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mercoledì 21 marzo 2012

Sotto due bandiere: Pietro Puzone

 In questo pezzo apparso sul numero 10 di Napolissimo ho rivisitato al figura di Pietro Puzone ex-calciatore tra le altre di Napoli, Catania e Cavese. Su Youtube ho scovato le immagini di un’amichevole da lui organizzata portando a giocare Maradona ad Acerra. Diego è stato per me il più grande di tutti.


 Pietro Puzone, nato ad Acerra il 1° febbraio del 1963, rappresentò una piacevole e folkloristica meteora nella storia del calcio napoletano. Non riuscì a lasciare proprio il segno nella sua militanza nelle file del Napoli, ma ne divenne a suo modo comunque un’icona importante dello stesso club. Del resto il promettente attaccante era stato svezzato nelle giovanili del Napoli ed il 7 marzo del 1982 era stato premiato con l’esordio in prima squadra nel corso di un Napoli-Cesena terminato 2-2, portato alla notorietà delle cronache più che per il suo spettacolo in campo ma per una parodia che l’inarrivabile Massimo Troisi seppe ricostruire sull’evento della partita stessa nel suo film Ricomincio da tre. In ogni caso in quella occasione Puzone giocò uno scampolo di partita, subentrando a Criscimanni a sette minuti dal termine. La settimana successiva, comunque, Puzone totalizzò la sua seconda presenza in quel campionato, prendendo questa volta il posto di Musella nella trasferta che il Napoli perse sonoramente per 3-0 al Partenio di Avellino.

 Quelle sue due fugaci apparizioni furono sufficienti, comunque, per farsi notare dagli addetti ai lavori e nella stagione successiva Puzone fu girato in prestito alla Cavese (insieme agli altri due giovani provenienti dalla Primavera quali il portiere Assante e l’attaccante Caffarelli) formazione campana allenata da Rino Santin che si apprestava a disputare con molte velleità il torneo cadetto. La sua esperienza in quel di Cava de’ Tirreni in effetti si rivelò importante, con ben 19 gettoni di presenza raccolti. Infatti, l’attaccante acerrano fu dato ancora in prestito, questa volta in Serie C1 all’Akragas, ma nella stagione del 1984/85 tornò al Napoli per beneficiare di qualche apparizione al fianco nientemeno che di Diego Armando Maradona. Le sue apparizioni con il club partenopeo si ridussero, però, sempre di più con il contagocce, chiuso talvolta da attaccanti del calibro di Penzo, Daniel Ricardo Bertoni ed anche dallo stesso Caffarelli, che invece a sua differenza vantava una maggiore confidenza con il gol. Puzone, infatti, venne ceduto per due volte in prestito al Catania in Serie B (nel 1985/86 e nel 1987/88), con cui disputò ben 64 partite di campionato con 6 gol all’attivo, lasciando un ottimo ricordo tra i tifosi alle falde dell’Etna. Nel 1986/87, invece, rimase in forza al Napoli anche se non scese neanche una volta in campo nel campionato in cui i partenopei vinsero il loro primo Scudetto. Ma Puzone ebbe un suo ruolo anche in quel Napoli. A Tolosa, ad esempio, dopo la preventiva eliminazione del Napoli nel primo turno di Coppa UEFA, fu il maggior “consolatore” di Diego Armando Maradona che aveva sbagliato il rigore decisivo, che costò appunto agli azzurri l’uscita di scena dall’Europa. Mentre fu protagonista nel ruolo di se stesso nel film di Nino D’Angelo Quel Ragazzo della Curva B insieme ai compagni di squadra Bruscolotti, Giordano, Romano e Carnevale. Una pellicola che divenne un cult del cinema degli Anni Ottanta non solo per gli amanti del pallone. Maradona ed i suoi compagni di squadra gli furono, però, sempre riconoscenti per la sua capacità di essere un uomo-spogliatoio ed a Cagliari in semifinale di Coppa Italia lo fecero subentrare a pochi minuti dalla fine al posto di Carnevale, in modo che anche il suo nome potesse figurare tra i vincitori della coppa nazionale. Del resto Maradona gli voleva bene e nell’inverno del 1985 andò a giocare un’amichevole con il Napoli nella sua Acerra su un campo in terra battuta, proprio per mantenere una parola data della sua amicizia.

 Puzone, quindi, chiuse la sua carriera agonistica abbastanza presto, dopo altri due campionati in Serie C1 disputati con la maglia dello Spezia e dell’Ischia Isolaverde. Gli bastò così, d’altra parte nella sua carriera agonistica aveva giocato insieme al più grande di tutti.

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