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lunedì 30 giugno 2014

La Top-11 di sempre: La Colombia- 2a parte


di Antonio Vespasiano
 
LA GENERAZIONE D’ORO

Davanti la difesa la grinta e la leadership di LEONEL ÁLVAREZ, altro grande artefice dei successi della generazione d’oro del calcio colombiano. Segnò il penalty decisivo nella lotteria dei rigori che nel 1989 assegnò la Coppa Libertadores per la prima volta ad un club colombiano, quel Nacional de Medellín di cui era uno dei perni insostituibili. In Nazionale ha raccolto 101 presenze (secondo in graduatoria), giocando due Mondiali. Amatissimo tra i tifosi per l’intensità e il coraggio leonino che dimostrava in ogni partita. Mezzo destro FREDDY RINCÓN, centrocampista atipico, senza un ruolo definito, esuberante la sua esplosività fisica. Ottime le sue doti da intenditore, ma il meglio lo dava in fase offensiva, dove sapeva far male grazie alla sua abilità nei tempi di inserimento, la sua falcata potente e l’ottima tecnica di cui era dotato. Fu un suo gol contro la Germania al 90° a spalancare le porte degli ottavi di finale di Italia ‘90, ad oggi ancora il miglior risultato di sempre dei “Cafeteros” in un Mondiale. Vestì la maglia del Napoli salvo poi passare al Real Madrid e al Corinthians dove vinse da capitano il Mondiale per club del 2000. In Nazionale disputò tre Mondiali per un totale di 84 presenze e 17 gol, due dei quali nel clamoroso 5-0 rifilato alla Selección argentina al Monumental di Buenos Aires. Perno del gioco della Nazionale colombiana non può che essere “el Pibe” CARLOS VALDERRAMA, icona della stagione di maggior successo del calcio colombiano. Centrocampista dalla tecnica sopraffina, lento di piede ma veloce di testa, padrone della zona centrale del campo da dove calamitava il gioco. Tocchi felpati i suoi, scatti brevi assist verticali che tagliavano in due le difese avversarie, come quello che mandò in gol Rincón nella partita contro la Germania ad Italia ’90. Passo cadenzato, preferiva far correre il pallone piuttosto che correre egli stesso. La sua chioma bionda e riccioluta ha fatto il giro del mondo, così come la geometria e la genialità di alcune sue giocate, dalla quali traspariva evidente la classe e l’intelligenza calcistica. Due volte calciatore sudamericano dell’anno, recordman di presenze nella Nazionale colombiana (111 caps) con la quale ha giocato tre Mondiali e cinque Coppe America. Per i tifosi di ogni latitudine resterà per sempre un idolo. In riserva ALEJANDRO BRAND, talento precoce del calcio colombiano degli anni ’70. Efficace regista offensivo, eccellente nel controllo di palla e nel dettare il passaggio smarcante. Notevoli erano poi le sue capacità realizzative, con 91 gol è nella top five dei migliori marcatori nella storia dei Millonarios, club del quale è stato uno dei protagonisti di sempre. Con Willinton Ortíz e Jaime Morón dette vita al celebre e spettacolare trio che fu ribattezzato BOM dalle iniziali dei tre. Altro grande centrocampista nella storia dei “Cafetteros” è stato HUMBERTO ÁLVAREZ, in assoluto il migliore negli anni ’50. Personalità e temperamento, dribbling secco e pulito, preciso nei passaggi, elegante nei movimenti. Nonostante la vocazione alla costruzione del gioco non disdegnava di concludere a rete come testimoniano gli oltre 100 gol realizzati. Merita una menzione anche ALFONSO CAÑÓN, miglior giocatore nella storia dell’Independiente Santa Fe, club col quale vinse tre campionati, l’ultimo dei quali, nel ’75, proprio grazie ai suoi gol. Ottime tecnica e gran visione di gioco.


 

