di Vincenzo Paliotto
Mentre in Brasile stanno per imperversare le
vicende calcistiche e non della Coppa del Mondo, catalizzando le attenzioni dei
tifosi e dei mass media, nel Vecchio Continente prende il via con il First
Qualifiyng Round, la fase preliminare dell’Europa League. Ai nastri di partenza
ben 78 formazioni dai nomi qualche volta blasonati, ma per lo più sconosciuti,
che incutono però un certo timore e grande curiosità. Accanto alle titolate
Goteborg ed Aberdeen ed anche Ferencvaros (che in tempi lontani trionfavano in
Europa) figurano nomi inediti ed esotici con tante storie da raccontare: come
quella del Turnovo, squadra di un villaggio macedone di neanche 1.000 abitanti,
il Santos Tartu, squadra estone che gioca in terza divisione, le lontanissime formazioni
kazake sconfinate nel continente asiatico, gli anarchici di Spalato dell’RNK e
l’Europa College, prima squadra iscritta della federazione di Gibilterra. L’altra
Europa che scende in campo con largo anticipo e che comincia la nuova stagione
agonistica, quando gli altri devono ancora terminarla. Ma l’Europa League in
questo caso rappresenta un segmento calcistico tutto da scoprire. Il 23 giugno a Nyon si effettua il sorteggio,
mentre le sfide di andata e ritorno sono previste per il 3 ed il 10 luglio.
First qualifying
round
IFK Goteborg: E’ la squadra più blasonata che prenderà
parte al First Qualifyng Round. I blavitt,
espressione della working class della
città, hanno infatti vinto due volte la Coppa UEFA: nel 1982 e nel 1987. Molto
nutrito anche la bacheca degli honours
nazionali con 18 scudetti e 6 Svenska Cup. L’ultima vinta proprio nel 2013 ai
danni del Djurgardens ai calci di rigore.
Aberdeen. Insieme al summenzionato Goteborg è tra le
squadre più blasonate dell’ampio lotto delle partecipanti del primo turno
preliminare. In Scozia non vincono il titolo dal 1985, mentre hanno trionfato
nella Coppa di Lega dopo un lungo periodo di astinenza. Il fiore all’occhiello
per i dons resta comunque la Coppa
delle Coppe vinta nel 1983 ai danni del Real Madrid. Gol nei supplementari di
John Hewitt, in panchina un certo Alex Ferguson.
Ferencvaros. Nata nel 1899, è l’unica squadra
ungherese a poter vantare un alloro internazionale: la Coppa delle Fiere
ottenuta nel ’65 in finale a Torino peraltro contro la Juventus. Quindi, fu
battuta nella finale della stessa competizione nel ’68 contro il Leeds United,
mentre nel ’75 perse la finale di Coppa delle Coppe per mano della Dinamo Kiev.
Completano l’albo d’oro 28 scudetti, 20 coppe nazionali e 2 Mitropa Cup. In
Ungheria, nonostante tutto, è un autentico mito.
Rosenborg. 22 volte campione nazionale, il Rosenborg
è la squadra che ha meglio rappresentato il calcio norvegese in Europa,
approdando ai quarti di finale di Champions League nel 1997, eliminato poi
dalla Juventus. Stagione in cui peraltro i bianconeri norvegesi firmarono la
loro impresa più clamorosa, eliminando il Milan di Sacchi con una vittoria a
San Siro per 2-1. Gol decisivo di Vegard Heggem.
Haugesund. E’ tra le debuttanti in assoluto della
manifestazione. Club fondato nel 1993 dalla fusione del Djerv 1919 e l’Haugar.
Giunto 3°, milita nella Tippeligaen, il massimo campionato norvegese, dal 2009.
Nelle sue file il nazionale ugandese Tonny Mawejje, arrivato dall’IBV
Vestmannajer.
