lunedì 17 dicembre 2012

Corinthians Campeao

Il gol di Guerrero, foto pasiònlibertadores.com
 Fondato nel 1910 a San Paolo, il Corinthians è senza dubbio uno dei club più prestigiosi di tutto il Brasile. La squadra paulista, che prende il nome da una compagine inglese che agli inizi del Novecento aveva effettuato una tourneè nel "paìs do fùtebol", non aveva mai brillato troppo a livello internazionale, ma il 2012 rimarrà impresso per sempre nella memoria dei suoi fanatici sostenitori. Infatti il Timao ha conquistato la sua prima Copa Libertadores ai danni del Boca Juniors e quindi si è ripetuto nel Mondiale per Club al cospetto del più quotato Chelsea di Rafa Benitez. Il gol decisivo nella finale giapponese è stato siglato dal "heroe peruano" Pablo Guerrero al 69', che di testa ha piegato Cech. I brasilaini hanno festeggiato giustamente a lungo questo trionfo iridato a cui tenevano fortemente.
 Val la pena, comunque, tenere anche una riflessione sul Mondiale per Club. Manifestazione di discutibile gusto introdotta dalla FIFA nel 2005 per sostituire la Coppa Intercontinentale, dopo l'edizione pilota del 2000, vinta proprio dal Corinthians. Il contenuto tecnico del torneo ci pare senza dubbio lontano anni luce dalla ben più nobile Coppa Intercontinentale e non soltanto per retorica. E' vero che la manifestazione così concepita globalizza il calcio e permette nuovi introiti in un Giappone affamato calcisticamente, ma il livello della competizione è decisamente di scarso interesse. Soltanto la finalissima tra europei e sudamericani può riservare qualche godibile sorpresa. Soltanto in un'occasione tra l'altro, nel 2010, alla finale è arrivato un club "intruso", come i congolesi del TP Mazembe, poi sconfitti agevolemnte dall'Inter. Insomma a livello di club gli asiatici, gli africani ed i neozelandesi sono lontani ancora anni luci dagli europei e dai sudamericani e la manifestazione riscontra un deciso scarso interesse. Per innalzarne il tasso tecnico bisognerebbe invitare quantomeno anche le vincenti dell'Europa League e della Copa Sudamericana in maniera di garantire imprevedibilità ed un maggiore interesse al torneo. Non è che Blatter e Platini ci arrivino a pensarci da soli? Non sono sorpreso per Blatter, il quale non conosce il calcio giocato, ma soprattutto di Michel Platini, uno che una volta amava a giocare a pallone, e lo faceva anche bene.

2 commenti:

  1. Il problema è che i calendari calcistici internazionali sono troppo pieni di impegni per i club e ne consegue che un mondiale club più lungo non sarebbe tanto apprezzato.
    Inoltre per quel che riguarda Platini, da presidente dell'UEFA si cura affinché il prestigio della competizione regina dell'UEFA non venga scalfito da un mondiale club più lungo, spettacolare e ad alto tasso tecnico, se ciò avverrebbe si correrebbe il rischio di declassare la Champions League e Europa League al modesto ruolo di tornei qualificatori per il mondiale club, perciò per non caricare troppo i calendari dei club e per non scontrarsi con la potentissima UEFA, la FIFA si dovrà accontentare ancora di un mondiale corto e con poche partecipanti, anzi è già tanto che la UEFA e la CONMEBOL abbiano rinunciato alla vecchia Coppa Intercontinentale lasciando inglobare la sfida Europa-Sudamerica nel mondiale (semifinali permettendo).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Corrado, la tua riflessione è perfetta, non fa una piega. Forse è già tanto che si gioca un Mondiale per Club. Ma se deve essere disputato in questi termini, allora valeva la pena che si rimaneva ancorati alla vecchia Coppa Intercontinentale.
      Spesso ci lamentiamo di un calcio che è cambiato troppo e noi tutti preferiremmo ritornare alle tradizioni migliori.
      Grazie per il tuo commento.

      Elimina