gioco più
convincente e con poche sbavature. Il calcio belga, però, non porta troppa
fortuna e soprattutto troppi favori al Napoli. Fin troppo aperta è anche la
ferita lasciata dall’Anderlecht e dal signor Matthweson nella semifinale di
Coppa delle Coppe a Bruxelles nell’aprile del ’77. Ed anche in questa
occasione, questa volta contro lo Standard, l’arbitro di turno lascia un segno
profondo nei confronti della compagine partenopea. Il Napoli, infatti, disputa
il match di andata allo Stadio Sclessin a Liegi sul campo dei “rossi” e conduce
anche una gara che mette in difficoltà gli stessi uomini di Happel. Al 29’ del primo tempo gli uomini
di Vinicio addirittura si portano a sorpresa in vantaggio, segnando un
preziosissimo gol e di pregevole fattura con un tiro al volo con il talentuoso
Antonio Capone, giovanotto dal dribbling facile che ha fatto la differenza
nelle categorie inferiori sia con la maglia della Salernitana che con quella dell’Avellino.
Di fronte all’incontenibile sfrontatezza dei napoletani che mettono in crisi lo
Standard sale però in cattedra il fischietto basco di Emilio Carlos Gurruceta
Muro della sezione di San Sebàstian, oggetto di non pochi fatti incresciosi
nella sua carriera sia nazionale che internazionale. La giacchetta nera
innervosisce con la sua condotta di gara i giocatori del Napoli ed i belgi
nella ripresa in non molto tempo capovolgono addirittura il risultato. Ad
inizio ripresa, infatti, il centravanti austriaco in forza ai belgi Alfred
Riedl pareggia al 47’ ,
mentre dieci minuti più tardi il centrocampista islandese Sigurvinsson segna il
gol del vantaggio, beneficiando di un calcio di rigore completamente inventato
dal direttore di gara. Il Napoli vive un’altra notte di veleni in Belgio,
compromettendo in parte anche il passaggio del turno. Infatti, nella gara di
ritorno in un San Paolo come al solito gremito i belgi ritrovano forma e
coraggio ed ancora con Riedl questa volta sbloccano il punteggio per primi al 40’ , mettendo in chiara
difficoltà il Napoli. In effetti gli azzurri riescono anche a pareggiare con il
redivivo Damiani, quando però mancano soltanto undici minuti al termine e la
qualificazione si fa più lontana.
Peseranno nell’economia dei gol segnati nei 180’ di gioco inevitabilmente
le scelte di Gurruceta Muro.
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