Spartak Trnava. Il nome dello Spartak Trnava vuol dire
molto nella tradizione calcistica che fu della Cecoslovacchia. La squadra
rossonera, infatti, vinse al tempo ben 5 campionati ed altrettante coppe
nazionali, mentre nel ’69 giunse addirittura in semifinale in Coppa dei
Campioni, eliminata dall’Ajax. Per un periodo fu denominata Kovosmalt, dalla
locale industria di smalti ed imposta dalla nomenclatura comunista. Gli Ultras Spartak sono i più rispettati nel
paese. La squadra è tifata in tutta la regione dell’ovest.
Jagodina. Fondata nel 1919 nella regione più a sud
della Serbia, è il volto nuovo del calcio nazionale. Per lunghissimo tempo
confinato nelle divisioni inferiori, la Jagodina è poi venuta definitivamente
alla ribalta con la vittoria della coppa nazionale nel 2013.
RNK Spalato. E’ stata quasi sempre oscurata dai cugini
più blasonati dell’Hajduk questa formazione spalatina, nata nel 1912 con una
denominazione dagli intenti palesi come Anarch, e con i colori sociali
completamente neri. Poi intorno al ’33 l’adozione del rosso, per lo spirito
inconfutabilmente comunista del club. I suoi esponenti combatterono in Spagna
contro Franco e al fianco di Tito contro i fascisti. Nel ’61 è stato eliminato
in Coppa di Jugoslavia dal Vardar in semifinale. Nel 2008 militava ancora in
quarta divisione.
Botev Plovdiv. E’ la squadra più antica del paese
ancora in attività. Fondata nel 1912, ha dovuto cambiare più volte
denominazione nel corso della sua storia per via di conseguenze politiche.
Tuttavia, il Botev nel cuore dei suoi tifosi è rimasto sempre lo stesso. Prende
il nome da Hristo Botev, eroe nazionale, ed ha vinto 2 scudetti e 2 coppe
nazionali, più una Coppa dei Balcani nel 1972. Quarti di finale in Coppa delle
Coppe raggiunti nel ’63. Grande rivalità con la Lokomotiv Plovdiv.
Litex Lovech. Una squadra di una cittadina di 50.000
abitanti nel nord del paese, che negli ultimi anni ha raccolto 4 scudetti ed
altrettante coppe nazionali. Fondato nel ’23 come Hysaria e poi diventato Osam
più tardi, ha assunto l’attuale denominazione grazie alla forza economica dello
sponsor Lex. Ancora rari, però, sono gli exploit europei.
Koper. Allenato da Rodolfo Vanoli,
ex-calciatore tra le altre di Lecce ed Udinese, i gialloblu del Koper vantano
in bacheca un titolo nazionale e due coppe slovene. Salvata dal fallimento dai
suoi tifosi nel 2004, il Koper ha risanato le proprie casse sociali e punta ad
un ruolo di leader in casa propria.
Rudar Velenje. La squadra dei minatori di Velenje,
centro di 25.000 abitanti, vincitore una sola volta nel ’98 della coppa nazionale.
Sioni Bolnisi. Una sola volta campione nazionale nel
2006, ma fondato nel 1936. Tutti georgiani in organico per il club biancoblu.
Chikura Sachkhere. Club dal nome quasi impronunciabile, che
però ha vinto le ultime due edizioni della coppa georgiana. Il suo impianto di
gioco è molto piccolo, appena 2.000 posti, e pertanto emigra per le gare
europee a Tblisi, a 130 km di distanza.
Honka. Fondato nel 1957, l’Honka di Espoo ha
sfiorato in più occasioni il titolo nazionale, raccogliendo soltanto una coppa
nel 2012. Nel 2008/2009 in Coppa UEFA si è arreso con l’onore delle armi al
Santander. Lo allena il fantastico Stefan Kuqi, buona carriera da goleador
anche in nazionale e nel campionato inglese, soprattutto nelle file
dell’Ipswich Town.
