di Antonio Vespasiano (giornalista di Calcio2000)
Gli albori del gioco del calcio non hanno certo visto il Portogallo tra le Nazionali protagoniste, non solo a causa di un limitato bacino d’utenza, ma anche per via del livello economico piuttosto scadente e della decentrata posizione geografica del Paese, che non ha mai facilitato frequenti interscambi con le restanti realtà europee. Negli ultimi decenni, però, si è assistito ad una costante crescita del movimento calcistico, soprattutto a livello giovanile, dove ben può affermarsi che i portoghesi sono una delle potenze mondiali. Oggi come oggi, pur se la “Gereção de Ouro” dei vari Figo, Rui Costa, Fernando Couto è ormai esaurita, il trend resta sempre positivo, con picchi di stupefacente magnificenza visto il terrificante talento di Cristiano Ronaldo. CR7 è l’uomo nuovo a cui il Portogallo intero s’aggrappa nella speranza di rinverdire i fasti degli anni ’60. Se solo si potesse porre rimedio all’assenza cronica di un centravanti di razza.
Gli albori del gioco del calcio non hanno certo visto il Portogallo tra le Nazionali protagoniste, non solo a causa di un limitato bacino d’utenza, ma anche per via del livello economico piuttosto scadente e della decentrata posizione geografica del Paese, che non ha mai facilitato frequenti interscambi con le restanti realtà europee. Negli ultimi decenni, però, si è assistito ad una costante crescita del movimento calcistico, soprattutto a livello giovanile, dove ben può affermarsi che i portoghesi sono una delle potenze mondiali. Oggi come oggi, pur se la “Gereção de Ouro” dei vari Figo, Rui Costa, Fernando Couto è ormai esaurita, il trend resta sempre positivo, con picchi di stupefacente magnificenza visto il terrificante talento di Cristiano Ronaldo. CR7 è l’uomo nuovo a cui il Portogallo intero s’aggrappa nella speranza di rinverdire i fasti degli anni ’60. Se solo si potesse porre rimedio all’assenza cronica di un centravanti di razza.
Fatta
eccezione per la sfilza di successi delle rappresentative giovanili, tra cui
due Campionati del Mondo Under-20 (1989, 1991), la bacheca portoghese non
registra alcun trofeo. La Selecção infatti è sempre arrivata ad un passo dal
conquistare un meritato alloro, senza però riuscire a centrare alcun successo.
Fu così nel ’66, quando i lusitani, alla loro prima apparizione in un Mondiale,
sfiorarono la finalissima, battuti solo dall’Inghilterra, chiudendo poi al
terzo posto e passando così alla storia come “Os Magriços”. Delusione
questa che fa il pari con quella Europea del 2004, quando il connubio tra
vecchi leoni (Figo, Rui Costa) e giovani leve (Deco, Ronaldo) non bastò ad
arginare il miracolo Grecia. Senza dimenticare le semifinali all’Olimpiade del
1996, ai Mondiali del 2006 e agli Europei del 1984, del 2000, nonché
”l’Injusticia” Eurotelevisiva di Donetsk.
LA
FORMAZIONE DI SEMPRE
DIFESA DEL
‘66
La
combinazione tra successi ottenuti e qualità espresse probabilmente fa di ALBERTO COSTA
PEREIRA il miglior
portiere nella storia del Portogallo. Quattro finali di
Coppa dei Campioni alle spalle di cui due vinte (quella del ’61 grazie alle sue
strepitose parate). Protagonista anche nel terzo posto dei lusitani ai Mondiali
del ’66. Nonostante l’altezza tra i pali era agile ed elegante. Dava sicurezza
all’intero reparto, comandandolo sempre con autorità. Il ruolo di riserva lo affidiamo a VÍTOR
BAÍA. Senso della posizione e freddezza le sue migliori qualità. Col Porto ha
vinto dieci Campionati, una Coppa Uefa, una Champions League e una
Intercontinentale. Il successo in Coppa delle Coppe col Barça ne fa uno dei
pochissimi giocatori ad avere trionfato nelle tre manifestazioni UEFA.
A destra
per l’attaccamento alla maglia della Nazionale (sfumata la qualificazione ad
USA ’94 non seppe trattenere le lacrime) e le sue qualità di atleta (secondo
Bryan Robson: «Ha due cuori e quattro gambe. È estremamente difficile trovare
un giocatore come lui») i galloni di titolare spettano a JOÃO DOMINGOS
PINTO. Storico terzino del Porto, unico club col quale abbia mai giocato,
vincendo tra l’altro la Coppa dei Campioni del 1987. È stato 42 volte, sulle 70
totali, “Capitão” della Nazionale. A
sinistra HILÁRIO DA CONCEIÇÃO un’istituzione allo Sporting Lisbona dove ha vinto tre Campionati e tre
Coppe nazionali. Raggiunse l’apice della carriera ai Campionati del Mondo del
’66 dove si distinse come uno dei migliori dei suoi. Laterale di spinta, la
velocità era la sua arma migliore sia in fase offensiva, dove non faceva mai
mancare il suo apporto, sia in quella difensiva dove sapeva distinguersi in chiusure
repentine.
Al centro
si erge la figura di GERMANO, considerato il miglior difensore portoghese di
tutti i tempi. Le sue eccellenti qualità tecniche gli permettevano di giostrare
anche da centrocampista. Capitano dei lusitani nelle qualificazioni al Mondiale
del ’66, un brutto infortunio, però, non gli permise di ritagliarsi la sua
fetta di gloria nelle fasi finali. Si è rifatto ampiamente vivendo da
protagonista il fantastico ciclo del Benfica degli anni ’60. Suo compagno di
reparto è RICARDO CARVALHO difensore
di gran classe, vero e proprio regista arretrato che sa unire alla tecnica
qualità difensive e tempismo negli interventi. Dopo i successi col Porto ha
vinto pure al Chelsea e successivamente al Real Madrid (praticamente il Gotha
del calcio europeo). Fedelissimo di Mourinho, in Nazionale conta un secondo
posto agli Europei del 2004 e un quarto ai Mondiali del 2006.
Come
riserve scegliamo di schierare a destra ARTUR CORREIRA laterale difensivo
moderno, pericolosissimo nelle sue folate offensive. Idolo di quel Benfica che
nel ’72 si arrese all’Ajax nelle semifinale di Coppa dei Campioni. Secondo
l’allenatore dei lancieri Kovács era il miglior terzino d’Europa. 35 presenze
ed un gol in Nazionale. A sinistra adattiamo un difensore centrale che merita
però di far parte dei nostri all-stars, si tratta di VICENTE LUCAS, spietato marcatore di Pelè ai
Mondiali del ’66. “O Rey” disse che era miglior difensore che contro cui avesse
mai giocato. Stella del piccolo Belenenses, in Nazionale raccolse 20 presenze e
la soddisfazione di essere stato tra gli eroi che centrarono lo storico terzo
posto in Inghilterra. I due centrali di riserva sono HUMBERTO COELHO,
ennesimo protagonista dei “Magriços”.
Al Benfica vinse otto Scudetti e sei Coppe nazionali. Stopper di notevole
efficacia, non disdegnava spingersi in avanti, tant’è che ha chiuso la carriera
con 60 reti all’attivo. Miglior calciatore portoghese nel 1974. Chiudiamo con FERNANDO COUTO, difensore
arcigno, cattivo quanto basta ma carismatico ed eccezionale nel gioco aereo. I
successi con le maglie di Porto, Barcellona, Parma e Lazio ne hanno fatto un
vincente a tutti gli effetti. 110 le sue presenze in Nazionale.
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