L’Independiente de Avellaneda che retrocede
nella serie caddetta del proprio campionato è una di quelle notizie che senza
dubbio choccano il calcio mondiale. I
diablos rojos per la prima volta nella loro più che nobile storia conoscono
l’onta della retrocessione, mentre l’altra parte di Avellaneda, quella del
Racing, ne festeggia le sue disavventure. L’Independiente, fondato nel 1905, è
una vera istituzione non soltanto per il calcio argentino, ma per quello
sudamericano in generale. Infatti, ancora oggi è la squadra che ha vinto più
volte, ben 7, la Copa Libertadores de Amèrica, vale a dire il massimo torneo
per club del continente. Anche se l’ultimo successo risale al 1984, quando nella
doppia finale superò il Gremio grazie alla prodezza di Burruchaga, uno dei
bracci destri di Maradona, nella sfida di Porto Alegre. Ma L’Independiente ha
vinto anche 14 volte il campionato argentino, in 2 occasioni la Coppa
Intercontinentale ed anche 1 Copa Sudamericana. Dal 1972 al 1975 dominò nel suo
continnete, vincendo per 4 stagioni consecutive la Libertadores, altro record
ineguagliato.
Figure leggendarie, su tutte quella di Ricardo
Enrique Bochini (a
cui è intitolata anche una avenida, cioè una strada), hanno nobilitato la storia del club, che
purtroppo non ha resistito all’avanzata del calcio moderno e alla mancanza di
fondi per evitarne una precipotosa discesa in Serie B. Nessuno ha potuto
evitare la debacle dell’Independiente, che in casa del River Plate ha perso l’ultimo
treno discponibile per rimanere agganciato al massimo campionato. I loro tifosi
si sono resi protagonisti anche di intemperanze al Monumental, presi in giro da
quelli del River, ma la sentenza del campo è giunta impietosa. Intanto gli
stessi supperters del rojo sognano una precoce risalita, magari consolandosi con
uno dei tanti racconti di Eduardo Sacheri, hincha dell’Independiente e grande
scrittore, come di Independiente, mi
viejo y yo, uno dei più belli sul calcio mai scritti in assoluto.
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