VPS Vaasa. Non ha mai vinto nulla o quasi di
importante, i bianconeri di Huttunen, ex-portiere dell’Haka che parò tutto in
CoppaCoppe contro la Juve nell’84, hanno la peculiarità di essere una squadra
senza dubbio cosmopolita con un grenadiano, un camerunense, un keniota, un
americano, un giamaicano ed ovviamente i finlandesi. Come dire che la lingua
non è un problema.
Stjarnan. Possiede uno degli impianti meno
capienti della competizione (lo Stjornuvollur di appena 1.000 posti) questo
club nato nel 1960 a Garoaber (quasi 14.000 abitanti) ed al debutto assoluto in
Europa. E’ diventato celebre, però, per le esultanze elaborate da parte dei
suoi giocatori ad ogni gol: Rambo, un uomo che fa immersione o che va a pesca.
Tanto che la spagnola Movistar ne ha prodotto un video su Youtube.
Valur Reykiavik. Fondato nel 1908, è il club più
prestigioso di Islanda insieme agli eterni rivali del Valur e del KR. E’ la
squadra del quartiere di Laugardalur, dove sorge anche il suo stadio. Con la
Coppa d’Islanda ritorna ad un successo importante dopo lunghissimo tempo. Due
inglesi in rosa, Hewson e Tillen, già entrati nella storia del club.
FH Hafnafjordur. E’ la squadra che ha vinto di più
nell’ultimo decennio in Islanda, sfiorando il titolo anche nella passata
stagione. Nel sud-ovest dell’isola, terza città per popolazione, l’FH nella
Coppa UEFA del 2004/2005 superò due preliminari, battendo anche il Dunfermline.
La sua corsa fu poi fermata dall’Alemania Aachen.
Flamurtari Valona. Fondato nel 1923, è tra i club più
antichi di Albania ed anche tra i più prestigiosi ed amati. La sua rivalità è
forte con i club della capitale e nei confronti del Vllaznia di Scutari. Ha
vinto uno scudetto e 3 coppe nazionali, ma il suo vero fiore all’occhiello è il
terzo turno in Coppa UEFA raggiunto nel 1987/88, eliminando Partizan Belgrado e
Wismut Aue. Fu poi eliminato dal Barca, ma in casa riportò una storica vittoria
per 1-0. Gol storico di Sokol Kushta.
Kukesi. Gli è bastata una sola apparizione
europea per eguagliare la performance di una albanese in Europa. Come per il
Flamuratri nel 1998, nel 2013 il Kukesi ha battuto ben tre avversarie in Europa
League, cedendo poi di fronte al Trabzonspor. Quasi sempre ai margini del
grande calcio, il Kukesi, in rappresentanza di una città nel nord dell’Albania
di 16.000 abitanti, adesso vive il suo meritato momento di gloria. Calciatori
africani sperano di alimentarne le fortune.
KF Laci. Fondato nel 1960 come Industriali Laci,
ha poi cambiato la propria denominazione negli Anni Sessanta. Piccolo club del
nord-est del paese.
Lovcen Cetinje. La squadra più antica del Montenegro
(nata nel 1913) che vince il suo primo trofeo nella storia, dopo quasi cento
anni di vita. I giallorossi, infatti, hanno battuto nella finale di Coppa del
Montenegro il Mladost. Cetinje era la vecchia capitale del Montenegro.
Celik Niksic. Fondato nel 1957 sulle ceneri del
fallito FK Javorak, assume questa denominazione secondo un procedimento storico
originale. Celik infatti si traduce in acciaio e quindi in onore del lavoratore
Petar Savelijc, che però aveva giocato a calcio con il nome di Savo Pejovic. Ha
vinto la coppa nazionale nel 2012 e gioca il derby cittadino con il Sutjeska.
Buducnost Podgorica. Fondato nel 1925, è il club
montenegrino con più apparizioni nel campionato jugoslavo, sotto le insegne al
tempo di Buducnost Titograd. Non ha mai brillato nelle coppe europee. Del resto
l’unico risultato di richiamo arrivò peraltro nella Coppa dei Balcani,
raggiungendo la finale nel ’91, ma perdendola contro l’Inter Sibiu.
