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mercoledì 16 settembre 2015

EuropaLeague2016: Il boicottaggio degli ultras del Lech Poznan

di Vincenzo Paliotto
Questa volta la protesta del movimento ultras polacco assume dei connotati più grossi ed imbarazzanti del previsto. La diatriba degli hooligans in questo caso nasce nei confronti del massimo organismo calcistico continentale. La UEFA, infatti, ha disposto che per il turno di Europa League di giovedì prossimo tutte le squadre partecipanti contribuiranno ad una raccolta fondi per i rifugiati politici provenienti dal Medio Oriente. In pratica per ogni biglietto venduto per le partite di Europa League un euro sarà devoluto ai rifugiati politici. Un’iniziativa di spicco, che promette anche nell’ottica economica dei risultati almeno sulla carta soddisfacenti. Una questione politica e sociale, ad ogni modo, di grande spessore e di enorme problematica, che ha suscitato la sensibilità anche di molti addetti ai lavori e di molti esponenti del tifo organizzato. Quelli del Lech Poznan, che già in una gara del campionato polacco si erano esposti contro il “Welcome” per i rifugiati politici, hanno invece deciso di disertare la gara interna contro i portoghesi del Belenenses per non contribuire alla loro causa. Gli ultras del Lech Poznan, invece, di esprimere solidarietà in pratica si sono detti contrari all’islamizzazione della Polonia ed hanno trovato l’appoggio della maggior parte dei gruppi ultras nel paese. 
La Polonia, uscita dall’orbita sovietica dopo la caduta del Muro di Berlino, ha visto la propria società civile impostata massicciamente a destra. E soprattutto in quelli che sono i maggior schieramenti degli ultras.

Club blasonato con 7 titoli e 5 coppe nazionali all’attivo, che può contare su una larga base di tifosi in tutta la regione della Grande Polonia. Il club, fondato nel 1948 prendendo il nome da Lech il leggendario fondatore della nazione polacca, gioca al City Stadium, capace di 43.000 spettatori, in cui non mancano mai coreografie ed un tifo assordante. Proprio gli ultras del Lech sono stati protagonisti di duri scontri contro i dirimpettai del Legia Varsavia nella finale di Coppa di Polonia del 3 maggio del 2011. Le coreografie sui due fronti erano impressionanti. Completamente vestiti di bianco e verde quelli del Legia a cui rispondevano in rigoroso e compatto bianco e blu quelli del Lech.
Nello stadio di Bydgoscz i verdi della capitale si erano aggiudicati la coppa nazionale ai calci di rigore, celebrando poi il successo con un’invasione di campo dei propri tifosi. Cosa che è stata mal digerita dai biancoblu sconfitti di Poznan. La polizia polacca non è riuscita ad evitare i pesanti scontri al termine del match, che hanno poi avuto una vasta eco nella vita politica e sociale del paese. Il Lech Poznan rientra nel ristretto novero dei club aiutati dal regime comunista a diventare tra le big del calcio nazionale, ma vinse il primo titolo soltanto nel 1983, bissandolo peraltro nella stagione successiva. Quelli di Poznan ricevettero aiuti soprattutto dalle Ferrovie dello Stato, venendo pertanto soprannominati come i “ferrovieri”. Particolarmente brillante risultò in quelle stagioni vincenti l’idolo Miroslav Okonski, che poi andò a giocare all’estero. Ma il Lech è stato in ogni epoca una vera fucina di campioni, non ultimo il cannoniere Lewandowski, ben presto emigrato in Bundesliga.

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