LA TIGRE COLOMBIANA

Notevole è il trio offensivo che la Colombia può schierare. Largo a destra un giocatore che in Colombia è da sempre un mito, si tratta di WILLINGTON ORTIZ, attaccante che furoreggiava negli anni ’80 con la maglia del Deportivo Cali prima e dell’América de Cali poi. Giocatore agile, velocissimo, dal dribbling mortifero che padroneggiava grazia ad una tecnica sopraffine. Partiva largo sulla fascia, di solito la destra, per poter sfruttare il campo a sua disposizione e puntare così l’uomo in velocità. Dopo due stagioni con il Deportivo Cali l’América batté ogni record di spesa per accaparrarsi il suo cartellino. Con i Diavoli Rossi vinse quattro Campionati consecutivi. Tre invece le finali di Coppa Libertadores raggiunte di fila, senza però riuscire a portarne a casa alcuna. In Nazionale fu determinante per la conquista della finale della Coppa America del 1975, sfortuna ha voluto che la sua carriera si chiuse proprio quando s’apriva il ciclo della Colombia di Maturana. Amante del gioco in sé, senza la cupidigia che ci si aspetterebbe da una star come lui. È stato il più grande di sempre fino a che Valderrama non ne ha oscurato la figura. Sul versante opposto la verve di FAUSTINO ASPRILLA seconda punta tutto pepe del Parma di Scala. Attaccante molleggiato, rapido nello stretto, imprendibile in campo aperto grazie alla padronanza di tecnica e velocità. Giocava un calcio istintivo e un po’ anarchico ma tremendamente efficace. In Emilia le sue capriole dopo un gol hanno fatto epoca. Indimenticabile la sua punizione che interruppe il record di 58 partite utili consecutive del Milan di Capello. Nel ’93 una sua doppietta al Vicente Calderón di Madrid aprì al Parma le porte della Finale di Coppa delle Coppe poi vinta sull’Anversa. Con gli emiliani vinse pure due Coppe Uefa e una Supercoppa Europea. Personalità sopra le righe ma talento davvero straordinario. In Nazionale giocò due Mondiali racimolando 57 presenze e 20 gol, compresa una bellissima doppietta nell’indimenticabile 5-0 all’Argentina di Batistuta. Puntero offensivo è il migliore giocatore nella storia del calcio colombiano, oggi come oggi uno dei primi cinque centravanti al mondo, si tratta ovviamente di RADAMEL FALCAO. Predatore d’aria di rigore, “el Tigre” ha un innato senso del gol e medie realizzative davvero strepitose. Rapido nelle movenze il suo bagaglio tecnico è pressoché completo e il suo killer instinct micidiale. Dopo gli inizi col River Plate si trasferisce al Porto dove s’afferma nell’Olimpo dei migliori bomber europei. Con di Dragoni di Villas-Boas stravince l’Europa League del 2011 realizzando ben 17 reti (battendo così il record di Klinsmann), tra cui una quaterna al Villareal nella semifinale d’andata e il gol al Braga che vale la vittoria finale. L’anno seguente passa all’Atletico Madrid per oltre 40 milioni di Euro, cifra record per un calciatore colombiano. Con i “Colchoneros” vince di nuovo da protagonista l’Europa League, riconfermandosi pure capocannoniere della manifestazione e con una strepitosa tripletta affossa il Chelsea nella sfida per la Supercoppa Europea. In Nazionale, dopo la vittoria nel Campionato sudamericano under-20 del 2005, è diventato la punta di diamante dei “Cafeteros” che sta trascinando al Mondiale del 2014, dove sarà certamente tra i protagonisti. Primo fra le riserve è ARNOLDO IGUARÁN, centravanti che abbinava velocità e potenza, il miglior goleador nella storia della Colombia con 25 gol in 68 presenze. Esempio di longevità e di professionalità, Maturana lo convocò per Italia ’90 nonostante le sue 33 primavere, era già sul viale del tramonto ma non si poteva di certo lasciare a casa uno come lui, già capocannoniere nella Coppa America del 1987. Uomo simbolo dei Millonarios di Bogotà con cui ha vinto due Campionati. Altro grande giocatore del passato della Colombia è DELIO GAMBOA, lo chiamavano “Maravilla” per la spettacolarità delle sue giocate, soprannome che si guadagnò tra i dilettanti al quale però seppe tener fede anche dopo il suo passaggio nel calcio professionistico. Negli anni ’60 era tra i migliori giocatori colombiani, tanto che il Real Madrid ci aveva fatto un pensierino. Interno sinistro, ala o centravanti, faceva della poliedricità una delle sue armi migliori. Falcata rapida, colpo di testa puntuale e preciso. In Nazionale giocò nel ’62 il primo Mondiale nella storia della Colombia, anche se a causa di un infortunio giocò una sola gara. Più volte discriminato per il colore della pelle ha saputo tener duro, facendosi amare per le sue qualità. Per l’ultimo posto a disposizione a Diego Umaña, volante creativo degli anni ‘80, preferiamo uno dei giocatori cult dell’epoca d’oro del calcio colombiano: ADOLFO VALENCIA meglio conosciuto come “el Tren”, facile intuirne il motivo, lanciato in velocità con le sue lunghe leve e la sua potenza fisica Valencia era inarrestabile proprio come un treno. Primo colombiano a giocare in Bundesliga con la maglia del Bayern Monaco dove vinse il titolo. Ebbe anche una parentesi italiana, alla Reggiana ma senza gloria alcuna. In Nazionale giocò due Mondiali e la Coppa America del ’93 dove un suo gol all’Ecuador permise alla Colombia di agguantare il terzo posto.

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