Sliema Wanderers. Fondata nel 1909, è la squadra
attualmente più vittoriosa dell’isola maltese con i suoi ben 111 allori in
bacheca, su tutti ben 26 titoli nazionali e 20 coppe. Lo allena l’italiano
Alfonso Greco. Ha trovato gloria in questa squadra anche Paltemio Barbetti,
classe ’89, con in dote 111 presenze nelle file del Celano. Lo Sliema rare
volte ha superato un turno europeo: nel 68/69 passò in Coppa delle Coppe e nel
71/72 in Coppa UEFA. Un primato da migliorare. Disputa l’Old Firm maltese
contro il Floriana.
Birkirkara. Nati nel 1950 dalla fusione di due club
locali, i giallorossi del Birkirkara risultano tra i club più vincenti dell’era
recente del calcio maltese. Il brasiliano Ronaille, dopo aver girato per tutta
l’America Latina, è sbarcato sull’isola per rimpinguare ancora di più il suo
bottino di reti.
Hibernians Paola. Fondato nel 1922, l’Hibernians è nel
novero delle aristocratiche del calcio maltese, anche se, nonostante un
palmarès ben fornito, ha finito con il vincere sempre di meno. Ben 10 titoli
nazionali ed altrettante coppe fanno bella mostra nella sua bacheca. Gli hibs giocano nel piccolo Hibernians
Stadium di appena 2.000 posti, ma potrebbero chiedere ospitalità altrove.
Glenavon. Di stanza a Lurgan, il Glenavon è stata
la prima squadra al di fuori delle mura di Belfast a vincere una competizione
in ambito nazionale. Nel 1952 trionfò, infatti, in Irish Cup. Ha vinto anche 3
volte il campionato e complessivamente le Irish Cup sono in tutto 6. Qualche
risultato di prestigio in Europa.
Linfield. Fondato nel 1886, ha vinto un’infinità
di trofei in ambito nazionale: 51 scudetti e 42 coppe nazionali, oltre ad una
miriade di altre competizioni nordirlandesi. Ha raccolto tantissime presenze
europee, ma con rari risultati di spicco. Nel 66/67, però arrivò ai quarti di
Coppa dei Campioni. Dopo aver eliminato Aris Bonnevoie e Vaalerengen, si arrese
di misura al CSKA Sofia. Gioca nel catino di Windsor Park la squadra dei blues
e considerata una vera e propria icona protestante. Molto pesanti gli incidenti
scatenati dai suoi supporters in occasioni di partite contro quelli dell’Eire e
non solo.
Crusaders. Nato nel 1898, il Crusaders proviene
dalla zona nord di Belfast ed anche per questo gioca il North Belfast Derby al
cospetto del Cliftonville. In bacheca conta 4 scudetti ed altrettante coppe
nazionali, ma nelle competizioni europee non ha mai avuto al gioia di passare
il primo turno.
Vikingur. Due squadre in rappresentanza di due
villaggi distanti 5 kilometri l’uno dall’altro hanno dato vita nel 2008 al Vikingur.
Gi Gotu e IF Lervik hanno sancito la nascita di una compagine capace di vincere
già 3 coppe nazionali. Nel 2013 ha eliminato l’Inter Turku.
IF Fuglafjordur. Fondato nel ’46 in rappresentanza di un
centro di 1.500 abitanti, l’IF vinse uno storico titolo nel ’79, senza mai più
ripetersi. Nelle sue file anche il brasiliano Clayton Soares.
B36 Thorshavn. E’ insieme ai cugini dell’HB la squadra
più titolata dell’arcipelago. Gioca al Gundadalur, situato nella più piccola
capitale del mondo con i suoi 16.000 abitanti scarsi. Ha vinto 9 Scudetti e 5
coppe. Due volte ha superato un turno europeo (prima squadra faroese peraltro a
parteciparvi): nel 2006 ai danni dell’IBV e nel 2007 contro il Birkirkara. La
sua rivalità per eccellenza è nei confronti dell’HB, ma a queste latitudini
sentire un tenero sfottò alla stadio è già tanto.
