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mercoledì 12 marzo 2014

La Top11 del Portogallo di sempre- 2a parte


A TUTTA CLASSE (di Antonio Vespasiano)

I migliori interpreti per il nostro centrocampo sono tre fuoriclasse indiscussi. Sul centro-destra schieriamo LUÍS DECO: classe, dribbling, visione di gioco, tempo negli inserimenti. È stato uno dei più forti centrocampisti degli ultimi anni, ha stravinto trofei su trofei, sfiorando il Pallone d’Oro nel 2004. Piccoletto ma agile e rapido di gambe e di testa. Temibilissimo sui calci piazzati. Al centro l’illuminata maestria di MANUEL RUI COSTA, trequartista tanto fantasioso quanto geometrico. Doti tecniche straordinarie e costante altruismo nella giocata lo hanno reso un leader ovunque abbia giocato. Elegante, corretto, amato dai tifosi e dai compagni, la sua carriera è stata ricca di successi e soddisfazioni, su tutte la Champions del 2003. Sul centro-sinistra, invece, la fantasia e la fisicità di MÁRIO COLUNA, alfiere del periodo d’oro del Portogallo (era il Capitano ai Mondiali del ’66) e del Benfica dove giocò tutte e cinque le finali di Coppa dei Campioni, vincendone due, senza dimenticare i dieci Scudetti e le sei Coppe nazionali. Atleta straordinario, istintiva visione di gioco e leadership da vendere. Il suo soprannome era “O Monstro Sagrado” e tanto basta a delinearne la leggendaria figura nella storia del calcio portoghese.

Tra le riserve spiccano i nomi di JOSÉ TRAVASSOS la primissimo calciatore portoghese ad assurgere ai livelli di fama internazionale, venne infatti convocato nella selezione del Resto del Mondo che affrontò l’Inghilterra nel 1955. Interno destro dei favolosi “Cinco Violinos” dello Sporting Lisbona, club con il quale vinse ben otto Campionati. È stato una grande stella del suo tempo e lo sarebbe stato anche se fosse nato oggigiorno perché il suo era uno di quei talenti più unici che rari. In mezzo la regia di PAULO SOUSA, metronomo di grandissimo senso tattico, calamitava ogni pallone smistandolo con sagacia e puntualità. Ottima tecnica, è uno dei pochi giocatori capaci di vincere la Champions con due squadre diverse (Juventus e Borussia Dortmund). Una sventura la sua cronica propensione all’infortunio. L’ultimo posto a disposizione spetta a JOSÉ AUGUSTO, ennesimo componente del Grande Benfica che fece la Storia del calcio lusitano. 9 gol in 45 presenze in Nazionale, 3 gol in 6 partite ai Mondiali del 1966 dove era uno delle colonne dei “Magriços”. Ambidestro, specialista del dribbling e delle finte (lo chiamavano il “Garrincha portoghese”), bravo nella conclusione così come nell’impostazione del gioco.

 

I TRE MOSCHETTIERI

Il tridente d’attacco è il meglio che il calcio portoghese abbia da offrire. Sulla destra LUÍS FIGO, ala destra funambolica, saltava l’uomo sistematicamente con dribbling ubriacanti, repentini cambi di direzione e finte spezza caviglie. Col passare degli anni ha migliorato la sua visione di gioco riuscendo a rendere al meglio anche come mezzapunta. Inimitabile il suo stile nel calciare il pallone. Il suo passaggio dal Barça al Real Madrid ne ha fatto uno dei più odiati “traditori” della storia del calcio, ma in maglia Merengues ha vinto fior di trofei, tra cui Champions e Intercontinentale. Pallone d’Oro nel 2000, è uno dei più famosi calciatori portoghesi di sempre. Recordman di presenze in Nazionale con 127 apparizioni. Punta centrale il giocatore-simbolo del Portogallo: la “Pantera Nera” EUSÉBIO. Fuoriclasse completo, movenze feline miste a forza, potenza ed agilità, capace di segnare valanghe di gol col Benfica, tant’è che fu due volte Scarpa d’Oro (1968 e 1973). Un vero incubo per tutti i difensori che provavano a fermarne l’avanzata. Realizzò 9 reti nella fantastica cavalcata dei portoghesi al Mondiale del ’66. La Coppa dei Campioni del 1962 e il Pallone d’Oro del 1965 ne fecero l’alterego europeo al divino Pelè. Una leggenda nella Storia del Calcio. Sulla sinistra invece CRISTIANO RONALDO, giocatore digitale in un calcio analogico. Attaccante implacabile del potenziale devastante e dal talento esponenzialmente senza limiti. Distillato di forza, velocità tecnica e senso del gol. Spettacolare nella giocata, inarrestabile in campo dove col passare degli anni ha saputo concretizzare la mole di gioco che sprigionava fino a raggiungere vette realizzative umanamente impensabili. Pallone d’Oro del 2008, un successo con la Nazionale può consegnarne il nome al mito.

Tra le riserve più di tutti meriterebbe una maglia da titolare FERNANDO PEYROTEO, il finalizzatore dei leggendari “Cinque violini” dello Sporting Lisbona degli anni ‘40. Classico centravanti di sfondamento, passargli la palla in area di rigore equivaleva a metterla in banca, una garanzia. Tiro potente e preciso, doti acrobatiche eccezionali unito ad un fisico da granatiere ne hanno fatto il maggior realizzatore nella storia del campionato portoghese con 330 reti in sole 197 partite!

Impossibile ignorare l’immenso talento di PAULO FUTRE, guizzante fantasista che avrebbe meritato una carriera all’altezza della sua grandissima classe, mai però totalmente espressa. Piccolo, agile, rapidissimo, a vent’anni era già la stella della Nazionale ai Mondiali messicani e del Porto, club con il quale vinse la Coppa dei Campioni del 1987, anno in cui si piazzò al secondo posto nella corsa al Pallone d’Oro. Un terribile infortunio al ginocchio ne condizionò gli anni migliori. L’ultimo posto a disposizione spetta a ARTUR DE SOUSA detto PINGA, il miglior calciatore del Porto di ogni epoca. Realizzatore implacabile: i suoi numeri parlano di 394 gol in 400 match.

 
RICAPITOLANDO
Ricapitolando, ecco la formazione portoghese di sempre:


PORTOGALLO (4-3-3): Costa Pereira; João Pinto, Germano, R. Carvalho, Hilario; Deco, Rui Costa, Coluna; Figo, Eusébio, Cristiano Ronaldo. A disp. Vítor Baía, Humberto Coelho, Fernando Couto, Travassos, José Augusto, Futre, Peyroteo.

 

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