A pochi mesi di distanza dalla notte
sfortunata dell’Olimpico, in cui la Roma accarezzò il grande sogno di vincere
la Coppa dei Campioni, fu proprio uno dei suoi maggiori alfieri a mettere la
parola fine a quel grande ciclo romanista. In un caldo pomeriggio di ottobre a
San Siro, infatti, Agostino Di Bartolomei, che aveva servito la “patria”
romanista per oltre dieci anni, ma che poi aveva scelto di seguire il maestro
Nils Liedholm alla corte del Milan, aveva decretato una sconfitta decisiva ai
danni della sua ex-squadra. La Roma, dopo la sconfitta nella finale, era
passata infatti sotto la guida del nuovo profeta svedese, il giovane Sven Goran
Eriksson, che aveva già fatto molto bene al timone delle sorprendenti Goteborg
e Benfica.
Di Bartolomei all’inizio della ripresa innescò
il suo solito siluro che mise fuori causa l’ex-compagno di tante battaglie
Franco Tancredi, mentre Mark Hataley, un colpitore di testa inglese pescato
addirittura nel campionato cadetto nel Portsmouth, inflisse il colpo di grazia.
La Roma ebbe la forza per replicare con il solo Toninho Cerezo, ma tuttavia
troppo tardi per raddizzare le sorti di quell’incontro. Si era appena lla
quinta giornata, ma la Roma aveva forse già individuato i propri limiti,
accentuati poi anche dall’infortunio occorso a Falcao. Il Milan, invece,
registrò una stagione di ripresa rispetto agli ultimi anni. Grazie a Liedholm
ed al tandem inglese Wilkins-Hateley, ma di li a breve saranno altri a
riportare in auge i rossoneri.
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