Zeljeznicar. Nata nel 1921, è la storica squadra dei
ferrovieri, che vinse il titolo jugoslavo nel 1972. “Lo Zeljo è una materia di
filosofia, il Sarajevo è una materia di geografia”, questo è il motto dei
Maniacs, la calda tifoseria al seguito del club. Lo Zeljeznicar vive un’accesa
rivalità ovviamente con i concittadini del Sarajevo. Nel 1985 i bosniaci
arrivarono fino alle semifinali della Coppa UEFA e poi estromessi dal Videoton.
Siroki Brijeg. E’ la squadra di origini croate che
partecipa al campionato bosniaco, così come anche si evidenzia nel suo crest.
Nato nel 1948, è stato per decenni ai margini del grande calcio, mentre
attualmente da ben 8 stagioni consecutive partecipa alle coppe europee. Un risultato strabiliante per una
cittadina che, con tutto l’agglomerato urbano, supera i 30.000 abitanti.
Turnovo. Il censimento del 2002 contava al
villaggio di Turnovo, nei pressi di Strumica, 941 abitanti. Questo piccolo
villaggio macedone è però salito alla ribalta internazionale grazie alla
sponsorizzazione della Horizont, che lo ha portato il club nel massimo
campionato e nelle coppe europee. Il Kukus Stadium con 1.500 posti ha in
pratica una capienza maggiore della popolazione del villaggio.
Metalurg Skopje. Club macedone nato nel ’64 senza alcun
alloro a livello nazionale. Per la quarta volta partecipa ad una competizione
europea.
Shkendija. Martoriata squadra della comunità
albanese di Tetovo. Fondata nel 1979, agli inizi degli Anni Ottanta la sua
storia fu stoppata bruscamente dal regime jugoslavo. La squadra era approdata
fino alla seconda divisione e la sua popolarità ed i suoi contenuti albanesi
minavano all’unità nazionale. La sua storia è poi ripresa nel campionato
mecedone. Le sue antagoniste principali sono il Vardar ed il Tetks, squadra
concittadina. Quando Shkendija e Tetks si affrontano, tutta la polizia è
chiamata al Gradski Stadium.
Zimbru Chisinau. La più prestigiosa squadra di Chisinau,
fondata nel 1937, con una discreta militanza nel top calcistico sovietico con
11 partecipazioni tra il 1956 e l’83. La sua acerrima rivale è lo Sheriff
Tiraspol, anche perché maggiore rappresentante della Repubblica di
Transinistria. “zimbru” che in rumeno significa bisonte.
Veris Chisinau. E’ il club più giovane ai nastri di
partenza della competizione, essendo stato fondato nel 2011. Organico composto
da tutti moldavi.
Tiraspol. In materia di “traslochi” e cambiamenti
di denominazioni sociali il Tiraspol non viene probabilmente battuto da
nessuno. Nato a Chisnau, adesso gioca a Cioburciu, un piccolo villaggio vicino
Tiraspol, maggiore centro della repubblica della Transnistria. A break way
state, cioè uno stato la cui sovranità non è riconosciuta.
Sligo Rovers. Fondato nel 1928, è attualmente gestito
da un trust di supporters locali, che però hanno anche trovato ricchi sponsor.
3 Scudetti e 5 coppe in bacheca, i biancorossi una sola volta in una coppa
europea hanno passato il primo turno: nel 94/95 eliminarono il Floriana per poi
cedere al Bruges.
Dundalk. Equidistante tra Dublino e Belfast, quasi
40.000 anime, Dundalk ha la seconda squadra in termini di trofei più vincente
del paese. Nati nel 1093, i Lilywhites hanno vinto 9 scudetti ed altrettante
coppe. Nel ’79, invece, superarono il preliminare in Coppa dei Campioni in una
sfida particolare contro il Linfield, caratterizzata da numerosi incidenti nel
match di Dublino, provocati soprattutto dai supporters del Cliftonville per
fronteggiare i rivali del Linfield. Il Dundalk (2-0, doppietta di Muckian)
conquistò poi la qualificazione sul neutro di Haarlem. Fu quella comunque la
migliore stagione europea del club, interrotta di fronte al Celtic.
Derry City. Quello dell’undici biancorosso
rappresenta un caso unico nel panorama europeo. La squadra ha sede in
territorio nordirlandese, ma partecipa dal 1985 al campionato dell’Eire.
Infatti, la squadra di Derry chiese asilo calcistico alla federazione
confinante, dopo le continue aggressioni e diatribe di cui era oggetto nel suo
torneo di origine. Squadra cattolica, era soggetta a duri scontri con le
avversarie di matrice protestante che popolavano il campionato dell’Irlanda del
Nord. Lo stadio Brandywell ha sede nel quartiere di Bogside, l’ultimo ad
arrendersi alla repressione inglese dei troubles. E’ stato una volta campione
in Irlanda del Nord e 2 in Eire.
Diosgyor. Fondato nel 1910 a Miskolc nel nordest
del paese, ha ottenuto il posto dopo aver perso la finale della coppa
nazionale, in quanto all’Ujpest Dozsa è stata revocata la licenza-UEFA. Due
successi in coppa nazionale abbastanza lontani (nel ’77 e nell’80) ed il 3°
turno della Coppa UEFA raggiunto nel 79/80. La sua forza sono anche i tifosi,
con una delle medie-spettatori più alte del campionato.
Shaktar Karagandy. Michel Platini è stato costretto ad
accettare una petizione della PETA (un ente internazionale a difesa degli
animali) per bandire il macabro rito pre-partita dei kazaki dello Shaktar
Karagandy, che infatti nel giorno precedente alla partita uccidevano per
tradizione una pecora. Fondato nel ’58, questo club di minatori con una
partecipazione al campionato sovietico nel ’62, è la squadra kazaka con il
miglior exploit europeo, avendo raggiunto nel 2012/13 la fase a gironi di
Europa League. Nella sua bacheca figurano 2 scudetti ed una coppa nazionale.
Astana. E’ tra i club più giovani ai nastri di
partenza dell’Europa League, nato appena nel 2009 dalla fusione di Alma-Ata e
Megasport. Ha, però, in bacheca già 2 coppe nazionali vinte. Punta su giocatori
stranieri di qualità. Ha da poco strappato il colombiano Roger Canas ai rivali
di Karagandy.
Kairat. Nato nel 1954, ha cambiato numerose
volte denominazione. Ha vinto 2 volte il campionato kazako, mentre nel 1988 ha
trionfato in una sorta di Coppa di Lega dell’URSS contro il Neftchi Baku. Due
volte ha partecipato al massimo torneo sovietico. Allenato dallo slovacco
Wladimir Weiss.
Inter Baku. Fondato nel ’97 come Khazar University,
successivamente ha poi assunto l’attuale denominazione. Due volte campione
nazionale, è una vera e propria multinazionale con spagnoli, francesi, paraguayani,
ceki, costaricensi, africani e soprattutto il georgiani Taskhadadze, stella e
goleador della squadra.
Gabala. La squadra è stata rifondata nel 2005
proveniente da Goy Gol ed è stata allenata anche da Tony Adams, ex-Arsenal. In
effetti si investe non poco sui calciatori stranieri. Da queste parti, infatti,
sono finiti anche l’ex-ajacide Lorenzo Ebecilio ed il brasiliano Dodò, più
volte sugli scudi nel campionato azero.
Banga Gargazdai. Nato nel 1966, piccolo club che
rappresenta la cittadina di Gargazdai, poco più di 16.000 abitanti.
Atlantas. Per due volte ha vinto la coppa
nazionale, questo club la cui denominazione si traduce in “Oceano Atlantico”.
Scarsa la sua tradizione europea, ma una volta in Intertoto a Klapeida battè lo
Spartak Mosca.
Ekranas. 7 volte campione di Lituania, in 3
occasioni gli è capitato di superare un turno di una competizione europea. E’
la squadra di Panezevys, quasi 100 mila abitanti. La maglia n.12 è stata
ritirata ed assegnata alla sua tifoseria.
RAF Jelgava. Fondato nel 1977, è stato capace di
cambiare in non tanti anni ben 7 denominazioni sociali fino a giungere a quella
attuale. Nel 1994 venne eliminato in Coppa delle Coppe, in quanto non riuscì a
presentarsi in tempo sul campo del B36 nelle Isole Far Oer.
Daugava Riga. Escluso lo Skonto per irregolarità
finanziarie, il posto è passato di diritto al Daugava Riga, piazzatasi al 4°
posto. Fondato nel 2003, nessun titolo in bacheca.
Daugava Daugvapils. Club nato soltanto nel 2001, ma con una
buona tradizione esclusivamente in patria. L’ossatura della squadra è formata
da ben tre nigeriani, di cui uno, Daniel Ola, è anche il capitano. Ola ha
trascorsi italiani. Dopo i settori giovanili di Lazio e Chievo, ha giocato con
Teramo, L’Aquila e Cesena, prima di affermarsi nell’est europeo.
Aberystwith Town. Piccolo club fondato nel 1884 dai
colori sociali neroverdi. Ha vinto una Welsh Cup nell’anno 1900.
Bangor City. Squadra di enormi tradizioni il Bangor
City, nato addirittura nel 1876. Per due volte nelle competizioni europee ha
passato anche il primo turno. Nel ‘62/63 affrontò il Napoli in Coppa delle
Coppe.
Airbus UK Broughton. Club nato nel 1946 come squadra di
lavoratori della Airbus, industria specializzata nella costruzione di
aereoplani in un paesino vicino Chester. Ha un campetto di 1.600 posti.
Santos Tartu. Potrebbe costituire per forza di cose la
novità più impensabile del torneo. Una vera e propria favola, incominciata nel
2006 in sesta divisione. Il Santos Tartu milita in terza divisione, ma ha perso
la finale di coppa nazionale contro i campioni del Levadia, guadagnando così un
posto in Europa. Fondato nel 2006, gioca in un campetto di 1.000 posti e non ha
mai militato in massima divisione.
Nomme Kalju. Fondato nel 1923, ha vinto un solo
titolo nazionale. Nei preliminari di Champions del 2013 ha eliminato
addirittura l’HJK Helsinki, un risultato straordinario a queste latitudini. Vi
gioca l’italiano Damiano Quintieri, 23 anni ex del Pisa, del Montichiari e del
Vallegreganica.
Sillamae Kalev. Seconda partecipazione europea per
questo piccolo club estone fondato nel 1951. Il suo impianto conta appena 2.000
posti.
Pyunik. E’ tra le formazioni più blasonate del
campionato armeno. Fondato nel 1992, ha vinto 10 scudetti e 5 coppe nazionali.
La rivalità più accesa è nei confronti dei concittadini del Banants. Anche
quella nei confronti dell’Ararat non è da meno, anche se questi ultimi erano in
pratica sponsorizzati dal regime sovietico.
Shirak. Fondato nel 1958 nella città di Gymiuri,
ha vinto 3 titoli nazionali. La squadra si affida a talenti africani,
provenienti dalla Costa d’Avorio e dal Senegal.
Mika. Denominazione sociale da non confondere
con quella della nota rockstar internazionale. L’11 di Yerevan porta questo
nome in onore di Mikahil Baghdasarov, proprietario dell’Armavia Airlines e del
club.
Vaduz FC. Il calcio del Liechtenstein affida le
sue uniche forze calcistiche in ambito europeo al Vaduz FC, squadra della
capitale che ha vinto 41 volte la coppa nazionale. L’unico trofeo che si disputa
nello staterello. Il Vaduz ha però ambizioni. E’ arrivato anche fino alla A
elvetica e schiera numerosi calciatori stranieri.
Fola Esch. E’ ritornato in auge dopo tantissimi ani
il Fola Esch, il club più antico del Lussemburgo, fondato da un professore inglese
nel 1906. Nel 2013 vinse il titolo dopo 83 anni di astinenza.
Differdange 03. Nato nel 2003 dalla fusione di due club
locali, il Red Boys e l’As Differdange, è squadra da ottenere importanti
soddisfazioni negli ultimi tempi. Nell’ultima Europa League ha eliminato
addirittura gli olandesi dell’Utrecht, per un risultato decisamente a sorpresa.
Jeunesse Esch. Fondato nel 1907, è considerata la
Juventus del Lussemburgo, per le sue vittorie e per le classiche casacche
bianconere. Ben 28 sono i titoli nazionali. In Coppa dei Campioni due volte è
passato al secondo turno: nel ’60 e nel ’64. Risultati di un certo prestigio
per il calcio lussemburghese.
Libertas. Con quella conquistata nell’ultima
stagione sono ben 11 le Coppe del Titano vinte dalla compagine sammarinese di
Borgo Maggiore. Tra i pali Aldo Simoncini, portiere della Nazionale, ritornato
a San Marino dopo proficue esperienze con Modena, Cesena, Riccione, Bellaria e
Valenzana.
Folgore. Un villaggio sammarinese di 1.000
abitanti circa, Falciano, approda in Europa grazie alla Folgore, battuta nella
finale del campionato da La Fiorita. Fondata nel 1972, ha vinto 3 volte il
titolo ed in 2 occasioni la Coppa del Titano. Non gioca in Europa dalla
stagione 2000/2001.
Santa Julià. Un paese di circa 9.000 abitanti, a
quasi 1.000 metri di altezza, per il Santa Julià, club vincitore di 2 titoli e
3 coppe nazionali. Contro il Santa Coloma gioca l’El Classic, la classica del calcio andorrano.
UE Santa Coloma. 3.040 abitanti per l’esattezza tra le
alture dei Pirenei a sostegno di questo club nato nel 1986. Ma poi si scopre
che gran parte della piccola popolazione tiene alle sorti del più blasonato FC
Santa Coloma, altro club cittadino con più allori in bacheca. Le due danno vita
a El Derbi Colomenc.
College Europa. Fondato nel 1925, sarà il primo club a
rappresentare la federazione dello Stretto di Gibilterra nel quadro dell’Europa
League. Colori sociali biancoverdi, gioca, come del resto tutti, al Victoria
Stadium.
Tromso. Pur giocando in cadetteria, come St.
Polten e Santos Tartu, il Tromso gioca l’Europa League per meriti sportivi
legati al fair-play. Ha vinto due volte la Coppa di Norvegia ed in Europa ha
raccolto risultati clamorosi. Nel 2005/2006 eliminò in Coppa UEFA il
Galatasaray. Nel ’97 spaventò il Chlesea allora di Vialli e Zola con una
sconfitta norvegese per 2-1, poi tutto si mise a posto a Stamford Bridge.
Brommapojkarna. La sua straordinaria forza è il vivaio
con un vasto numero di squadre del settore giovanile. Fondato nel 1942 a
Bromma, nella parte occidentale di Stoccolma, è uno dei tanti club capitolini,
ma con una tradizione rivolta soprattutto ai talenti in erba. Da poco promosso
in Allsvenskan, è al debutto assoluto in una competizione europea.
MyPa. Fondato nel 1947 nel villaggio
industriale di Myllikoski, appartenente alla municipalità di Kovoula, il MyPa
ha vinto un titolo nazionale e tre coppe, attuando un graduale passaggio verso
i vertici del calcio nazionale. La sua prima volta in Veikkausliga risale al
’75, in un successivo crescendo di risultati.
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